I. Titolo e dati bibliografici
00. Schedatore/Schedatrice
Chichiriccò, Emanuela
01. Autore
Frugoni, Francesco Fulvio
02. Titolo
Innocenza riconosciuta, L'
03. Titolo completo

L’innocenza riconosciuta. Drama musicale

04. Manoscritti
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05. Edizioni utilizzate

L’innocenza riconosciuta, Drama musicale del Padre Francesco Fulvio Frugoni Minimo. Posta in musica da Francesco Righi Maestro di Cappella del Giesù, e dedicata ai Serenissimi Collegi della Gloriosa Republica di Genova, In Genova, Per Gio. Maria Farroni, Con lic. de’ superiori, 1653.

II. Tipo
06. Genere

Melodramma.

06. Sottogenere
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07. Generi interni
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III. Personaggi e rapporti
08. Elenco dei personaggi

L’Innocenza, che fa il Prologo; Geneviefa, contessa; Sifrido, conte, suo marito; Golo, maggiordomo di Sifrido; Rampino, suo servitore; Malisarda, nodrice; Fiorino, paggio; Medusea, maga; Drogane; Tagliavento, bravo; Angelo; Crocefisso. [Da integrare con le due Furie evocate da Medusea (II.3)]

09. Protagonisti

La coppia di eroi positivi, i conti Geneviefa e Sifrido, e l’antagonista Golo, motore dell’azione.

10. Personaggi e maschere della commedia dell’arte o da essi derivati
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11. Valore allusivo dei nomi dei personaggi

Rampino: il caratteristico nome teatrale di sapore furbesco (un Rampino compare, tra l’altro, nello Schiavetto di G.B. Andreini) assume qui il valore di vero e proprio nome parlante quando il personaggio di Rampino vede la sua mano cambiarsi in uncino (o rampino, appunto) per opera del fantasma di Drogane (III.4).

12. Rapporti fra i personaggi

Geneviefa-Sifrido; innamorati; Golo: luogotenente di Sifrido, innamorato di Geneviefa; Rampino, servitore di Golo; Malisarda, nutrice di Geneviefa, innamorata di Rampino.

13. Personaggi speculari
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14. Soliloqui e monologhi di particolare importanza

Golo, contro lo sdegno femminile, I.2 e I.9; Malisarda, vecchiaia, I.3; Malisarda, infedeltà maschile, I.6; Golo pianifica la sua vendetta contro Geneviefa, II.1; Sifrido contempla il suo castello e lamenta l’infedeltà di Geneviefa, III.1; Sifrido lamenta il tradimento di Golo e l’«innocenza tradita» di Geneviefa, III.7.

15. Dialoghi e successioni di monologhi di particolare importanza

Rampino/Malisarda, dialogo con finta Eco, I.3; Golo/Geneviefa, falsa notizia della morte di Sifrido, I.8; Golo denuncia a Sifrido il tradimento di Geneviefa, II.5; Golo e Medusea ingannano Sifrido, II.7; Tagliavento salva la vita a Geneviefa, II.13; l’ombra di Drogane appare a tormentare Rampino, Malisarda e Golo, III.5; riconoscimento tra Sifrido e Geneviefa, III.13; Golo e Rampino, dalla prigione, si pentono con Malisarda e Tagliavento delle loro azioni, III.17; Geneviefa e Sifrido perdonano Golo, Rampino e Malisarda, III.18.

16. Uso particolarmente rilevante degli a parte

Geneviefa dissimula la diffidenza verso Golo, che da parte sua pregusta i frutti del suo inganno, I.8.

17. Personaggi che parlano solo in verso
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18. Personaggi che parlano solo in prosa
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19. Personaggi che parlano a soggetto
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20. Personaggi che alternano testo scritto e improvvisazione
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21. Personaggi che parlano solo in italiano

Tutti.

22. Personaggi che parlano solo in dialetto, in forme di italiano regionale o storpiato, o in una lingua straniera
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23. Uso significativo e iterativo di figure retoriche o risorse simili

Malisarda, giovinezza come fiore da cogliere, I.9 ripresa, in accezione negativa, in III.15; Geneviefa, paragone tra la sua sofferenza e la passione di Cristo III.11; Sifrido, pensieri come belve impossibili da cacciare, III.12.

