I. Titolo e dati bibliografici | ||
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00. Schedatore/Schedatrice
Frutos Martínez, María Consuelo de
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01. Autore
Gigli, Girolamo
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02. Titolo → Edizione
Gorgoleo, Il
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03. Titolo completo
Il Gorgoleo ovvero il governatore dell’Isole Natanti, commedia del signore Girolamo Gigli patrizio sanese |
04. Manoscritti
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05. Edizioni utilizzate
Edizione princeps: Il Gorgoleo ovvero il governatore dell’Isole Natanti commedia; Siena, Franc. Quinza ed Agostino Bindi, 1753. Edizione moderna: Il Gorgoleo ovvero il governatore dell’isole natanti, a cura di Mauro Manciotti, in Girolamo Gigli, Il Don Pilone; La Sorellina di Don Pilone; Il Gorgoleo, Milano, Silva, 1963, pp. 267-345. |
II. Tipo | ||
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06. Genere
Commedia. |
06. Sottogenere
Commedia-farsa con servo furbo. |
07. Generi interni
Si dice in continuazione di allestire una commedia con riferimento al tranello ordito ai danni di Gorgoleo: «Ed io vado a preparare degli altri attori per questa bella commedia [...] Ma voi, Signora, tenete il lume a queste scene...» (Alidoro, I.3.3);& |
III. Personaggi e rapporti |
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08. Elenco dei personaggi
Gorgoleo, governatore dell’Isole Natanti e promesso sposo di Dianetta; Panfilo, vecchio; Dianetta, sua figliola; Mignatta, femmina di rigiro, sua serva; Alidoro, amante di Dianetta; Farinello, servo d’intrigo [di Alidoro]; Tamburlano, speziale; Dottor Solutivo, primo medico; Dottore Astringente, secondo medico; due musicisti con suonatori e ballerini; Lucetta, finta veneziana; un caporale con due sbirri. |
09. Protagonisti
Gorgoleo e Farinello, Alidoro, Dianetta, Mignatta (vittima e partecipanti nella beffa). |
10. Personaggi e maschere della commedia dell’arte o da essi derivati
Panfilo, vecchio credulone e tirchio, ricorda Pantalone; Farinello, servo scaltro, ricorda un primo zanni; Mignatta, servetta; Dottor Solutivo e dottore Astringente: dottori in medicina che, secondo quanto indica l’editore nella prefazione, seguendo le indicazioni del manoscritto di Girolamo Gigli, nella rappresentazione dovrebbero adoperare la parlata bolognese (come anche lo speziale Tamburlano). |
11. Valore allusivo dei nomi dei personaggi
Gorgoleo Gorgolone (possibile onomatopea del rumore dell’acqua delle sue isole; Panfilo, vecchio credulone e tirchio; Dulcignotto, sensale (citato soltanto; cfr. anche § 07); Dottor Solutivo; Dottore Astringente. |
12. Rapporti fra i personaggi
Alidoro-Dianetta: innamorati; Alidoro-Farinello: padrone-servo; Gorgoleo-Dianetta: promessi sposi; Gorgoleo-Alidoro: rivali in amore per Dianetta; Panfilo-Dianetta: padre-figlia; Dianetta-Mignatta: padrona-serva; Dottor Solutivo- Dottore Astringente: due medici. |
13. Personaggi speculari
Gorgoleo-Alidoro: rivali in amore; Dottor Solutivo-Dottore Astringente: medici con rimedi diversi. |
14. Soliloqui e monologhi di particolare importanza
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15. Dialoghi e successioni di monologhi di particolare importanza
Discorso dei due medici che, per confondere Gorgoleo, adoperano il linguaggio della medicina storpiandolo con vocaboli inventati e con tanti giochi di parole: Dottor Solutivo ( I.11.35); Dottore Astringente (I.11.36). |
16. Uso particolarmente rilevante degli a parte
Gorgoleo a Farinello quando non riconosce Alidoro come vecchio servitore della sua famiglia (I.5.6-16); Gorgoleo, per mettere in risalto la comicità dei pensieri di Gorgoleo davanti alle spiegazioni ridicole e parodiche dei dottori (I.11.8-34). |
