I. Titolo e dati bibliografici
00. Schedatore/Schedatrice
Marcello, Elena E.
01. Autore
Gigli, Girolamo
02. Titolo → Edizione
Anagilda, L'
03. Titolo completo

L’Anagilda, dramma per musica.

04. Manoscritti

Si conserva lo spartito presso la Biblioteca Diocesana de Münster: Caldara, Antonio - Gigli, Girolamo, L'Anagilda: o vero La Fede ne' tradimenti / musica del signor Antonio Caldara; parole del signor cavalier Girolamo Gigli - Münster. Diözesanbibliothek, Sant. HS. 801.

05. Edizioni utilizzate

L’Anagilda, dramma per musica da rappresentarsi enl teatro domestico dell’Illustrissimo ed Eccellentissimo Principe di Cerveteri pel Carnevale del 1711, Roma, Antonio de’ Rossi, [1711].

Seguono altre edizioni nel Settecento: 1713 (Perugia, eredi del Ciani e Bastiano Amati), 1719 (Torino, Francesco Antonio Gattinara), 1722 (Foligno, Pompeo Campana), 1730 (Alessandria, Antonio Vimercati), 1737 (Lisbona occidentale, Antonio Isidoro da Fonseca), 1749 (Venezia, Modesto Fenzo), ca. 1750? ([Braunschweig], stampato con caratteri di Keitel), 1757 (Bonna, Ferdinando Rommerskirchen); 1758 (Københav, s. n.), 1772 (København, H. J. Graae) [vid. Sartori, Claudio [1990]: I libretti italiani a stampa dalle origini al 1800, Cuneo, Bertola & Locatelli Editori: 195-196; Smith, Ayana [2010]: «The Mock Heroic, an Intruder in Arcadia: Girolamo Gigli, Antonio Caldara and L’Anagilda (Rome, 1711)», Eighteenth-Century Music, 7/1, pp. 35-62: 36; http://corago.unibo.it/modules.php?name=libretto&id=DRT0003265]. Johnston [Johnston, Keith James [2011]: È caso da intermedio! Comic Theory, Comic Style and the Early Intermezzo, A thesis submitted in conformity with the requirements for the degree of Doctor of Philosophy, Toronto, Faculty of Music University of Toronto, p. 63 (consultada online en julio de 2014)] considera che la prima de L’Anagilda si sia svolta nel 1700 (e non nel 1711): «His [de Girolamo Gigli] career falls into two general periods: an early parochial one spent writing opera librettos on historical subjects in Siena, and a second, longer, cosmopolitan period writing comedies, novels, intermezzos and treatises in Florence, Rome and in exile in Viterba. His early operas were set by the Sienese Composer Giuseppe Fabbrini for performance at the Collegio Tolomei. These include La Genefieva (1685), La forza del sangue e della pietà (1686), Lodovico Pio (1687), La fede ne’ tradimenti (1689), and La forza d’amore (1696). Gigli’s L’Anagilda proved to be his most popular work. Based on an episode in Spanish history, it was first set by Luigi Mancia in 1700, but was reset by many of the greatest composers of the late baroque including Carlo Francesco Pollarolo (1705), Antonio Caldara (1711) and the Neapolitan Domenico Sarro (1718), among some eight other composers».

II. Tipo
06. Genere

Melodramma.

06. Sottogenere
-
07. Generi interni
-
III. Personaggi e rapporti
08. Elenco dei personaggi

Garzia, re di Navarra; Anagilda, sua sorella; Fernando, Conte di Castiglia; Elvira, sua sorella in abito virile; Grullo, vecchio avaro innamorato, servo della corte di Garzia; Dorina, damigella della stessa corte.

09. Protagonisti

Anagilda e Fernando, Elvira e Garzia.

10. Personaggi e maschere della commedia dell’arte o da essi derivati
-
11. Valore allusivo dei nomi dei personaggi

Grullo.

12. Rapporti fra i personaggi

Anagilda e Fernando, innamorati; Elvira, sorella di Fernando; Garzia, fratello di Anagilda.

