I. Titolo e dati bibliografici | ||
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00. Schedatore/Schedatrice
Gregores Pereira, Paula
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01. Autore
Bonicelli, Giovanni
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02. Titolo
Prodigalità di Arlichino, La
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03. Titolo completo
La prodigalità d’Arlichino Mercante Opulentissimo Perseguitato dal basilisco dal Bernagasso d’Etiopia. |
04. Manoscritti
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05. Edizioni utilizzate
La prodigalità d’Arlichino Mercante Opulentissimo Perseguitato dal basilisco dal Bernagasso d’Etiopia. Comedia dell’Eccellentiss. Sig. D. Bonvicin Gioanelli, Venezia, Lovisa, s. a. |
II. Tipo | ||
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06. Genere
Commedia. |
06. Sottogenere
Commedia ridicolosa. |
07. Generi interni
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III. Personaggi e rapporti |
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08. Elenco dei personaggi
Celio (sotto nome di Basilisco dal Bernagasso), Dottore, Arlichino (Arlecchino), Pantalone, Angela (sotto nome di Fiametta), Leandro, Beatrice, Oliveta, Ficheto, Giangurgolo, Soldati (non parlano). |
09. Protagonisti
Arlichino, Celio, Angela. L’atteggiamento di Arlechino e i malintesi fra Celio e Angela portano avanti l’azione. |
10. Personaggi e maschere della commedia dell’arte o da essi derivati
Arlichino; Pantalone; Dottore; Ficheto (primo zanni); Giangurgolo. I personaggi di Arlichino e Giangurgolo, anche se conservano i nomi, i dialetti e gli atteggiamenti propri delle maschere da cui derivano, ricoprono un ruolo diverso a quello tradizionale. In particolare, Arlichino agisce da mercante e Giangurgolo, da notaio. |
11. Valore allusivo dei nomi dei personaggi
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12. Rapporti fra i personaggi
Celio-Angela: innamorati; Dottore-Celio: padre e figlio; Pantalone-Angela: padre e figlia; Leandro, innamorato non corrisposto di Angela; Beatrice, innamorata non corrisposta di Leandro; Oliveta-Ficheto: innamorati; Ficheto-Leandro: servo e padrone; Arlichino, padrone di Angela e Celio. |
13. Personaggi speculari
Celio/Arlichino: vi si stabilisce un rapporto speculare. Infatti, mentre Arlichino, padrone, agisce da servo, Celio, in teoria servitore di Arlichino, s’impone e comanda sul proprio padrone. |
14. Soliloqui e monologhi di particolare importanza
Beatrice, sull’amore non corrisposto verso Leandro, I.3; Angela, sul proprio passato, I.5; Celio, sul proprio passato, I.6; Celio, manipolazione di Arlichino, I.7.25, 27; Arlichino, sulle virtù di Celio, II.8; Arlichino, consigli ai «zentilomen», «cittadini», «mercadanti» e «artesani», III.7; Angela, piano per uccidere Celio, III.8; Angela, consigli alle «signore donne», III.12. |
15. Dialoghi e successioni di monologhi di particolare importanza
Dottore e Pantalone: sulle proprie disgrazie, I.1; Celio, Arlichino, Angela: manipolazione di Arlichino da parte di Celio, II.5. |
16. Uso particolarmente rilevante degli a parte
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17. Personaggi che parlano solo in verso
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18. Personaggi che parlano solo in prosa
Tutti. N. B.: si osservi che, anche se stampate in prosa, compaiono nella commedia delle sezioni in verso, che corrispondono, soprattutto, ad alcuni interventi degli innamorati. |
19. Personaggi che parlano a soggetto
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20. Personaggi che alternano testo scritto e improvvisazione
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21. Personaggi che parlano solo in italiano
Celio, Angela, Leandro, Beatrice, Oliveta. |
22. Personaggi che parlano solo in dialetto, in forme di italiano regionale o storpiato, o in una lingua straniera