IV. Intreccio
24. Riassunto dell’argomento del testo

La trama, come segnalato nell’Argomento, prende spunto da una vicenda storica narrata da Nicolas Caussin, ambientata a Triviri all’epoca delle battaglie di Carlo Martello contro l’invasione arabo-islamica (732-717).

Atto I: Golo, dopo la partenza del conte Sifrido, rimane a custodirne il castello e la sposa, Geneviefa. Innamorato di quest’ultima, tenta di conquistarla facendole recapitare una lettera d’amore dal servo Rampino e tramite la persuasione della nutrice Malisarda, che aiuta il progetto di Golo blandita dalla corte dell’amato Rampino. Geneviefa respinge sdegnata ogni discorso, soprattutto quelli della vecchia nutrice che le dipingono il conte come un amante volontariamente lontano e infedele. Golo tenta allora di convincere la contessa della morte del marito, offrendole la sua protezione, ma la donna non gli crede e, stanca delle sue insistenze, progetta la fuga con l’aiuto del cuoco Drogane. Avvertito da Rampino, Golo sventa il piano e fa arrestare i fuggiaschi.

Atto II: Golo chiede l’aiuto della maga Medusea; raggiunge Sifrido sulla via del ritorno per anticipargli il (finto) tradimento di Geneviefa con Drogane, tradimento di cui Sifrido crede di trovare prova in un’immagine evocata ad arte da Medusea. Il conte, convinto dell’infedeltà della donna, ordina a Rampino di avvelenare il cuoco e a Tagliavento di uccidere la moglie. Tagliavento, però, non porta a termine l’assassinio, libera Geneviefa e torna al castello con una falsa prova della sua morte.


Atto III: Il fantasma di Drogane punisce Rampino trasformando la sua mano in uncino, rimprovera Malisarda la sua immoralità e invita Golo, che tenta di trapassarlo con la spada, a pentirsi delle sue azioni. Sifrido, dopo aver raccontato al luogotenente un sogno premonitore, si avvia nel bosco per una battuta di caccia; lì è raggiunto dal fantasma di Drogane che gli rivela il tradimento di Golo. Nello stesso bosco si aggira Geneviefa, soccorsa da sacre visioni che le preannunciano un esito felice alle sue sofferenze. I due nobili si incontrano e Sifrido, consolato dalla disperazione per aver fatto uccidere la moglie, che riconosce ora innocente, vorrebbe tornare al castello per punire Golo. Nel finale, però, tutti i colpevoli sono perdonati grazie all’intercessione di Geneviefa.
25. Tema principale

Vittoria dell’innocenza sulla maldicenza.

26. Temi secondari

Sacralità dell’amore coniugale, perdono terreno per il male commesso, fede cristiana.

27. Comicità

La comicità è impiegata da quasi tutti i personaggi “bassi” del melodramma; in particolare si concentra intorno alla lascivia e alla vecchiaia di Malisarda e alla propensione al vino e al gioco di Rampino e Tagliavento (es. II.9).

28. Elementi polemici, satirici e parodici
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V. Luogo e tempo
29. Luogo generale

L’azione si svolge tra il castello di Triviri con le annesse carceri e i boschi circostanti. La scena dovrebbe contenere simultaneamente tutti gli elementi che caratterizzano i diversi luoghi ma non sono presenti indicazioni o descrizioni di luogo nelle didascalie.

30. Cambiamenti di luogo

Pur in mancanza di didascalie, dalle battute dei protagonisti si può dedurre che l’azione si sviluppa tra l’esterno del palazzo di Sifrido e quello dell’abitazione di Medusea («ed ecco appunto […] ch’esce dal suo tugurio» II.1); la didascalia della scena II.6 («Geneviefa in prigione e Drogane da un’altra prigione») fa immaginare che l’azione si posti parzialmente ad un livello superiore della scenografia, con il quale gli altri personaggi interagiscono dal palco; l’azione si concentra di nuovo di fronte al tugurio di Medusea nella scena II.7 e poi ancora sotto le carceri nella scena II.8; a partire dalla scena II.13 l’azione si sviluppa invece tra il castello e il bosco (Tagliavento, II.13: «In questi opachi e solitari nidi/ rinsalvatevi presto») per tornare in vista delle prigioni alla scena III.14.

