I. Titolo e dati bibliografici
00. Schedatore/Schedatrice
Frutos Martínez, María Consuelo de
01. Autore
Gigli, Girolamo
02. Titolo → Edizione
Furberie di Scappino, Le
03. Titolo completo

Le furberie di Scappino.

04. Manoscritti
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05. Edizioni utilizzate

Le furberie di Scappino. Commedia; Siena, Bonetti, per Francesco Rossi Stampatore, 1752 (princeps).

Le furberie di Scappino. Commedia; Bologna, Corciolani ed eredi, S. Tommaso d’Aquino, 1753.

II. Tipo
06. Genere

Commedia.

06. Sottogenere
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07. Generi interni
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III. Personaggi e rapporti
08. Elenco dei personaggi

Argante, padre di Ottavio e di Zerbinetta; Geronte, padre di Leandro e di Giacinta; Ottavio, figliolo di Argante e amante di Giacinta; Leandro, figliolo di Geronte e amante di Zerbinetta; Zerbinetta, creduta Zingara egiziana e riconosciuta figlia di Argante e amante di Leandro; Giacinta, figliola di Geronte e amante di Ottavio; Scappino (Scapino), servo di Leandro; Silvestro, servo di Ottavio; Nerina, balia di Giacinta; Moschino, furbo; due facchini [che non parlano].

09. Protagonisti

Scappino, Leandro, Ottavio, Argante e Geronte sono i personaggi che occupano più spazio nella pièce. Scappino è il vero protagonista, onnipresente in tutta l’opera con le sue “spiritose invenzioni” (I.2.11). Grazie alle sue furberie riesce a risolvere le difficili situazioni dei giovani innamorati, Ottavio e Leandro, mediante gli inganni orditi ai danni dei loro genitori, Argante e Geronte, e addirittura si vendica del vecchio Geronte per aver mentito. Zerbinetta e Giacinta, le ragazze di cui sono innamorate Leandro e Ottavio, seppur presenti occupano un posto secondario.

10. Personaggi e maschere della commedia dell’arte o da essi derivati

Scappino, servo scaltro che prende il nome della nota maschera di primo zanni.

Geronte e Argante, vecchi mercanti avari che ricordano alcuni dei tratti della maschera di Pantalone.

Moschino, furbo, anche se funge da semplice messaggero, intervenendo solo in II.4 e III.12-13, presenta alcuni tratti del primo zanni.

Silvestro in II.6 compare travestito da «Spadaccino bravo», come un Capitano dell’Arte.
11. Valore allusivo dei nomi dei personaggi

Scappino (da scappare).

12. Rapporti fra i personaggi

Leandro-Scappino: padrone-servo; Leandro-Zerbinetta: innamorati; Geronte-Leandro: padre-figlio; Geronte-Giacinta: padre-figlia; Ottavio-Silvestro: padrone-servo; Ottavio-Giacinta: innamorati; Argante-Ottavio: padre-figlio; Argante-Zerbinetta: padre-figlia; Giacinta-Nerina: padrona-balia.

13. Personaggi speculari
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14. Soliloqui e monologhi di particolare importanza
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15. Dialoghi e successioni di monologhi di particolare importanza

Scappino racconta a Ottavio che ha avuto dei problemi con la Giustizia e che ha subito tormento (I.2.19) per cui parla molto male della giustizia nel tentativo di evitare che Argante faccia causa al fratello di Giacinta (II.5.55) e anche per evitare lo scioglimento del matrimonio del figlio Leandro.

16. Uso particolarmente rilevante degli a parte

Silvestro (III.6.14), con effetto comico.

17. Personaggi che parlano solo in verso
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18. Personaggi che parlano solo in prosa

Tutti.

19. Personaggi che parlano a soggetto
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20. Personaggi che alternano testo scritto e improvvisazione
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21. Personaggi che parlano solo in italiano

Tutti.