13. Personaggi speculari
-
14. Soliloqui e monologhi di particolare importanza

«Elvira, sentimenti di timore», I.2; «Garzia, pensieri reconditi e misoginia verso le donne incapaci di mantenere un segreto», I.4; «Anagilda che rifiuta la mano di Fernando perché macchiata dal sangue del padre ucciso», I.6; «Fernando supplica la statua del re ucciso», I.11; «Elvira, vuole punire l’ingannator con un inganno», II, 9; «Garzia, la bellezza di Elvira», III.4; «Fernando, intralcio delle catene», III.6; «Garzia, insidia del pianto femminile», III.8; «Elvira, tra due fuochi, deve decidere tra il matrimonio o la morte», III.10; «Elvira, disperazione», III.14.

15. Dialoghi e successioni di monologhi di particolare importanza

Duetto serio (Fernando e Anagilda, II.6.21-29) e comico (Dorina e Grullo, II.12.37-53); duetto serio (Fernando e Anagilda, III.11.13-21).

16. Uso particolarmente rilevante degli a parte

II.8, incontro tra Elvira, mascherata da moro, ed il re di Navarra, inganno/verità; III.9, Elvira e Garzia, il re sostiene l’inganno relativo alla falsa morte di Fernando.

17. Personaggi che parlano solo in verso

Tutti.

18. Personaggi che parlano solo in prosa
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19. Personaggi che parlano a soggetto
-
20. Personaggi che alternano testo scritto e improvvisazione
-
21. Personaggi che parlano solo in italiano

Tutti.

22. Personaggi che parlano solo in dialetto, in forme di italiano regionale o storpiato, o in una lingua straniera
-
23. Uso significativo e iterativo di figure retoriche o risorse simili
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IV. Intreccio
24. Riassunto dell’argomento del testo

Il conte di Castiglia Fernando saluta la sorella prima di partire per Tudela, dove si trova la corte del re Navarra Don Garzia, e convolare a nozze con la sorella del re, Anagilda. Elvira cerca di dissuaderlo perché teme possa essere fatto prigioniero, visto che è lui il responsabile della morte del padre di Garzia ed Anagilda. La giovane non va errata, giacché è questo precisamente il piano del re. Quest’ultimo è sul punto di rivelare il recondito proposito alla sorella quando scopre che anche lei vuole vendicarsi ed ha preparato al promesso sposo un macabro regalo: un bacile contenente la veste insanguinata del padre. Ciò nonostante, desiste pensando alla volubilità delle donne. Al suo arrivo a corte, Fernando viene imprigionato e impetra la morte ad Anagilda, al re e perfino alla statua del re morto. Il secondo atto riporta l’azione in Castiglia dove Elvira, che dorme in un padiglione in mezzo alla campagna, ha un incubo: sogna il fratello prigioniero e, turbata, medita di aiutarlo. Nel frattempo, a Tudela Anagilda rimprovera il fratello per l’inganno perpetrato ai danni di Fernando, un sotterfugio disdicevole per un re che avrebbe potuto vendicare la morte del padre con più alte imprese. Garzia giustifica la frode quale atto di prudenza del monarca ed accusa la sorella di essersi innamorata del conte castigliano. In prigione Fernando lamenta la propria sorte e considera che solo un sospiro di Anagilda potrebbe consolarlo. La dama lo ascolta di nascosto ed infine ne allevia le sofferenze con il canto, mentre cerca di assopire i nascenti sentimenti d’amore verso il conte. L’incontro si chiude con un duetto. Elvira, mascherata da moro, si aggira nei giardini del palazzo alla ricerca della prigione in cui è rinchiuso il fratello. La sorprende il re e la dama finge di cercare un tesoro per conto di un mago africano, pena la morte. L’incontro incuriosisce il re, che ha notato la bellezza dall’intruso. Nelle sue stanze Anagilda, in preda a sentimenti contrastanti, prende la spada di Fernando per liberarlo, anche se, così facendo, tradisce il fratello. Frattanto, Dorina si diverte perché ha nel sacco il vecchio e tirchio Grullo. La giovane finge di dormire ed intesse un grazioso dialogo d’amore con lo spasimante che l’ha trovata spillandogli due testoni, collane, anelli e l’intero borsello. Mentre Fernando incatenato pensa all’amata, gli viene lanciata una spada con un biglietto, che il conte non riesce a leggere a causa dell’irruzione di Anagilda, mascherata e con la spada in mano. Non avendola riconosciuta, il conte la ferisce alla mano, ma con il suo aiuto evade. Garzia, deciso ad uccidere Fernando, si avvia verso la prigione. Vi trova Elvira travestita, che, a causa di una macchia di sangue, crede ormai di aver perso il fratello. I due duellano e, con l’arrivo dei soldati, l’atto si conclude con un ‘abbattimento’. All’inizio del terzo atto prosegue lo scontro tra i contendenti, che si conclude con la sconfitta di Elvira, ancora travestita da moro, e dei suoi. Di fronte alla minaccia di essere trascinata nuda dai fieri cavalli, la dama depone il travestimento e spiega le sue ragioni. Il re, colpito dalla bellezza e dall’ardimento della dama, se ne innamora e la confina a palazzo. Nel frattempo, all’interno del bosco Fernando, tuttora impedito dalle catene, rimpiange di aver ferito l’amata. Nel rimembrare la fuga, Anagilda lo interroga per sapere chi gli ha lanciato la spada. Legge quindi il biglietto d’accompagnamento, in cui una non identificata dama (Elvira) invita Fernando a sperare e gli professa amore. Ingelosita, Anagilda vuole lasciarlo, mentre Fernando, ostacolato dai ceppi, non riesce a fermarla. A palazzo, Garzia scopre la fuga della sorella e deplora l’infido pianto delle donne, a cui giura di non credere mai più. In quel mentre sopraggiunge Elvira in lacrime per la morte di Fernando. Il re non le svela che in realtà il fratello è fuggito e le propone il matrimonio oppure un infame supplizio. Anagilda e Fernando, ora libero dalle catene, hanno saputo dai pastori della prigionia d’Elvira. Scomparsi i timori d’infedeltà, la dama gli ricorda che, nel regno di Navarra, una donzella condannata a morte può salvarsi grazie ad un campione che la difenda. Fernando si accinge all’impresa ed i due discutono (duetto) quando Anagilda vuole seguirlo in veste di scudiero. Mentre Garzia dubita della sincerità di Elvira, che ha deciso di sposarlo, anche Grullo pensa al prossimo matrimonio con Dorina. In seguito, va alla ricerca del nascondiglio che Dorina ha promesso di mostrargli nel secondo intermedio, mentre la giovane di nascosto se la ride. Disperata, Elvira affronta il futuro sposo. Il re sospetta della docilità della giovane, che, infatti, quando sta per dargli la mano cava un pugnale e cerca di ucciderlo. Viene fermata da Fernando, «in abito da guerriero e con visiera calata», il quale dichiara di essere suo campione. L’arrivo di Anagilda in abito guerriero porta, dopo le opportune agnizioni, al perdono ed alle nozze delle coppie.