31. Durata totale dell’azione
Una giornata.
32. Soluzione di continuità temporale fra gli atti o fra le scene
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33. Indicazioni esplicite sul momento temporale presenti nelle battute o nelle didascalie

Le didascalie mancano di indicazioni temporali specifiche ma l’azione si svolge presumibilmente nell’arco di una giornata; ne sono pur vago indizio alcune battute che scherzano sul darsi la buonanotte nonostante sia giorno (I.10), l’invocazione delle Furie a Medusea («per te di notte vestiremo il dì», II.3) e quella di Medusea alle forze infere («feci per voi notte del dì», II.7), che invitano ad immaginare l’intervento di un’oscurità artificiosa.

VI. Rispetto della regola delle tre unità
34. Tempo
35. Circostanze temporali

Mancano indicazioni temporali precise ma gli eventi possono svolgersi nell’arco di una giornata.

36. Luogo
37. Circostanze spaziali

Mancano indicazioni spaziali precise ma l’azione si sviluppa intorno al castello di Triviri e ai vicini boschi senza bisogno di cambi integrali di scena.

38. Azione
39. Circostanze particolari dello sviluppo dell’argomento

Il dramma è incentrato sul tradimento di Golo e sul riconoscimento da parte di Sifrido dell’innocenza di Geneviefa; le vicende dei personaggi secondari sono irrilevanti rispetto all’azione e non determinano nessuna deviazione rispetto all’argomento principale.

VII. Elementi materiali, performativi e didascalici
40. Uso di oggetti particolari

Finta lettera che annuncia la morte di Sifrido, I.8; ritratto di Malisarda da giovane I.9; specchio magico di Medusea, II.7; vino rosso di Rampino II.11 e III.4; pugnale per Tagliavento II.13; bastone per Malisarda III.1; finta lingua per dimostrare a Golo la morte di Geneviefa III.3; spada per Golo III.4; abiti da cacciatore per Sifrido III.12.

41. Uso di effetti sonori e musicali
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42. Uso di effetti speciali

Apparizione delle due furie infernali ad opera di Medusea, II.3; evocazione di un’atmosfera infera e apparizione in uno specchio magico dell’immagine di Geneviefa e Drogane in atteggiamenti lascivi ad opera di Medusea, II.7; apparizione dell’ombra di Drogane, III.4; trasformazione della mano di Rampino in uncino per opera di Drogane e scioglimento del sortilegio grazie al perdono di Geneviefa, rispettivamente III.4 e III.18; apparizione dell’ombra di Drogane a Sifrido, III.6; apparizione degli angeli e di un Crocifisso che dialoga con Geneviefa, III.10-11.

43. Scena con ampia presenza di personaggi

Cattura di Geneviefa e Drogane, 5 personaggi, I.14; perdono finale di Geneviefa, 6 personaggi, III.18.

44. Didascalie di particolare importanza
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VIII. Prima recita
45. Prima recita

Genova, Teatro del Falcone, 1653.

46. Altre recite nel Settecento
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IX. Il testo in Goldoni
47. Riferimenti, diretti o indiretti, al testo o al suo autore presenti negli scritti o nelle opere di Goldoni
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48. Aspetti del testo particolarmente rilevanti in rapporto con il teatro goldoniano.
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X. Altri eventuali dati d’importanza presenti nei paratesti proemiali e altre osservazioni d’interesse
49. Dati dei paratesti

L’edizione dell’opera è datata al 1653 e la dedica di Francesco Righi, maestro di cappella della chiesa del Gesù di Genova, è rivolta “ai serenissimi Collegi della città di Genova”.

50. Osservazioni
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