I. Titolo e dati bibliografici | ||
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00. Schedatore/Schedatrice
Gutiérrez Carou, Javier
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01. Autore
Dosi Grati, Maria Isabella (Dorigista)
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02. Titolo
Amore interrotto dalla prudenza
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03. Titolo completo
Amore interrotto dalla prudenza, comedia di Dorigista. |
04. Manoscritti
Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna, manoscritto A2322 (manoscritto idiografo con qualche correzione probabilmente autografa dell'autrice). |
05. Edizioni utilizzate
Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna, manoscritto A2322 (si è tenuto conto anche dell’unica edizione conosciuta: Amore interrotto dalla prudenza, Bologna, Stampa di Gio: Pietro Barbiroli alla Rosa, 1709). Il manoscritto sembra essere l’antigrafo su cui fu esemplata l’edizione poiché presenta le firme di due censori che risultano anche sul testo a stampa. |
II. Tipo | ||
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06. Genere
Commedia. |
06. Sottogenere
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07. Generi interni
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III. Personaggi e rapporti |
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08. Elenco dei personaggi
Gentile, figlia del Dottore; Trofaldino (Truffaldino) servo; Lisimiro, amante; Pantalone. È nominato anche un certo Merdacai, che non compare mai in scena. |
09. Protagonisti
Trofaldino, Dottore, Gentile. |
10. Personaggi e maschere della commedia dell’arte o da essi derivati
Dottore, Trofaldino, Pantalone. |
11. Valore allusivo dei nomi dei personaggi
Gentile, figlia di Pantalone, esempio di ragazza assennata ma con idee proprie e volontà per difenderle; Merdacai, il cui nome è allusivo in modo esplicito, è un personaggio solo nominato. |
12. Rapporti fra i personaggi
Il Dottore tenta di far sposare la figlia Gentile con Pantalone, avvalendosi anche di trucchetti non troppo leciti per convincere la ragazza; Lisimiro, nipote di Pantalone, e Gentile sono innamorati; alla fine Pantalone accetta di ritirare la sua offerta di matrimonio, permettendo così il matrimonio dei due giovani; Trofaldino è il solito secondo zanni tonto e imbroglione. |
13. Personaggi speculari
Dottore/Pantalone: il primo tenta di screditare Lisimiro davanti alla figlia per convincerla ad accettare Pantalone come marito, ma il vecchio veneziano dimostra maggiore assennatezza e si ritira dalla battaglia contro il nipote. |
14. Soliloqui e monologhi di particolare importanza
II.2: soliloquio del Dottore in cui afferma che è necessario sposare al più presto sua figlia con «un certe Zuuenott de settant’ann» (Pantalone), che ne aveva chiesta la mano; II.4: soliloquio di Gentile che lamenta che suo padre, senza tenere conto del suo parere, perseveri nella volontà di maritarla con Pantalone solo per risparmiare la dote: si ripromette di far rispettare la sua volontà. |
15. Dialoghi e successioni di monologhi di particolare importanza
III.2: dialogo fra il Dottore e Gentile in cui il vecchio vuole convincere la figlia a sposare Pantalone. Il dialogo è molto interessante per gli argomenti pro e contro utilizzati dagli interlocutori sull’autorità paterna, sul mancato rispetto della volontà dei figli e sull’esperienza della vita. |
16. Uso particolarmente rilevante degli a parte
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17. Personaggi che parlano solo in verso
Nessuno. |
18. Personaggi che parlano solo in prosa
Tutti. |
19. Personaggi che parlano a soggetto
Nessuno (almeno nella forma in cui ci è pervenuto il testo, ma non è impossibile che nella versione recitata ci fossero parti improvvisate dalle maschere; cfr. §§47 e 48). |
20. Personaggi che alternano testo scritto e improvvisazione
Nessuno (cfr. §19). |