22. Personaggi che parlano solo in dialetto, in forme di italiano regionale o storpiato, o in una lingua straniera

Scappino adopera un italiano storpiato dalla pronuncia tedesca, francese, bolognese, spagnola, siciliana, ecc., ma solo in momenti molto concreti per vendicarsi di Geronte (III.2.38 e 48).

23. Uso significativo e iterativo di figure retoriche o risorse simili

Esclamazioni: “Cancaro”: Silvestro (I.1.24); Argante (I.4.41, II.5.46); Geronte (III.2.3). “Orsù”: Scappino (I.3.20); Giacinta (I.3.9); Argante (II.5.46). “Ohibò”: Scappino (II.4.45; II.6.8); Silvestro (III.8.11); Geronte (III.13. 18). “Vada al diavolo”: Argante (II.5.36; 48). “Sangue di Bacco”: Argante (II.6.19). “Corpo di Bacco”: Silvestro (II.6.35). “Ahimè”: Scappino (II.7.85; III.13.1). “Che diavolo...?”: Silvestro (I,3.53), Argante (II.7.52, 56, 62 ecc.). “Come diavolo...?”: Genaro (II.7.48). “oh Cielo!”: Geronte (III.2.29, II.7.21). “Diavolo tho?”: Scappino (III.8.5).

Onomatopee: “Tach: Tach: Tach; Tach” [per indicare stoccate]: Silvestro (II.6.29, 31 e 33). “Ah, ah, ah” [per indicare riso]: Scappino (II.6.58); Zerbinetta (III.3.1 e 3). “Ahi, ahi” [per indicare dolore fisico] Geronte (III.2.40); Scappino (III.2.43). “Ohi, ohi” [per dolore fisico] Geronte (III.2.44); Scappino (3.2.55). “Zi, zi,zi” [per indurre al silenzio]: Scappino (III.2.20); Geronte (III.2.29).

Ripetizioni: “To, to, to”: Scappino (I.2.33). “Ohibò, ohibò”: Scappino (I.2.54, II.4.45, II.6.8); “Zitto, zitto”: Scappino (I.3.13).

Espressioni in latino: “E prometterete de restituione, si, & quatenus &c. l’uno per l’altro insolidum? ”: Scappino (II.4.56).

Modi di dire: “Farmi vedere lucciole per lanterne”: Argante (I.4.11). “Fate l’indiano eh?”: Argante (I.4.37); “Come come. Como è di là da Milano”: Argante (II.1.14). “Quando il suo Diavolo imparava a leggere il mio era Dottore”: Argante (I.4.15). “Non sapete, che ho pisciato in più d’una nave?: Argante( III.5.6). “... mi son venuti addosso più guidareschi, che non aveva il Cavallo del Gonnella”: Geronte (III.6.1). “... essere il bastone di mia vecchiaia”: Geronte (III.6.11)

Uso ripetitivo e intensivo di suffissi con effetto umoristico: “Chetissimo, zittissimo, siatene pur sicurissimo”: Scappino (I.4.89). “Sarebbe un bricconissimo, un furfantissimo, e voi mi fate maravigliare assaissimo”: Argante (I.4.90). “Al cospettone di Satanassone arcidiavolone”: Silvestro (II.6.5).

I vecchi usano molte espressioni colorite e colloquiali.
IV. Intreccio
24. Riassunto dell’argomento del testo

Atto I: Napoli. Ottavio ha saputo che suo padre, il ricco mercante Argante, sta per arrivare e che ha intenzione di maritarlo con la figlia di Geronte. Entra Scappino, servitore di Leandro, e chiede di essere informato dell’accaduto e così Ottavio gli racconta che Leandro si è innamorato di Zerbinetta, una ragazza egiziana, e che lui stesso ha sposato una poverissima orfana, Giacinta. Giunge Argante tutto adirato per l’accaduto e spiega a Scappino che farà tutto il possibile per annullare quel matrimonio.

