I. Titolo e dati bibliografici
00. Schedatore/Schedatrice
Bazoli, Giulietta
01. Autore
Gigli, Girolamo
02. Titolo → Edizione
Fede ne' tradimenti, La
03. Titolo completo

La fede ne tradimenti.

04. Manoscritti
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05. Edizioni utilizzate

[Senza nome d’autore], La fede de’ tradimenti. Dramma per musica, Bologna, Giulio Borzaghi, 1690.

II. Tipo
06. Genere

Dramma per musica.

06. Sottogenere
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07. Generi interni
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III. Personaggi e rapporti
08. Elenco dei personaggi

Garzia, re di Navarra; Anagilda, sua sorella; Fernando, conte di Castiglia; Elvira, sua sorella; Nice, serva vecchia di Anagilda; Delfo, servo di Fernando.

09. Protagonisti

Garzia, Anagilda, Fernando, Elvira.

10. Personaggi e maschere della commedia dell’arte o da essi derivati
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11. Valore allusivo dei nomi dei personaggi
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12. Rapporti fra i personaggi

Anagilda - Fernando: innamorati; Garzia, innamorato non corrisposto da Elvira.

13. Personaggi speculari
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14. Soliloqui e monologhi di particolare importanza

Nice riflette sulla potenza di Amore capace di trasformare l’odio nel suo contrario, II.6.1-2; Anagilda è tormentata dal sentimento amoroso che nutre nei confronti di Fernando perché dovrebbe odiarlo per avere ucciso suo padre, II.11.19-22; Garzia inizia a dubitare del suo operato perché capisce che un re molto temuto si pone nella condizione di aver paura dei sudditi e dei nemici, III.2.1-5; Elvira si augura di avere il coraggio di scegliere la morte piuttosto che la vita, accettando di sposare il suo acerrimo nemico, III.8.1-6.

15. Dialoghi e successioni di monologhi di particolare importanza

Dialogo tra Anagilda e Garzia sulla liceità della vendetta e sui modi per attuarla, II.3.

16. Uso particolarmente rilevante degli a parte
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17. Personaggi che parlano solo in verso

Tutti.

18. Personaggi che parlano solo in prosa
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19. Personaggi che parlano a soggetto
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20. Personaggi che alternano testo scritto e improvvisazione
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21. Personaggi che parlano solo in italiano

Tutti.

22. Personaggi che parlano solo in dialetto, in forme di italiano regionale o storpiato, o in una lingua straniera
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23. Uso significativo e iterativo di figure retoriche o risorse simili
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IV. Intreccio
24. Riassunto dell’argomento del testo

Atto I: Fernando, giovane conte di Castiglia, lascia il suo regno per andare a sposare la principessa Anagilda di Navarra, figlia del re Sancio, ucciso in regolare duello proprio da lui. La pièce si apre proprio nel momento in cui la sorella di Fernando, Elvira, cerca di dissuaderlo da questo proposito matrimoniale perché teme che Garzia, fratello di Anagilda, possa vendicarsi. I presentimenti della giovane sono infatti fondati, anche se Anagilda è combattuta fra il dolore per la perdita del padre e l’amore per Fernando che però, giunto al castello, viene immediatamente arrestato.


Atto II: Elvira si sveglia dopo un sogno premonitore in cui vede il fratello in pericolo e decide di andare ad aiutarlo, travestendosi da moro; nel frattempo Garzia pregusta la vendetta, ma la sorella lo redarguisce e ammette di amare il prigioniero. Proprio Anagilda, passeggiando vicino alla prigione, intona una canzone pensando a Fernando, che l’ascolta e le chiede un sospiro d’amore, che alla fine arriva. Elvira, giunta a palazzo, riesce a far pervenire al fratello una spada con un bigliettino: mentre egli sta per leggerlo entra Anagilda travestita ed armata e, non riconosciuta da Fernando, viene ferita ad una mano; poi i due fuggono dalla prigione. Quando Elvira giunge alla cella, vedendo la macchia di sangue, crede che il fratello sia già stato ucciso e giura vendetta contro Garzia.


Atto III: Garzia cattura Elvira ma se ne innamora e le propone di sposarlo; dopo averla rassicurata che il fratello è ancora vivo, lei acconsente. Nel frattempo per un fraintendimento Anagilda crede che il biglietto legato alla spada sia di un’altra donna amata da Fernando e così scappa. Garzia sente di nascosto Elvira che sfoga la sua ira contro di lui, così le racconta che il fratello è morto e che il suo ultimo desiderio prima di spirare sia stato quello di sapere che Elvira sarebbe andata in sposa proprio a Garzia; al suo tentennamento egli le impone di sposarlo, pena la morte. Anagilda, dopo aver scoperto la verità sul biglietto, informa Fernando che una legge della Navarra consente che una fanciulla condannata a morte possa essere salvata da un campione, in regolare duello. Elvira al cospetto di Garzia tenta di ucciderlo, ma Fernando, irrompendo in armatura e col cimiero abbassato, la ferma; giunge poi anche Anagilda, che svela l’identità di Fernando: Garzia, riconoscente, cede il regno alla sorella e al futuro cognato e segue Elvira verso il campo moro, per conquistarne l’amore.
25. Tema principale

Amore.

26. Temi secondari

Amore fraterno, vendetta, onore.