25. Tema principale

Amore e odio, onore e vendetta.

26. Temi secondari

Giustificazione politica dell’inganno.

27. Comicità

L’avarizia e dabbenaggine di Grullo, di cui si prende gioco Dorina (I.7; primo intermedio; II.12; secondo intermedio); beffa del nascondiglio che è pieno d’api (III.7.13).

28. Elementi polemici, satirici e parodici
-
V. Luogo e tempo
29. Luogo generale

Castiglia e Navarra (Spagna).

30. Cambiamenti di luogo

I.1-2: campagna della Castiglia; I.2-6: galleria del palazzo del re di Navarra a Tudela; I.7: stanza del palazzo; I.8-11: sala regia del palazzo; II.1: campagna della Castiglia; II.2-4: appartamenti del re; II.5-6: prigione; II.7-9: giardino del palazzo; II.10: appartamenti di Anagilda; II.11-12: interno del palazzo; II.13-14: interno della prigione; II.15: galleria; II.16-17: interno della prigione ed esterno; III.1-4: esterno intorno alla prigione/giardino; III.5-6: bosco folto; III.7: appartamenti reali; III.8-10: galleria del palazzo; III.11: bosco ameno; III.12: appartamenti; III.13: parco reale; III.14-17: cortili reali.

31. Durata totale dell’azione
Due giorni (?).
32. Soluzione di continuità temporale fra gli atti o fra le scene
Fra l’inizio del primo atto e l’arrivo del conte a Tudela passa un tempo indeterminato (ore/un giorno?); fra il secondo ed il terzo atto trascorrono pochi minuti.
33. Indicazioni esplicite sul momento temporale presenti nelle battute o nelle didascalie

I.1, didascalia: alba del primo giorno («campagna nei confini di Castiglia dove si vede il sole nascente»); I.1.13: «nel dì del gran conflitto» (allusione al conflitto bellico avvenuto in precedenza); III.15 («in questo giorno» = lo stesso della fuga?).