Atto II: Argante, da un’insinuazione di Scappino, lascia intendere a Geronte che pure Leandro ha commesso un fatto poco nobile. Geronte riceve il figlio molto freddamente e mentendo dice che ha saputo da Scappino che anche lui non è innocente. Leandro chiede spiegazioni a Scappino e quando stà per ucciderlo con la spada arriva Moschino e gli racconta che se non consegna una grossa somma di denaro entro due ore gli arabi gli porteranno via Zerbinetta. I due giovani implorano aiuto a Scappino. Questi inganna prima Argante, dicendogli che il fratello di Giacinta lo vuole ammazzare per tentare di annullare il matrimonio però che se gli danno duecento doppie andrà via e a continuazione imbroglia Geronte raccontandogli che suo figlio è stato rapito da una galera turca e che se non paga un forte riscatto lo porteranno ad Algeri. Entrambi i vecchi dopo divertenti battibecchi consegnano la somma indicata.

Atto III: Scappino decide di vendicarsi di Geronte per aver mentito dicendogli che stanno per arrivare diversi malviventi che lo vogliono uccidere e per proteggerlo gli raccomanda di nascondersi dentro un sacco. Il servo storpiando la voce con diverse parlate straniere e italiane bastonerà senza compassione Geronte fino a che il vecchio scopre l’inganno e Scappino scappa facendo onore al suo nome. Due agnizioni svelano che Giacinta è la figlia del secondo matrimonio di Geronte e che Zerbinetta è la figlia di Argante rapita da bambina. Tutti sono felici e contenti quando arriva di nuovo Moschino per dire che Scappino è in punto di morte e chiede clemenza. Arriva il servo tutto fasciato e quando finalmente è perdonato da tutti all’improvviso guarisce e vuole partecipare seduto a capotavola al banchetto di festa.

25. Tema principale

Amori contrastati e inganno.

26. Temi secondari

Prepotenza dei genitori sui figli e timore di questi di fronte all’autorità paterna. Vendetta.

27. Comicità

Tutta la comicità risiede negli imbrogli di Scappino ai danni di Argante e Geronte, nell’avarizia dei vecchi e nel modo di esprimersi di tutti e tre.

Trattamento comico dell’onore nelle parole di Scappino.

Lazzi da parte di Scappino per la consegna dei soldi da parte dei vecchi tirchi.

Lazzi delle bastonature e storpiature linguistiche per non farsi riconoscere.
28. Elementi polemici, satirici e parodici

Materialismo dei genitori che mettono il benessere economico davanti alla felicità dei figli. Caricatura del sistema giudiziario, da parte di Scappino.

V. Luogo e tempo
29. Luogo generale

Tutte le azioni si svolgono a Napoli, all’aperto, presso il porto, in un luogo indeterminato non lontano dall’abitato.

30. Cambiamenti di luogo

Scena fissa non specificata, sembrerebbe una piazza non lontana dall’abitato. Si rispetta l’unità di luogo.

31. Durata totale dell’azione
Non determinabile, ma si rispetta l’unità di tempo.
32. Soluzione di continuità temporale fra gli atti o fra le scene
Tutto si volge in un arco temporale non determinato ma senza salti temporali significativi per cui si può considerare che gli eventi si svolgano in non più di una giornata.
33. Indicazioni esplicite sul momento temporale presenti nelle battute o nelle didascalie

Non ci sono affatto. Unicamente in un certo momento Scappino parla di fare “qualche altra furberia avanti notte” (II.8.18).

VI. Rispetto della regola delle tre unità
34. Tempo
35. Circostanze temporali

Vedi §32.

36. Luogo
37. Circostanze spaziali

L’azione si svolge a Napoli, presso il porto, ma senza nessun altro tipo d’indicazione spaziale.