Dottore (bolognese, latino); Arlichino (bergamasco); Pantalone (veneziano); Ficheto (bergamasco); Giangurgolo (italiano con elementi dialettali vicini al gruppo napoletano). |
23. Uso significativo e iterativo di figure retoriche o risorse simili
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IV. Intreccio |
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24. Riassunto dell’argomento del testo
Atto I. Leandro, un giovane romano venuto a Venezia per studiare, è invaghito di Fiametta, la serva di Arlichino e, contemporaneamente, Beatrice è innamorata di lui, anche se sa di non essere corrisposta. Fiametta, in realtà, è Angela, figlia di Pantalone, che, nove anni prima, disonorata e tradita da Celio, fuggì dal padre e si nascose lavorando da servetta. Proprio Celio, che era fuggito dopo averla lasciata incinta (ma senza saperlo) e aver ucciso un uomo, torna in città travestito da Basilisco del Bernagasso. Appena arrivato e senza fortuna, cerca qualcuno che lo aiuti e, infatti, s’imbatte per strada con Arlichino, convincendolo ad accoglierlo come servitore a casa sua. Quando il mercante presenta il giovane ad Angela, Celio la riconosce e viceversa. Siccome pensano di essere stati traditi l’uno dall’altro, si arrabbiano e ognuno cerca di far sì che Arlichino cacci di casa l’altro. Dopo aver interrotto le loro discussioni parecchie volte, Arlichino, che non ne capisce la vera ragione, perde la pazienza e gli chiede di rasserenarsi, ma sempre dalla parte di Celio, per cui prova una gran simpatia. Infatti, il giovane approfitta di questa situazione e finisce per far sì che Arlichino faccia i lavori del servitore e lui, quelli del padrone. D’altra parte, Leandro chiede la mano di Angela ad Arlichino, che non vuole dargliela, poiché anche lui è invaghito dalla giovane. Leandro lo minaccia e Arlichino, codardo, chiede l’aiuto di Celio, che, invece di aiutarlo, gli ordina di confrontare Leandro. Alla fine, la situazione si aggrava e tutti lottano, ma vince Celio. Atto II. Arlichino, impaurito, pensa che tutti siano contro di lui, il che non viene contraddetto da Angela, la quale, anzi, cerca di convincerlo del fatto che Celio si sia alleato con gli altri. Arriva il giovane e, dopo un’assurda discussione con Arlichino, minaccia il padrone di andare via e, per convincerlo a restare, gli promette di renderlo proprietario di tutti i suoi beni. D’altra parte, Leandro, avendo rinunciato ad Angela, chiede al Dottore la mano di Beatrice e, sebbene in un primo momento il vecchio non voglia acconsentire, lo fa quando il giovane assicura che non è necessario che la ragazza abbia una dote. Più tardi, arriva Arlichino, che gli chiede di scrivere un documento per cedere i propri beni a Celio domandando soltanto che il giovane gli permetta di restare a casa sua. Il Dottore lo avverte dei problemi che potrebbe causare ma, vedendo che il mercante non se ne lascia consigliare, finisce per fare quanto richiesto (anche Celio, mostrando segni di falsa modestia, aveva consigliato di non farlo). Una volta che Celio ha i documenti, cambia atteggiamento e disprezza Arlichino, decidendo perfino di cacciarlo di casa, insieme ad Angela. La giovane, che non sapeva niente, vedendo il padrone lamentarsi, lo rimprovera e gli consiglia di andare dal Dottore per cercare una soluzione. Il mercante lo fa, ma il Dottore non vuole riceverlo. Atto III. Angela decide che l’unica soluzione possibile è avvelenare Celio, così Arlichino, che ha ingannato dicendogli che non lo uccideranno ma lo metteranno a dormire, acconsente. La giovane, dunque, colloca un fiore avvelenato su una finestra di Celio e lui l’odora, comincia a sentirsi male ed entra in casa per riposarsi, dopodiché Arlichino recupera i documenti e caccia via il giovane. Più tardi, Celio si sveglia per strada senza sapere come ci sia arrivato, cerca di entrare in casa e supplica, ma non glielo permettono. Arriva il Dottore, che non capisce cosa stia