VI. Rispetto della regola delle tre unità
34. Tempo
No
35. Circostanze temporali

Le scarse indicazioni temporali portano a supporre uno sviluppo in due giorni.

36. Luogo
No
37. Circostanze spaziali

Tralasciando alcune scene nella campagna castigliana, lo spazio è circoscritto alla corte di Navarra tra interni, giardino, prigione e bosco circostante.

38. Azione
No
39. Circostanze particolari dello sviluppo dell’argomento

Presenza di una seconda azione (Elvira).

VII. Elementi materiali, performativi e didascalici
40. Uso di oggetti particolari

Bacile (Anagilda, I.5), specchio (Dorina, I.7), spada (Fernando, I.8; Anagilda, II.10 e 14; II.13), statua del re morto (Fernando, I.8), ceppi o catene (Fernando, II.6; II.13-14; III.4-6), mascheramento da moro (Elvira, II.7-9), lettera (la riceve Fernando in prigione assieme alla spada, II.13), sasso e alveari (Grullo, III.13), corona (la cede il re ad Anagilda e costei ad Elvira).

41. Uso di effetti sonori e musicali

II.6: cetra, che Anagilda si fa portare da un paggio assieme ad un libro di canzoni per allontanare le preoccupazioni proprie e di Fernando prigioniero.

42. Uso di effetti speciali
-
43. Scena con ampia presenza di personaggi
-
44. Didascalie di particolare importanza

I.8.10, «qui s’apre un parato e si vede una stanza tutta lugubre, restando in prospettiva una statua del re Sancio ferito, con altre guardie»; I.8.16, «[Fernando] si cava la spada e la pone tra le mani della statua»; I.9.13, «Fernando va per pigliare la spada dalle mani della statua ed Anagilda la toglie essa»; II.6.3, «Un paggio le [ad Anagilda] uno strumento musicale sostenendo un libro di canzoni ed ella si pone a sedere»; II.7.1, «Elvira con abito e sembiante da moro»; II.10.1, «[Anagilda] Prende da un tavolino la spada di Fernando, che ella tolse dalle mani della statua di Sancio»; II.13.1, «È gettata una spada nella prigione e si sente una voce che dice “Combatti e spera”»; II.17.6, «Qui si battono [Elvira travestita e Garzia], e dipoi accorrono altri armati per le due parti e segue abbattimento»; III.1.1, «Segue il combattimento cominciato nella prigione fra i soldati di Garzia e di Elvira, e poi vengono Garzia e Elvira incatenata coi suoi seguaci vinti e prigionieri»; III.3.8, «La sciolgono, e parte Garzia quando non debba dire i versi virgolati seguenti e la scena quarta»; III.13.1, «Parco reale con prospettive deliziose e ricoveri per alveari»; III.17.23, «Quando, per ravvivare l’ultimo coro, si vogliono far comparire le due parti ridicole, per altro sciolte dall’opera, si potrà introdurle dove sta la stelletta, in questo modo».

VIII. Prima recita
45. Prima recita

04/01/1711: A. Caldara, Roma, Palazzo Bonelli (cfr. http://corago.unibo.it).

46. Altre recite nel Settecento

1719: L. A. Predieri, Torino,Teatro Carignano; 1737: G. M. Schiassi, Lisbona, sala dell'Academia alla Piazza della Trinità; ca. gennaio 1749: Anonimo, Venezia, Teatro San Moisè; 1758: G. Sarti, Copenhagen, KongeligeTeater (cfr. http://corago.unibo.it; consultato nel settembre 2016).

IX. Il testo in Goldoni
47. Riferimenti, diretti o indiretti, al testo o al suo autore presenti negli scritti o nelle opere di Goldoni
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48. Aspetti del testo particolarmente rilevanti in rapporto con il teatro goldoniano.
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X. Altri eventuali dati d’importanza presenti nei paratesti proemiali e altre osservazioni d’interesse
49. Dati dei paratesti
-
50. Osservazioni

L’edizione utilizzata comprende anche il primo ed il secondo intermedio, interpretati entrambi da Dorina e Grullo, che sono connessi all’azione della commedia.