21. Personaggi che parlano solo in italiano
Gentile, Lisimiro, il Dottore (ma solo quando si finge Lisimiro e parla con Gentile in III.4; cfr. §22). |
22. Personaggi che parlano solo in dialetto, in forme di italiano regionale o storpiato, o in una lingua straniera
Dottore (bolognese, tranne quando, fingendosi Lisimiro, parla con Gentile adoperando l’italiano, in III.4; cfr. §21), Trofaldino (bergamasco), Pantalone (veneziano; il bergamasco, in minor grado, e il veneziano, in particolar modo, sono approssimativi). |
23. Uso significativo e iterativo di figure retoriche o risorse simili
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IV. Intreccio |
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24. Riassunto dell’argomento del testo
Atto primo: Mentre aspetta il suo innamorato Lisimiro, Gentile sa tramite Trofaldino che quegli si è trattenuto per strada a parlare con un’altra donna, per cui si ritira indispettita. Restato solo, Trofaldino si lamenta di quanto lo tratti male la sua morosa. Quando arriva Lisimiro, lamentandosi di essere in ritardo contro sua volontà, pensa che la ritardataria sia Gentile. Quando Lisimiro vede il Dottore che arriva, lo saluta e si allontana. Il Dottore pensa che sia andato via intimorito dalla sua presenza e si convince che debba far sposare sua figlia al più presto con l’uomo da lui sceltole. A casa Gentile si lamenta della creduta infedeltà di Lisimiro. Presa dalla disperazione va nella camera accanto (poi si saprà che vi è andata per scrivere una lettera a Lisimiro) e chiede a Trofaldino di avvertirla se fosse arrivato suo padre (il Dottore). Tra sé Trofaldino dice che, se fosse arrivato il Dottore, sarebbe fuggito, nel frattempo si mette a dormire. Quando arriva il Dottore, Trofaldino fa di tutto per far notare a Gentile che suo padre è arrivato, ma senza riuscirci. Dopo aver chiesto dove è sua figlia senza aver ottenuto risposta, il Dottore va via comandando a Trofaldino di fare una commissione di cui gli aveva parlato il giorno prima. Gentile chiama Trofaldino e questi entra. In strada, mentre si nasconde, il Dottore afferma, proferendo spropositate minacce, che si fermerà a spiare chi entra o esce di casa sua. Quando esce Trofaldino con una lettera (che poi si saprà gli ha dato Gentile per portarla a Lisimiro), il Dottore se ne accorge e lo imbroglia con un lazzo, in modo tale che riesce a sostituite alla lettera di Gentile un’altra sua senza che lo zanni se ne accorga. Il Dottore torna a casa e Trofaldino va via a consegnare la lettera a Lisimiro pensando, felice, alla mancia che questi gli avrebbe dovuto dare. Atto secondo: Lisimiro si lamenta che Gentile sia mancata all’appuntamento con lui. Trofaldino consegna la lettera a Lisimiro, che gli chiede di lasciarlo solo per leggerla a suo piacere. Lisimiro resta sbalordito quando legge la lettera piena di spropositi e di conti e pensa che sia stato burlato da Trofaldino. Pantalone dice al Dottore di avere molta fretta di sposare sua figlia perché lo fa sentire pieno di vigore e di forza. Il Dottore gli dice che lei non lo vuole, ma che riuscirà a convincerla. Dopo che Pantalone è andato via, il Dottore racconta a sua figlia i suoi piani di matrimonio per lei. Gentile gli risponde che non basta che lo sposo piaccia al padre, ma che deve piacere anche alla ragazza. Quando viene a sapere che si tratta di Pantalone si rifiuta assolutamente di accettarlo e va via. Da solo, il Dottore si ripromette di riuscire a convincere la figlia e anche di essere molto attento a intercettare la lettera che sicuramente le invierà Lisimiro in risposta a quella che lui ha cambiato a Trofaldino e va via. Arriva lo zanni e racconta a Lisimiro di essere stato bastonato da un altro pretendente della sua ragazza. Lisimiro lo prende in giro e poi lo minaccia egli stesso accusandolo di aver cambiato la lettera di Gentile. Poi gli dà un calcio e, prendendolo per braccio, lo porta