17. Personaggi che parlano solo in verso
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18. Personaggi che parlano solo in prosa
Tutti parlano in prosa, tranne i musicisti nelle scene di canto e ballo dell’atto I. |
19. Personaggi che parlano a soggetto
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20. Personaggi che alternano testo scritto e improvvisazione
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21. Personaggi che parlano solo in italiano
Tutti, ma in alcune scene sono adoperati delle frasi in dialetti diversi (cfr. § 22). |
22. Personaggi che parlano solo in dialetto, in forme di italiano regionale o storpiato, o in una lingua straniera
Farinello si traveste da mercante napoletano e usa il dialetto napoletano per ingannare Panfilo, ma unicamente in una scena del secondo atto (II.3.1-41); Lucetta parla in veneziano per ingannare Gorgoleo (II.9/II.10); Mignatta come finta fraschetana adopera elementi del dialetto romano: «vignarolo» (II.10.11). |
23. Uso significativo e iterativo di figure retoriche o risorse simili
Uso ripetitivo di suffissi con effetto umoristico: «Chiedo perdono a Vostra Eccellenza Illustrissima in nome di questa umilissima città, e di tutto il suo umilissimo, e divotissimo, ed obbligatissimo territorio» (Farinello, I.4.52); «... la soavità de’ rimedi che il vostro gran sapere gli ha così giudiziosamente proposti e purgativamente, apertivamente, basilicamente, e cefalicamente ordinati» (Dottor Astringente, I.11.36). Espressioni in latino deturpato, con finalità comica: «Secundum illud, ignoti nulla est curatio morbi» (Dottor Solutivo, I.11.35); «Senatus, Populusque Circumcisorum» (Farinello, II.7.36). Uso di massime, di proverbi e di modi di dire da parte di Gorgoleo e di Farinello: «Il raguseo trovato il buon terreno da por carote ha cominciato a menargli le mani nell’azienda» (Farinello, I.2.18); «Che ammalato, e non ammalato, io mi sento sano com’un pesce» (Gorgoleo, I. 11.47); «Io ho in tasca i medici, e la medicina» (Gorgoleo, I.11.49); «Io, che non sono una oca, me ne sono accorto» (Gorgoleo, II.2.10); «La carne piglia il sale a maraviglia [...] Tanto Panfilo che Gorgoleo sono due buoni uccellacci da cascare nella rete con poco ciambello» (Farinello, II.3.41); «Ognun pensi a grattar la sua rogna» (Gorgoleo, II.5.19); «Scampata la pelle la carne rimette» (Farinello, III.4.10). Giochi di parole: «No no, non si alteri, che è un’ordinazione graziosa, benigna, detersiva, lenitiva, e apperitiva. Sopra tutto ella è metodica, metodica...» (Tamburlano, I.14.5); «Egli è già obbligato, ipotecato a’ miei medicamenti e se non vuol medicarsi, lo farò processare, come desertore della vera antica medicina, metodica, galenica, ipocratica, aforistica e violatore de’ miei ordini!» (Dottor Solutivo, II.1.9); «Siam obbligati al segreto: e le malattie diventano alle nostre mani malattie anecdote, sigillate, irrevelabili, impenetrabili, imperscrutabili» (Dottor Solutivo, II.2.11); «Degli opobalzami, o di qualunque altro chimico, spargirico, aromatico, distillato, spolverizzato ingrediente di tutta la spezieria del diavolo...» (Dottor Solutivo, II.2.21). Ripetizione con funzione d’intensificazione: «Ora no, no, no» (Gorgoleo, I.10.5); «Ma io sto benissimo, benissimo, signor Dottore» (Panfilo, II.2.30); «Farinello, cercate un notaio ora ora ora» (Panfilo, III.7.14). Uso di dialettismi e popolarismi: «guidareschi» (guidaleschi; Farinello, I.9.4); «sellaro» (sedano; Mignatta, I.1.21); «corvatta» (cravatta; Farinello, I.9.6); «lampana» (lampada; Farinello, III.2.11); «capiatur» (voce napoletana copiata dal latino