I. Titolo e dati bibliografici
00. Schedatore/Schedatrice
Morgani, Silvia
01. Autore
Maggi, Carlo Maria
02. Titolo
Consigli di Meneghino, I
03. Titolo completo

I consigli di Meneghino.

04. Manoscritti

Esistono vari manoscritti (alcuni parziali) della commedia in questione ma nessuno è autografo:

- Milano, Bibl. Ambrosiana, A 84, codice cartaceo, anonimo e anepigrafo.

- Milano, Bibl. Ambrosiana, T 156 Sup., manoscritto cartaceo, anonimo e anepigrafo (frammentario da II.333 a III.224).

- Milano, Bibl. Ambrosiana, X. i. Sup., contiene a c. 61r, coll’indicazione di Intermezzo, i vv. 1-19 del Lotto di Genova.

- Milano Bibl. Braidense, AD . X. 34, manoscritto cartaceo, legatura in pelle con fregi d’oro, firma di proprietà di Girolamo Ferreri, indicazione di autore e titolo dell’autore a c.1 inscritto in uno stemma ad inchiostro e colori: «Consegli di meneghino| comedia | dell’ill.mo segr.o | maggi | 1697».

- Modena, Archivio Soli-Muratori, Bibl. Estense, filza 7, fasc. 4. Dei Consigli di meneghino sono presenti i versi 1-25 del Prologo I (cc. 110 r-v), un frammento della traduzione plautina (cc. 11r-116v), l’aggiunta della commedia Pensa innanz e pensa despoue (solo dal v. 171) e il Lotto di Genova (cc. 238r-239v e 240r-247v).
05. Edizioni utilizzate

C. M. Maggi, I consigli di Meneghino, a cura di Dante Isella, Torino, Einaudi, 1965. Per il commento e le informazioni sulla tradizione del testo C. M. Maggi, Carlo Maria Maggi e la Milano di fine ‘600, a cura di Gianfranco Ravasi, Baio editore, 1999.

II. Tipo
06. Genere

Commedia.

06. Sottogenere
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07. Generi interni
-
III. Personaggi e rapporti
08. Elenco dei personaggi

Donna Quinzia; Don Lelio; Anselmo; Fabio; Meneghino; Costanzo; Tarlesca; Baltraminna.

09. Protagonisti

Fabio; Meneghino.

10. Personaggi e maschere della commedia dell’arte o da essi derivati

Meneghino.

11. Valore allusivo dei nomi dei personaggi

Donna Quinzia: nome derivato dalla forma femminile del latino Quintus, ma qui collegata probabilmente alla forma milanese Squinzia che significa ‘altezzosa’, ‘smorfiosa’, come denota il suo carattere nella commedia.

12. Rapporti fra i personaggi

Don Lelio, figlio di Donna Quinzia; Fabio, figlio di Anselmo; Meneghino, servo di Fabio; Costanzo, cavaliere mediatore tra le due famiglie; Tarlesca, serva delle monache.

13. Personaggi speculari

Donna Quinzia/Don Lelio: Donna Quinzia appare una donna fiera, altezzosa, orgogliosa della propria origine nobile e disincantata rispetto alla vita quanto Don Lelio risulta affidarsi alle apparenze dei fatti e ed essere lontano dalla intransigenza della madre; Tarlesca/Meneghino: entrambi servi, saggi e avveduti, ma la prima risulta essere più spregiudicata nei modi e sapida nel parlare rispetto alla prudenza e all’accortezza di Meneghino.

14. Soliloqui e monologhi di particolare importanza

Baltraminna: prologoI.1-26: contro la commedia di imitazione plautina in favore di argomenti nuovi; prologoII.1-69: contro la tragedia e in favore del riso a teatro; polemica contro l’uso del dialetto criticato dalla Crusca; intermezzoI.1-195: critica alla società contro i matrimoni troppo dispendiosi e lo sperpero di denaro. intermezzoII.1-193: la storia del ciarlatano e l’arte della «gelomanzia» per comprendere la natura delle persone attraverso la risata.

15. Dialoghi e successioni di monologhi di particolare importanza

Donna Quinzia-Don Lelio, I.1.12-91: nobiltà di sangue e nobiltà per ricchezza; Fabio-Meneghino: I.2.184-341: gli svantaggi della professione militare; Donna Quinzia, I.5.451-484: formazione letteraria di Donna Alba; Fabio-Meneghino II.3.31-141: importanza di applicarsi con studio e passione al proprio lavoro e aspetti della professione legale; Meneghino-Fabio, III.1.105-130: critica all’usanza dei duelli; Fabio-Meneghino: III.4.442-515: descrizione di Roma e del suo ambiente sociale.