succedendo. Glielo spiegano e gli chiedono di stabilire quale punizione dovrebbe subire Celio, che, prima della sentenza, racconta la propria storia: dieci anni prima, dovendo partire per Levante, arrivò a Venezia dove vide Angela, figlia di Pantalone, e se ne invaghì. A un certo punto, la coppia pianificò la fuga ma, il giorno designato, Celio uccise un giovane che usciva da casa di Angela e, temendo di essere incarcerato, fuggì. Adesso, finalmente è riuscito a tornare in città, ma appena arrivato è venuto a conoscenza della reputazione di Angela e l’ha trovata a casa di Arlichino sotto il nome di Fiametta. Il Dottore riconosce in Celio il figlio perso anni prima. Allo stesso tempo, Angela, scoperta, chiede perdono al padre, ma Pantalone la ripudia per essere andata contro l’onore e la reputazione della famiglia e lei, per chiarire le cose, racconta la storia dal suo punto di vista: il giorno in cui sarebbe dovuta fuggire con Celio, vide la lotta, ma svenne per l’impressione e non si svegliò fino al giorno successivo. Aspettò Celio per mesi ma, siccome non arrivò mai, pensò che l’avesse abbandonata. Inoltre, era incinta, per cui decise di fuggire di casa per partorire altrove, ma soffrì un aborto e, disonorata, decise di nascondersi servendo da fantesca e cominciò a lavorare per Arlichino. Una volta sciolti i malintesi, i giovani, che si amano ancora, vengono promessi in matrimonio, insieme a Leandro e Beatrice, e Fichetto e Olivetta. |
25. Tema principale
Prodigalità e ingenuità di Arlichino. |
26. Temi secondari
Amore, onore. |
27. Comicità
Spicca a livello comico l’atteggiamento ingenuo di Arlichino, soprattutto in quelle scene in cui appare con Celio e Angela, che lo coinvolgono in situazioni assurde in cui lo manipolano a loro piacimento. Vanno sottolineate le scene I.7, II.5 e III.2. |
28. Elementi polemici, satirici e parodici
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V. Luogo e tempo |
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29. Luogo generale
Venezia. |
30. Cambiamenti di luogo
Siccome tutta l’azione ha luogo per strada e gli avvenimenti che hanno luogo all’interno delle case non si vedono in scena, dobbiamo supporre il loro svolgimento in un posto fisso, senza cambiamenti di luogo. |
31. Durata totale dell’azione
All’incirca tre giorni.
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32. Soluzione di continuità temporale fra gli atti o fra le scene
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33. Indicazioni esplicite sul momento temporale presenti nelle battute o nelle didascalie
Arlichino, II.8: «sta mattina»; Arlichino, II.9.1: «[…] che v’haveva dit sta mattina in pallaz»; Giangurgolo, II.17.3: «[…] che vuò to Signoregia della persona meia in quest huore»; Celio, III.19.13 «in soma mi rendo in due giorni noioso al vicinato tutto». |
VI. Rispetto della regola delle tre unità | |
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34. Tempo
No
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35. Circostanze temporali
Anche se non ci sono elementi che permettano di supporre un qualsiasi espediente di scansione della continuità temporale, dalle battute dei personaggi emerge che ci vogliono almeno due o tre giorni per verificare uno svolgimento verosimile dell’azione (cfr. §33), rivelandosi incoerente il cercare di restringere l’azione ad un giorno solo. Infatti, nell’atto secondo Arlichino fa riferimento a «sta mattina» (II.8) per parlare di un avvenimento che non è accaduto in scena e che sicuramente succede qualche tempo dopo quanto avvenuto nel primo atto, il che fa pensare che il primo e il secondo atto si svolgano in giorni diversi. Inoltre, Celio, lamentandosi dei torti fatti ad Arlichino, nel terzo atto parla dei giorni in cui ebbe la proprietà della casa del mercante e fa riferimento a «due giorni» (III.19.13), il che fa pensare che anche l’atto terzo si svolga in una giornata diversa da quelli precedenti. |