con il significato di “sia arrestato”; Farinello, III.1.3); «rapo» (rapa; Farinello, III.2.35). Tecnicismi della medicina ed espressioni in latino: «Decumbente» (Dottore Astringente, I.11.36); «Usque ad sanguinem» (Dottor Solutivo, II.2.11); «stillicidio di occhi» (Dottor Solutivo, II.2.13). Esclamazioni: «Oh Dio! [...] Oh Dio!» (Dianetta, I.1.1); «Signora Dianetta, orsù torniamocene in casa», (Mignata, I.2.35); «Oh cielo!» (Dianetta, I.3.22); «Ohi ohi. Cancaro pietre ancora?» (Gorgoleo, I.4.39); «Ohibò, ohibò, Eccellenza...» (Farinello, I.5.54); «Cappita, è un uomo di gran civiltà» (Gorgoleo, I.8.4); «Poffar’ il mondo!» (Gorgoleo, I.10.3); «Orsù io me ne andarò un poco a mangiare altrove» (Gorgoleo, I.11.43); «Oimè; siamo giunti al delirio maggiore» (Solutivo, I.11.50); «Tò, tò, tò. Adesso me ne ricordo» (Mignatta, I.2.24); «Toh! Toh! Toh! E che male per grazia?» (Panfilo, II.2.8); «Cancaro!» (Panfilo, II.2.12); «Ohibò! Per certo contrabando fatto per mio padre!» (Gorgoleo, II.4.43); «Cancaro, pettegola di Nettunno!» (Gorgoleo, II.4.83); «Ora mi è passata la fantasia de’ clisteri. Cancaro sì, e sì…. & cetera…» (Gorgoleo, II.4.85); «Corbezzole! Non voglio portare questa corona nell’arme all’isole del mio governo» (Gorgoleo, II.4.89); «Orsù finiamola» (Panfilo, II.6.36); «... orsù, signorina, il cielo vi dia miglior fortuna col quinto marito» (Gorgoleo, II.6.43); «Oimè, signor preteso genero» (Panfilo, II.7.4); «Al diavolo figliuoli della versiera, al diavolo» (Gorgoleo, II.10.26); «Oibò, oibò! Né manco in terra de’ turchi» (Gorgoleo, III.2.6); «Pah, che gran galantuomo!» (Gorgoleo, III.2.16); «Olà manette alle mani» (Caporale, III.3.16); «Ohimè, che novità è questa!» (Farinello, III.4.1); «Ahimè, io non ho cuore di darvela, ahimè...» (Farinello, III.5.3); «Badanai» (invocazione ebraica; Farinello, II.7.18/49). |
IV. Intreccio |
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24. Riassunto dell’argomento del testo
Atto I. A Nettuno i giovani innamorati Alidoro e Dianetta sono disperati perché, oltre al divieto di vedersi ordinato dal padre di lei, adesso sta per arrivare Gorgoleo, un calabrese di Catanzaro, promesso sposo di Dianetta, per il matrimonio combinato da Panfilo, padre della ragazza, e dallo zio. Alidoro, con il permesso di Dianetta e con l’aiuto dei servi Farinello e Mignatta, decide di preparare un inganno al futuro sposo, che è anche governatore delle isole Natanti Tiburtine. Appena arrivato a Nettuno, Farinello lo prende sotto la sua protezione e lo fa ubriacare; di seguito Alidoro fa finta di conoscerlo da molto tempo e decide di ospitarlo a casa sua, ma è portato a casa del medico Solutivo, il quale, insieme al dottor Astringente, gli dice che non sta tanto bene in salute e che prima di mangiare dovrebbe sottoporsi a dei lavativi. Arrivano dei musicisti e dei ballerini che insistono nei rimedi da applicare e Gorgoleo scappa. Atto II. Per strada il dottor Solutivo dichiara a Farinello che il promesso sposo non è lucido e che dovrebbe sottomettersi a delle cure. Farinello, travestito da mercante napoletano, ripete queste parole a Panfilo, che crede a tutto, specie al fatto che sia pieno di debiti. Farinello incontra Gorgoleo e lascia intendere che Dianetta è una ragazza pettegola, rifiutata da tre pretendenti. Gorgoleo incrocia Panfilo e disdicono il matrimonio. Nel frattempo arriva Dianetta e finge di essere molto innamorata di Gorgoleo. Di seguito si presentano Alidoro, in veste di bargello, e Farinello, travestito da ebreo, e accusano Gorgoleo di aver rubato oggetti costosi al mercante ebreo. Quando sta per fuggire lo trattiene Lucetta, come finta veneziana, e anche Mignatta, da finta fraschetana, e dichiarano di