38. Azione
39. Circostanze particolari dello sviluppo dell’argomento

All’inizio si potrebbe pensare che la commedia presenta due azioni principali e parallele: la prima intorno alla coppia Ottavio-Giacinta e il vecchio Argante, la seconda che ruota intorno a Leandro-Zerbinetta e l’avaro Geronte, ma dato che Scappino fa da legame tra le due trame e che alla fine, con le ricognizioni, le due azioni confluiscono in una sola, si può considerare che c’è un’unica azione in cui si sviluppano due storie amorose con elementi che le uniscono.

VII. Elementi materiali, performativi e didascalici
40. Uso di oggetti particolari

Borsa coi soldi di Argante (II.6) e di Geronte (II.7) da consegnare a Scappino dopo molte riserve.

Bastone e sacco di Scappino (III.2).

41. Uso di effetti sonori e musicali
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42. Uso di effetti speciali

Rumore di finti passi (fatti coi piedi e col bastone) e la parlata storpiata di Scappino per intimorire Geronte.

43. Scena con ampia presenza di personaggi

Ultima scena con tutti i personaggi (due coppie di innamorati, due vecchi, due servitori, balia di Giacinta e Moschino il messaggero).

44. Didascalie di particolare importanza

Non ci sono didascalie di rilievo tranne che al momento delle bastonate ai danni di Geronte nella scena seconda del terzo atto.

VIII. Prima recita
45. Prima recita

A rettifica di quanto indicato nell’edizione del testo presente nella Biblioteca Pregoldoniana, l’opera aver avuto tre repliche al Saloncino dei Rozzi nel 1718 (cfr. Marco Fioravanti, Cultura e prassi scenica a Siena nel primo Settecento, «Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Siena», XII, 1991, pp. 55-67: 63).

46. Altre recite nel Settecento
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IX. Il testo in Goldoni
47. Riferimenti, diretti o indiretti, al testo o al suo autore presenti negli scritti o nelle opere di Goldoni

Goldoni nei Mémoires (I, 3) parla del teatro di Girolamo Gigli e della sua interpretazione in qualità di attore nel ruolo di sorella di Don Pilone ne La sorellina di Don Pilone.

48. Aspetti del testo particolarmente rilevanti in rapporto con il teatro goldoniano.

Presenza del servo scaltro e furbo che tenta di aiutare il suo giovane padrone per evitare l’ira paterna per via di un innamoramento non accettato dal genitore. In una commedia di Goldoni, L’amore paterno o sia La serva riconoscente, compare Scappino come servo di Pantalone. I nomi di Geronte e Leandro compaiono anche ne Il burbero benefico del 1771.

X. Altri eventuali dati d’importanza presenti nei paratesti proemiali e altre osservazioni d’interesse
49. Dati dei paratesti

Frontespizio arricchito da un’interessante vignetta xilografica nell’edizione princeps del 1752 e che ricompare in altre testi dell’autore. In questa xilografia Scappino compare come un anziano barbuto e con un sacco intorno al corpo e un bastone in mano. È anche di grande interesse l’introduzione di Vincenzo Pazzini Carli, celebre mercante senese di libri, che mette in risalto che sebbene l’opera sia tratta da un testo di Molière il Nostro “l’ha resa quasi nuova” e promette di offrire in futuro ai lettori altre opere inedite di Girolamo Gigli, anche se “con una purgata serie”. Nell’introduzione all’edizione del 1752 si parla anche di un abbate, fratello di Gigli, come consegnatore di documenti e manoscritti per le diverse edizioni postume (Girolamo Gigli morì nel 1722).

50. Osservazioni

È una traduzione abbastanza pedissequa del testo di Molière, Les Fourberies de Scapin (1671), con l’aggiunta di certe battutte a carattere linguistico per aumentare la comicità del testo. D’altronde non sappiamo fino a che punto i testi postumi e inediti di Girolamo Gigli siano stati rimaneggiati da qualcuno e come mai cinquant’anni dopo la sua morte, in due anni, 1752 e 1753 si siano pubblicate a Siena e a Bologna due edizioni di questo testo e anche di altre opere del senese.