36. Luogo
Sì
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37. Circostanze spaziali
L’azione si svolge sempre per strada attorno alle case dei protagonisti senza che si riscontrino delle indicazioni precise, ma sempre a Venezia. |
38. Azione
Sì
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39. Circostanze particolari dello sviluppo dell’argomento
Ciò che porta avanti l’argomento è l’atteggiamento che gli altri personaggi hanno con Arlichino e il suo comportamento ingenuo. |
VII. Elementi materiali, performativi e didascalici |
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40. Uso di oggetti particolari
Lungo la commedia, vengono adoperati una serie di elementi associati allo status di Celio e al suo rapporto con Arlichino: lettera d’Arlichino e bastone, manichini, specchio, scopetta e spada di Celio (I.7); cappello e spada (II.5); documenti di cessione dei beni (II.9, III.13); scrigno con corda che Celio dà ad Arlichino (III.5:); abiti da mendico che Arlichino ridà a Celio (III.16). È fondamentale per lo sviluppo dell’azione anche il fiore avvelenato che Angela prepara per Celio (III.8-9). |
41. Uso di effetti sonori e musicali
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42. Uso di effetti speciali
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43. Scena con ampia presenza di personaggi
In I.18 sono in scena cinque personaggi: Pantalone, Leandro, Ficheto, Arlichino e Celio, in coincidenza con la manipolazione di Arlichino da parte di Celio e con i malintesi che ne derivano; in III.18 sono presenti Celio, Arlichino, Ficheto, Dottore, Pantalone e Fiametta, ai quali si aggiungono Beatrice e Oliveta in III.19 e Leandro in III.20, nel momento dello scioglimento dell’intreccio. |
44. Didascalie di particolare importanza
In questa commedia, la didascalia si presenta come elemento fondamentale, senza il quale non si capirebbe una sostanziale parte dell’argomento, che si svolge in parecchi casi senza parole. Bisogna sottolineare le scene seguenti: I.7, I.19, II.9.7, II.15, II.17, III.113 e III.16.8. |
VIII. Prima recita |
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45. Prima recita
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46. Altre recite nel Settecento
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IX. Il testo in Goldoni |
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47. Riferimenti, diretti o indiretti, al testo o al suo autore presenti negli scritti o nelle opere di Goldoni
Non si riscontrano riferimenti diretti a quest’opera nella produzione goldoniana, ma è attestata la conoscenza da parte di Goldoni della produzione di Bonicelli, a cui fa riferimento, in modo piuttosto negativo, nella prefazione alla Bancarotta, dove cita uno dei titoli dell’autore che ci riguarda, ovvero, il Pantalone mercante fallito. |
48. Aspetti del testo particolarmente rilevanti in rapporto con il teatro goldoniano.
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X. Altri eventuali dati d’importanza presenti nei paratesti proemiali e altre osservazioni d’interesse |
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49. Dati dei paratesti
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50. Osservazioni
Il Basilisco del Bernagasso, nome che assume Celio per non essere riconosciuto, è quello di un personaggio ricorrente negli scenari della commedia dell’arte, che si identifica di solito con le caratteristiche proprie del capitano. Inoltre, la suddetta denominazione fa allusione a una trama specifica, che è quella che si riscontra nella presente commedia: una coppia di innamorati, separati mentre si davano alla fugga, si ritrovano, travestiti, sotto il comando di un padrone ingenuo e generoso che è manipolato dal giovane, il Basilisco, nel suo tentativo di vendicarsi dell’amata. Alla fine, gli equivoci si sciolgono e, una volta che i rispettivi genitori hanno perdonato i giovani, la coppia si sposa. |