essere due donne di Gorgoleo, il quale ha promesso matrimonio ad entrambe, davanti ai suoi presunti figli che gridano, «babbo» e «pappà», di nuovo Gorgoleo fugge. Atto III. Per poter scappare, Gorgoleo è convinto da Farinello a travestirsi da donna. Arriva un caporale che si rivolge a Gorgoleo come se si rivolgesse a una dama anche se poi scopre che si tratta del forestiero di Catanzaro. Grazie all’intervento del servo Farinello, tramite il versamento di parecchi soldi, il caporale sarà in grado di far partire Gorgoleo verso la sua patria. Seguendo con il piano ordito, Farinello comunica a Panfilo che sua figlia è fuggita con il calabrese e Alidoro si presenta come colui che ha riportato Dianetta sotto la protezione paterna. Il padre tenta di convincere Dianetta a non sposare Gorgoleo, affermando che sarebbe meglio farlo con Alidoro e per questo aumenta la dote. La vicenda si conclude felicemente per i giovani innamorati. |
25. Tema principale
Amori contrastati e beffe ai danni dei creduloni come Gorgoleo e Panfilo. |
26. Temi secondari
Parodia del borghese arricchito nella figura di Gorgoleo. Critica ai matrimoni combinati dai genitori cercando sempre un interesse economico. |
27. Comicità
Beffe ai danni di Gorgoleo, il quale è presentato da Farinello, senza ancora comparire, come un giovane vestito in modo sfarzoso ma per niente elegante e altresì molto rozzo e sporco (I.2.18). È anche mostrato come persona poco intelligente e molto fiera di essere governatore delle Isole Natanti, in realtà dei cumuli di sporcizia. Addirittura vuole nominare Farinello, spacciato per un signor ufficiale, capitano di una delle sue isole. «Che bravo uffiziale! Lo vo’ far capitano d’una delle mie isolette» (Gorgoleo, I.4.7). Il servo di Gorgoleo, chiamato Gorgolizzo (che non compare), è presentato come la prosecuzione del padrone: «Il suo servo è disgraziato quanto il padrone. È coperto da capo a piedi di guidareschi, e credo se lo conducesse all’isola de’ cancari per governatore» (Farinello, I.9.4). Diversi giochi linguistici con il nome delle Isole Natanti: «L’isole natanti sono una navigazione curiosa ed hanno tutte il suo nome, come quelle trovate dal Colombo, cioè l’isola della rogna, l’isola della tigna, l’isola della lebbra, l’isola de’ cancari d’un mese, l’isola de’ cancari d’un’anno» (Farinello, I.2.25); «... isole mercantili, isole da guerra, isole da vela, isole da remo» (Farinello, I.4.24). Gorgoleo si traveste da donna per fuggire dalle finte promesse spose con figli (Lucetta e Mignatta) e, quando viene fermato dal caporale, gli spiega, seguendo le indicazioni di Farinello, che ha la barba perché è una donna ermafrodita: «Di grazia, mio signore, mi lasci andare… perchè io… e la barba viene, che essendo ermafrodita...» (Gorgoleo, III.4.15). Creduloneria anche di Panfilo che, come il vecchio Pantalone, non riesce a capire l’inganno ordito e crede a tutto ciò che gli viene detto, in primo luogo che Gorgoleo sia malato (Dottor Solutivo, II.2.1-32) e poi che è pieno di debiti (Farinello, II.3.1-41). Storpiature fisiche e specialmente linguistiche dei servi per non farsi riconoscere dai creduloni Gorgoleo e Panfilo (V. 22). |
28. Elementi polemici, satirici e parodici