16. Uso particolarmente rilevante degli a parte
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17. Personaggi che parlano solo in verso
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18. Personaggi che parlano solo in prosa
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19. Personaggi che parlano a soggetto
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20. Personaggi che alternano testo scritto e improvvisazione
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21. Personaggi che parlano solo in italiano

Fabio, Anselmo, Don Lelio, Costanzo.

22. Personaggi che parlano solo in dialetto, in forme di italiano regionale o storpiato, o in una lingua straniera

Donna Quinzia (milanese ‘italianizzato’); Meneghino (milanese); Tarlesca (milanese); Baltraminna (milanese).

23. Uso significativo e iterativo di figure retoriche o risorse simili

I giochi di parola sono frequenti lungo tutto il testo (usati soprattutto da Tarlesca): ne offriamo soltanto alcuni a modo di esempio. Baltraminna, prologoII.35-62: uso equivoco del dialettale Barnasc, in milanese «paletta per il fuoco», qui deformazione burlesca del monte Parnaso in cui Baltraminna viene relegata dagli accademici; immagine allegorica delle muse derelitte con cui si vuole esprimere la decadenza e l’abbandono della poesia; uso della parola «Musella» non come musa minore, bensì come bisticcio burlesco con la medesima parola in dialetto milanese che significa «labbro rovesciato sporto in fuori»; Baltraminna può abbeverarsi solo «all’osteria del Pozzo», allegoria per indicare che a lei è concesso solo fare della poesia semplice, naturale, senza pretese; Tarlesca, III.6: sequenza di bisticci burleschi che danno alla scena un carattere di farsa.

IV. Intreccio
24. Riassunto dell’argomento del testo

Prologo I: Baltraminna critica la rappresentazione di commedie plautine tradotte in favore di argomenti nuovi e attuali; Prologo II: Baltraminna critica la rappresentazione di tragedie in favore di temi più allegri e di un linguaggio più schietto e dialettale. Atto I: donna Quinzia vuole contrattare un matrimonio favorevole per la figlia Alba, e ne parla schiettamente con il futuro sposo Fabio che comprende ma non si espone, poiché non vuole sposarsi; si entusiasma invece all’idea di andare in guerra, ma Meneghino lo dissuade. Il padre Anselmo ostacola la trattativa per la dote per evitare il matrimonio ma non ci riesce. Intermezzo I: Baltraminna critica la tradizione dei matrimoni troppo costosi e impegnativi nella società contemporanea. Atto II: Anselmo procura al figlio il titolo di conte e la carica di questore, ma Fabio non vuole seguire la carriera giuridica e Meneghino ne comprende le perplessità. Donna Quinzia e don Lelio vengono a sapere del rifiuto del matrimonio da parte di Fabio e dei nuovi onori ottenuti, perciò don Lelio lo sfida a duello. Intermezzo II: Baltraminna, come nel coro greco, racconta la favola del ciarlatano. Atto III: Fabio vorrebbe coinvolgere Meneghino nel duello ma questi rifiuta criticando quest’usanza. Costanzo quindi fa da mediatore, Fabio finge di accettare le condizioni del matrimonio ma chiede di poter fare prima un viaggio a Roma. Dopo la partenza però invia ad Anselmo una lettera in cui annuncia la sua entrata nell’ordine dei cappuccini.

25. Tema principale

Critica alle convenzioni e all’ipocrisia sociale (la volontà da parte di un giovane benestante di andar contro ai valori corrotti della sua società per dedicarsi a una vita più sincera attraverso la via religiosa).

26. Temi secondari

Contrasto tra nobiltà di sangue e borghesia arricchita; riflessione sulla vita militare e sulla professione giuridica; elogio dell’educazione e del buon costume dei giovani nobili e di buona famiglia.

27. Comicità

Lungaggini verbali di Tarlesca nel riferire le notizie (II.3); tentativo di Meneghino di sfuggire al coinvolgimento in duello (III.1.1-99).

28. Elementi polemici, satirici e parodici

Critica alla commedia di imitazione plautina (prologo I); necessità di un teatro nuovo e più attuale (prologo II); critica al rifiuto del dialetto come lingua letteraria (prologo II); critica alla dispendiosità dei matrimoni e agli eccessi nell’ostentazione e nel superfluo (Intermezzo I); critica alla vita militare (I.2); critica della pratica del duello (III.1.105-130); rappresentazione satirica della città di Roma (III.4).