via. Dentro la casa Gentile si lamenta di non aver avuto risposta da Lisimiro alla lettera che gli aveva fatto pervenire tramite Trofaldino e, affermando la sua volontà di non sposare Pantalone, depreca il fatto che suo padre voglia maritarla con l’anziano solo per risparmiarsi la dote. Il Dottore finge di voler regalare un abito, che gli avrebbe proposto di acquistare un certo Merdacai, a Trofaldino e gli dice di provarlo. Mentre il Dottore aiuta Trofaldino a svestirsi e a mettersi l’abito che gli vorrebbe regalare gli storce il braccio e gli cambia una lettera che Trofaldino portava in tasca per Gentile (si viene a sapere poi che è la risposta di Lisimiro) con un’altra sua. Mentre il Dottore va a chiedere il prezzo dell’abito a Merdacai, Trofaldino si illude della bella figura che avrebbe fatto con la sua morosa se avesse avuto il vestito. Torna il Dottore e gli dice di toglierlo perché è troppo caro. Trofaldino fugge, il Dottore lo insegue. |
25. Tema principale
Amore. |
26. Temi secondari
Matrimonio, volontà dei figli e autorità dei genitori («gentile [al Dottore suo padre che vuole che sposi Pantalone] Tutto ciò che egli fà è sommamente ben fatto, ed’ io sono tenuta senza replica all’obbedienza; mà il congiungermi con huomo, qual è Pantalone non è di mio genio, ne lei Sig.r Padre puole con tutta l’autorità che hà sopra di mè obligarmi à tal maritaggio.»; III.2), avarizia. |
27. Comicità
La comicità poggia fondamentalmente su Trofaldino e sul Dottore. Il primo genera fraintendimenti per la sua scemenza e complica tutte le situazioni, facendosi oggetto di riso con le sue assurde riflessioni sulla sua morosa o utilizzando anche battute scatologiche in qualche caso forzate (come in III.1 in cui risponde quando Gentile lo chiama, anche se la battuta finale dello zanni è molto interessante per la volontà di uguagliare i ruoli sociali sul piano biologico: «Trofaldino A son què, manc mal, ch’haueua giust in punt finì la mi operazion. gentile Che operazione[?] Trofaldino Mò quella dal cagar; l’è stà assà ch’an uegna con le bragh in man. Gentile Indegno, parla con rispetto. Trofaldino L’è una cosa ch’hà la fà anca Vù Sig.ra.»); lo zanni fa inoltre battute sugli affetti degli altri personaggi. Nemmeno il Dottore sfugge la scatologia e la volgarità, specie in II.2 quando questi presenta come bellezze tutti i difetti fisici che Gentile trova in Pantalone: «Gentile E quel puzzor de piedi. Dottore Ò à truuaressi dfett fin in t’al Sol, ne ue pias al furmaz[?]». |
28. Elementi polemici, satirici e parodici
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V. Luogo e tempo |
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29. Luogo generale
Bologna («Trofaldino Mò l’è stada curiosa con qual Dottor, am’al son fatto correr drì per mezza Bulogna...», III.1): casa del dottore e via davanti, casa di Lisimiro. |
30. Cambiamenti di luogo
Tutta la commedia si svolge fra la strada davanti alla casa del Dottore e una camera all’interno di questa, con una sola scena in casa di Lisimiro (III.3), vale a dire, la solita alternanza interno/esterno presente in tanti canovacci dell’Arte: I.1-2: Strada d’avanti (alla casa del Dottore e Gentile); I.3-4: camera (in casa del Dottore); I.5-II.1: strada; II.2: camera; II.3: strada; II.4-5-III.1-2: camera; III.3: camera (in casa di Lisimiro); III.4: strada; III.5: camera (in casa del Dottore). |
31. Durata totale dell’azione
Ci sono pochi dati precisi, ma non si osservano salti temporali apprezzabili, per cui si può supporre che la commedia si svolga in una giornata fino alla sera, ma prima dell’ora di cena, quando Lisimiro va alla casa del Dottore (l’arrivo del tramonto è chiaramente alluso in una battuta di Trofaldino (cfr. §33).
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32. Soluzione di continuità temporale fra gli atti o fra le scene
Non si osservano salti temporali significativi né fra gli atti né fra le scene.