Avarizia dei genitori che vorrebbero far sposare le figlie con persone ricche e poco intelligenti senza pensare alla loro felicità ma bensì ai soldi: «E tutto questo rigiro è fatto per maritar questa giovine senza dote e metter le mani nella roba di questo disgraziato?» (Mignatta, I.2.31). Diatribe da parte di Gorgoleo contro i medici: «Io ho in tasca i medici, e la medicina» (Gorgoleo, I.11.49); «Mio padre, e mia madre non hanno voluto mai medici d’intorno, e sono morti vecchi per questo» (Gorgoleo, I.11.51). Satira contro i trattamenti di bellezza femminili: «Senza che possa ricorrere al benefizio dell’acque angeliche, delle biacche, de’ rossetti...» (Dottor Solutivo, II.2.17); «Dei latti verginali, delle gomme, de’ balsami...» (Dottor Solutivo, II.2.19); «Degli opobalzami, o di qualunque altro chimico, spargirico, aromatico, distillato, spolverizzato ingrediente di tutta la spezieria del diavolo inventata dalle femmine per curare, e correggere alla toelette i mali del tempo, e i difetti della natura» (Dottor Solutivo, II.2.21). |
V. Luogo e tempo |
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29. Luogo generale
Cittadina di Nettuno (Lazio). |
30. Cambiamenti di luogo
Si presuppongono diversi posti della cittadina di Nettuno e così si rispetta l’unità di luogo. Strada di Nettuno (I.1-9), appartamento del dottor Solutivo (I.10-14) e strada davanti alla casa di Panfilo (atti II e III). |
31. Durata totale dell’azione
Si rispetta l’unità di tempo dato che si potrebbe calcolare che tutta l’azione si svolge nell’arco di meno di ventiquattro ore. Inizia di notte e si conclude il giorno dopo.
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32. Soluzione di continuità temporale fra gli atti o fra le scene
Tutto si volge in un arco temporale non determinato esplicitamente ma senza salti temporali significativi.
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33. Indicazioni esplicite sul momento temporale presenti nelle battute o nelle didascalie
«Buona notte a lor signori...» (Farinello, I.2.1); «Io mi son fermato oggi alla punta del molo...» (Farinello, I.2.8); «Signora Dianetta, orsù torniamocene in casa, che comincia a esser giorno chiaro» (Mignata, I.2.35); «E perchè Gorgolizzo (che così ha nome il servitore) non ci venga a dar fastidio, l’ho consegnato ad altro liparotto mio paesano, che fa segretamente le buone voglie, acciochè lo conduca in un vascello che è in porto, il quale stanotte fa vela verso Levante» (Farinello, I.9.8); «Vò a chiuderlo adesso in una casa spigionata, e questa notte l’imbarco segretamente, e fino che non l’ho messo in salvo, non l’abbandono: arrivederci. Io fò tutto questo per la nostra antica amicizia» (Caporale, III.4.21). |
VI. Rispetto della regola delle tre unità | |
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34. Tempo
Sì
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35. Circostanze temporali
Sì. Le circostanze temporali non sono precisate ma si avverte che tutto succede in un arco di tempo molto ridotto. |
36. Luogo
Sì
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37. Circostanze spaziali
Tutta l’azione si svolge a Nettuno. |
38. Azione
Sì
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39. Circostanze particolari dello sviluppo dell’argomento
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VII. Elementi materiali, performativi e didascalici |
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40. Uso di oggetti particolari
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41. Uso di effetti sonori e musicali
Ultima scena del primo atto (I.14), con musicisti travestiti da ninfe e buffoni saltatori, i secondi ballano e i primi suonano e cantano. |
42. Uso di effetti speciali
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43. Scena con ampia presenza di personaggi
Ultima scena del primo atto in casa del dottor Solutivo (I.14) con Gorgoleo, Dottor Solutivo, Dottore Astringente, lo speziale Tamburlano e musicisti travestiti da ninfe e buffoni saltatori. Ultima scena dell’atto terzo (III.7), finale (tutti i personaggi principali tranne che Gorgoleo e i dottori: Alidoro, Dianetta, Panfilo, Farinello e Mignatta). |
44. Didascalie di particolare importanza