V. Luogo e tempo
29. Luogo generale

Milano.

30. Cambiamenti di luogo

I luoghi non sono indicati e mancano elementi di contesto per dedurli. L’unico passo significativo al riguardo è III.4-6, da cui si deduce che la scena si svolge nel convento delle monache presso cui lavora a servizio Tarlesca.

31. Durata totale dell’azione
Non sono esplicitati riferimenti temporali, sebbene si evinca che l’azione si svolge nell’arco di due giornate perché Tarlesca in III.6 racconta quanto avvenuto la sera prima.
32. Soluzione di continuità temporale fra gli atti o fra le scene
Fra III.5 e III.6 passa una notte (vedi §33).
33. Indicazioni esplicite sul momento temporale presenti nelle battute o nelle didascalie

Ai vv. III.6.554-555 Tarlesca dice: «So che vegn de strasora,/ che no se parla a i sior inscì a bon’ora» (So che vengo i un’ora indiscreta,/ che non si va a parlare ai signori cos’ d buon mattino) e al verso III.6.578 ribadisce: «Ier sira tard» (Ieri sera tardi).

VI. Rispetto della regola delle tre unità
34. Tempo
No
35. Circostanze temporali

Sebbene non ci siano didascalie temporali e dal conteso non sia possibile ricavare indicazioni precise, in III.6, si evince che rispetto alla scena III.5 è trascorsa una notte (vedi §33).

36. Luogo
37. Circostanze spaziali

Sebbene non siano presenti didascalie che specifichino i luoghi di svolgimento delle singole azioni, dal contesto si deduce che la vicenda si svolge a Milano, verosimilmente in casa di Donna Quinzia, in casa di Anselmo e nel monastero dove risiede Donna Ersilia, sorella di Fabio.

38. Azione
39. Circostanze particolari dello sviluppo dell’argomento

L’azione ruota interamente attorno alla questione del matrimonio tra Donna Alba e Fabio, costruendosi interamente sugli scambi verbali tra i personaggi.

VII. Elementi materiali, performativi e didascalici
40. Uso di oggetti particolari
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41. Uso di effetti sonori e musicali
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42. Uso di effetti speciali
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43. Scena con ampia presenza di personaggi
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44. Didascalie di particolare importanza
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VIII. Prima recita
45. Prima recita

Milano, Collegio dei Nobili, carnevale del 1697.

46. Altre recite nel Settecento
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IX. Il testo in Goldoni
47. Riferimenti, diretti o indiretti, al testo o al suo autore presenti negli scritti o nelle opere di Goldoni
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48. Aspetti del testo particolarmente rilevanti in rapporto con il teatro goldoniano.

I.5.451-564 Donna Quinzia esalta le particolari doti della figlia, Donna Alba, nell’ambito della cultura letteraria e dell’arte della musica, l’educazione e l’attitudine a rispettare tradizioni, ruoli e oneri familiari, qualità che le conferiscono grande signorilità e nobiltà d’animo. Le seguenti tematiche ricorreranno spesso nelle opere goldoniane (C. M. Maggi, Carlo Maria Maggi e la Milano di fine ‘600, a cura di Gianfranco Ravasi, Baio editore, 1999 p. 163). I.2: in merito al tema della critica alla guerra, Maggi anticipa il medesimo tema presente in Goldoni in L’amante militare e La guerra (Ivi, p. 153).

X. Altri eventuali dati d’importanza presenti nei paratesti proemiali e altre osservazioni d’interesse
49. Dati dei paratesti

Prologo II.52-68. Baltraminna fa riferimento alla critica dell’Accademia della Crusca nei confronti dell’uso del dialetto nella commedia e cita Cesare Caporali e Francesco Berni, in qualità di esponenti del genere burlesco, a difesa della poesia dialettale.

50. Osservazioni

Prologo I: L’incipit enunciato da Baltraminna, con il quale scaccia la commedia, ha fatto presupporre a Isella che il primo Prologo fosse preceduto dalla recita dell’atto I dell’Aulularia di Plauto, tradotto in toscano dallo stesso Maggi (C. M. Maggi, I consigli di Meneghino, a cura di D. Isella, Torino, Einaudi, 1965, p. 129).

Prologo II: L’incipit enunciato da Baltraminna con il quale scaccia la tragedia, ha fatto presupporre a Isella che il secondo Prologo fosse preceduto dalla recita dell’atto III della Troade di Seneca, tradotto in toscano dallo stesso Maggi (C. M. Maggi, I consigli di Meneghino, a cura di D. Isella, Torino, Einaudi, 1965, p. 129).