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33. Indicazioni esplicite sul momento temporale presenti nelle battute o nelle didascalie
«Gentile [...] questa sera uerrò alla uostra Casa...» (III.1, lettera di Lisimiro, in realtà del Dottore, letta da Gentile); «Gentile Hor senti uà tosto da Lisimiro, e dilli che à un’hora di notte io l’attendo alla mia Casa, conforme mi scriue.» (III.1); «Trofaldino [...]à uui andar, ch’al dè cmenza à far le cerimoni con la nott, e tors licenza, an son dal Sig.r Lisimir ch’l’è scur, e la nott à si ued pocch, prest pur ch’à camina.» (III.1); «Gentile col lume in mano» (III.2didascalia); «Dottore E lè, subit ch’è un tantin sira à strascinar l’oli in Cusina, e le Candell’in Camera...» (III.2); «Camera di Lisimiro con lume.» (III.3didascalia); «Lisimiro Penso che possi uolere questa Sig.ra à un’hora, la quale adesso per appunto la sento battere; ò disgraziato senti l’hora di notte, che in questo istante già suona...» (III.3); «Dottore, Gentile; e poi Lisimiro, e Trofaldino con lanterna spenta dall’altra parte.» (III.4didascalia); «Lisimiro Và ad’accendete [sembra errore per ‘accendere’] il spento lume.» (III.4); «Trofaldino col lume.» (III.4didascalia); «(li piglia il lume)» (III.4didascalia); «Trofaldino [...] ò che nott scura à ne si ued, cmod s’al fuss andà zò l’Sol.» (III.4); «Camera con Tauolino, e lume» (III.5didascalia); «Dottore Os’l’è aggiustà; ai hò ditt ch’à si innocent; hora l’è què pronta per daru la man; uegnì inanz; cosa, fau mò anch’ l’artrosa, concludenla ch’l’è hora d’andar à cena.» (III.ultima) / Anche se è un tempo non rappresentato, si fa riferimento al giorno prima a quello in cui svolge l’azione («Dottore [...] os uà in quel seruizi ch’à te diss iersira, quand te prà ch’an’i’hò frezza»; I.4) e anche al giorno successivo («Dottore Se la mi radis, e dmattina à mè darì una risposta...»; III.2). |
VI. Rispetto della regola delle tre unità | |
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34. Tempo
Sì
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35. Circostanze temporali
L’azione si svolge linearmente senza salti: è possibile suppore un tempo non superiore a una giornata. |
36. Luogo
Sì
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37. Circostanze spaziali
L’azione si svolge a Bologna all’interno della casa di Lisimiro e di quella del Dottore e sulla strada che v’è davanti. |
38. Azione
Sì
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39. Circostanze particolari dello sviluppo dell’argomento
L’unica azione è tutta accentrata sull’amore di Gentile e Lisimiro e sugli ostacoli che devono superare per sposarsi. |
VII. Elementi materiali, performativi e didascalici |
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40. Uso di oggetti particolari
Le lettere del Dottore con cui sostituisce quelle di Gentile e di Lisimiro, scritte dal vecchio con l’intenzione di far litigare i giovani innamorati (I.3-5; II.1; III.1). |
41. Uso di effetti sonori e musicali
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42. Uso di effetti speciali
Anche se non implica l’uso di tecnologia particolare, va sottolineata l’importanza delle scene notturne dell’atto terzo. |
43. Scena con ampia presenza di personaggi
Come è frequente, nell’ultima scena della commedia, sono presenti tutti e cinque i personaggi. |
44. Didascalie di particolare importanza
Quelle che fanno riferimento alla luce e all’oscurità dalla scena III.3 in poi per l’importanza di tale fatto nello svolgersi dell’azione, specie in III.3-4, scene in cui il Dottore finge di essere Lisimiro e questi sta per ucciderlo, non riconoscendolo fino a quando arriva Trofaldino con un lume. |
VIII. Prima recita |
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45. Prima recita
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46. Altre recite nel Settecento
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IX. Il testo in Goldoni |
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47. Riferimenti, diretti o indiretti, al testo o al suo autore presenti negli scritti o nelle opere di Goldoni
Goldoni non cita mai né l’autrice, né alcuna delle sue opere, ma in un brano dei Mémoires parla dell’attività teatrale dilettantesca a Bologna: «C’est dans cette ville, la mere des sciences, et l’Athenes de l’Italie, qu’on s’étoit plaint, quelques années auparavant, de ce que ma réforme tendoit à la suppression des quatre masques de la Comédie Italienne. Les Bolonnois tenoient plus que les autres à ce genre de Comédies. Il y avoit, parmi eux, des gens de mérite qui se plaisoient à composer des Pieces à canevas, et des citoyens très-habiles les jouoient fort bien, et faisoient les délices de leur pays.» (Carlo Goldoni, Mèmoires, in Id., Tutte le opere, a cura di Giuseppe Ortolani, Milano, Mondadori, 19432, p. 346, Parte seconda, capitolo XXIV). |
48. Aspetti del testo particolarmente rilevanti in rapporto con il teatro goldoniano.
È molto interessante sottolineare come il testo di Dorigista superi la comicità vana della commedia dell’arte e affronti l’argomento dei matrimoni combinati dai genitori, e della capacità di decisione dei figli al riguardo. Anche se è vero che alla fine Gentile sposa l’uomo che desidera contro la prima decisione del padre, il Dottore, è anche vero che tale circostanza deriva dalla decisione di Pantalone di ritirare la sua proposta di matrimonio a favore di quella del proprio nipote e non dal fatto che il vecchio bolognese si pieghi alla volontà della figlia. |
X. Altri eventuali dati d’importanza presenti nei paratesti proemiali e altre osservazioni d’interesse |
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49. Dati dei paratesti
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50. Osservazioni
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