Nelle due ultime scene del primo atto (I.13-14) ci sono diverse didascalie più ampie del solito per indicare i movimenti dei musicisti e dei ballerini, e nella scena quattordicesima (I.14) per indicare anche che il personaggio dello speziale porta in mano un clistere e un garzone da bottega altre canne in mano. |
VIII. Prima recita |
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45. Prima recita
A retifica di quanto indicato nell'edizione presente nella Biblioteca Goldoniana, l'opera risulta aver avuto tre repliche nel 1718 presso il saloncino dei Rozzi di Siena (cfr. Marco Fioravanti, <i>Cultura e prassi scenica a Siena nel primo Settecento</i>, «Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Siena», XII, 1991, pp. 55-67: 63). |
46. Altre recite nel Settecento
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IX. Il testo in Goldoni |
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47. Riferimenti, diretti o indiretti, al testo o al suo autore presenti negli scritti o nelle opere di Goldoni
Goldoni nei suoi Mémoires (I, 3) parla del teatro di Girolamo Gigli e della sua interpretazione nel ruolo di sorella di Don Pilone (La sorellina di Don Pilone). Il nome di Gigli appare anche tra i libri ordinati sugli scafali della ‘libreria’ di Goldoni bambino figurata nell’antiporta del primo volume dell’edizione Pasquali. |
48. Aspetti del testo particolarmente rilevanti in rapporto con il teatro goldoniano.
Il servo scaltro e furbo che tenta di aiutare il suo padrone per evitare un matrimonio combinato con la sua innamorata. |
X. Altri eventuali dati d’importanza presenti nei paratesti proemiali e altre osservazioni d’interesse |
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49. Dati dei paratesti
Esiste un unico testo stampato nel 1753 che è servito alla moderna edizione del 1963, la quale segue l’edizione princeps con lievissime modifiche e con diverse omissioni di brani testuali e senza l’inclusione della prefazione di Pazzini Carli. In questa prefazione intitolata A chi legge, l’editore Vincenzo Pazzini Carli, come in altre edizioni del Gigli, vuole mettere in risalto che l’opera «è cavata dall’originale medesimo dell’Autore, che io già aveva per le mani», aggiungendo che, seppure tirata «da una commedia di Molière intitolata Monsieur de Pourceaugnac», l’autore senese l’ha praticamente riscritta ex-novo, dato che ha introdotto molte modifiche. Un po’ più avanti di nuovo lo stampatore commenta che, seguendo le indicazioni lasciate dal Gigli nel suo manoscritto, nella sua rappresentazione «la parlata de’ Medici» dovrebbe essere in lingua bolognese, «o altra equivalente», avvicinandosi di conseguenza alla maschera del Dottore della commedia dell’arte. |
50. Osservazioni
È una rielaborazione molto libera del balletto di Molière intitolato Monsieur de Pourceaugnac, con l’aggiunta di certi elementi di carattere linguistico per aumentare la comicità del testo e per adoperare parole ed espressioni della lingua senese. Sono anche cambiati in relazione al testo francese i nomi di tutti i personaggi ed è spostato il luogo dell’azione, da Parigi a Nettuno, cittadina di provincia. D’altronde non sappiamo fino a che punto i testi postumi (e inediti) di Girolamo Gigli siano stati rimaneggiati da qualcuno e come mai, dopo cinquanta anni dalla sua morte (1722), si pubblica per la prima volta questo testo sinora inedito, contestualmente ad altre opere del Gigli come Le furberie di Scapin (princeps Siena 1752). Una possibile spiegazione sarebbe che forse la pubblicazione delle opere del Goldoni fece sentire che c’era un pubblico desideroso di leggere nuove commedie, e di conseguenza anche i testi comici gigliani. |