27. Comicità
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28. Elementi polemici, satirici e parodici

Questo testo non è tra i più parodici di Gigli ma si rintraccia comunque una buona dose di vis polemica contro il concetto che vede l’eroismo appartenere solo al genere maschile. All’inizio dell’opera Fernando quasi deride la sorella per i suoi timori —che poi, appunto si rivelano fondati— che appartengono al «molle e debile sesso» (I.1). Saranno proprio due donne ad aiutarlo mettendo a repentaglio la loro stessa vita: Elvira, credendo nel sogno fatto, decide di partire per salvare il fratello e Anagilda lo libera dalla prigione.

V. Luogo e tempo
29. Luogo generale

Tudela, vicino ai confini della Navarra e luogo imprecisato ai confini della Castiglia.

30. Cambiamenti di luogo

I.1-2: Campagna nei confini di Castiglia; I.3-8: cortile [del palazzo di Anagilda]; I.9-10: appartamenti [del palazzo di Anagilda]; II.1: campagna ai confini di Castiglia; II.2-3: appartamenti; II.4-10: cortile con ferrata [del palazzo di Anagilda]; II.11: appartamenti; II.12-13: carcere [del palazzo di Anagilda]; II.14: appartamenti; II.15-16: cortile con carcere; III.1-4: cortile; III.5: bosco; III.6-9: cortile; III.10: bosco: III.11-ultima [15]: sala reggia [del palazzo di Anagilda].

31. Durata totale dell’azione
Presumibilmente una giornata.
32. Soluzione di continuità temporale fra gli atti o fra le scene
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33. Indicazioni esplicite sul momento temporale presenti nelle battute o nelle didascalie
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VI. Rispetto della regola delle tre unità
34. Tempo
35. Circostanze temporali

Nel testo non è presente alcuna indicazione temporale, ma la vicenda potrebbe durare una giornata poiché sulla scena è presentato solo il momento finale del tragitto compiuto da Fernando e poi dalla sorella Elvira dalla loro reggia a quella di Anagilda e poi il resto della vicenda si sussegue senza salti o interruzioni significative.

36. Luogo
37. Circostanze spaziali

Reggia e dintorni della reggia di Anagilda.

38. Azione
39. Circostanze particolari dello sviluppo dell’argomento

Tutta l’azione è costruita intorno alla vicenda amorosa di Fernando e Anagilda.

VII. Elementi materiali, performativi e didascalici
40. Uso di oggetti particolari

Bacile che contiene «una spoglia insanguinata e tagliata» di Sancio, I.6; spada e biglietto gettati nella prigione a Fernando, II.12; stiletto usato da Elvira per tentare di uccidere Garzia, III.13.

41. Uso di effetti sonori e musicali

La scena principale del secondo atto, il momento in cui Anagilda ammette con sé di essere innamorata di Fernando e glielo confessa lasciandosi sfuggire un sospiro d’amore, ruota intorno alla canzone che la giovane intona, dopo che Nice le ha portato «uno strumento musicale e un libro di canzoni» affinché il canto possa alleviare «le cure del sen» (II.5).

42. Uso di effetti speciali
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43. Scena con ampia presenza di personaggi

Scena di combattimento tra Garzia e i suoi soldati da una parte e Elvira con i suoi uomini armati dall’altra, II.16.

44. Didascalie di particolare importanza

Didascalia in cui viene presentata a Fernando la sua camera nuziale ‘a sorpresa’, che consiste in una stanza buia e tetra da cui emerge solamente il profilo della statua del re Sancio ferito, insieme ad altre guardie, I.9.

VIII. Prima recita
45. Prima recita

Carnevale 1689, Siena, Collegio Tolomei, cantato dai Signori Convittori.

46. Altre recite nel Settecento

1703 Verona; 1705 Venezia, Teatro di San Fantino; 1714 Parma, Teatro Ducale; 1716 Bologna, Teatro Marsigli Rossi; 1718 Napoli, Teatro San Bartolomeo, e Firenze, Teatro della Pergola; 1723 Modena; 1732 Padova, Teatro Obizzi; e Bologna, Teatro Marsigli Rossi; 1734 Ravenna, Teatro Pubblico.

IX. Il testo in Goldoni
47. Riferimenti, diretti o indiretti, al testo o al suo autore presenti negli scritti o nelle opere di Goldoni
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48. Aspetti del testo particolarmente rilevanti in rapporto con il teatro goldoniano.
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X. Altri eventuali dati d’importanza presenti nei paratesti proemiali e altre osservazioni d’interesse
49. Dati dei paratesti

Nel Ristretto dell’opera viene raccontato non solo l’antefatto —cioè l’uccisione del re di Navarra da parte di Fernando— ma anche il felice epilogo per i due innamorati che riescono a scappare in Castiglia. L’autore esplicita la fonte storica da cui ha tratto la vicenda, le «Storie della Spagna di Padre Rogatis» ovvero l’Historia della perdita, e riacquisto della Spagna occupata da mori scritta da Bartolomeo De Rogatis (1596-1656) e si preoccupa di giustificare il cambiamento del nome della figlia del re ucciso (da Sancia in Anagilda) per «miglior suono della musica». Nell’avviso al Cortese lettore l’autore sottolinea, come si riscontra in tanti altri testi teatrali del periodo, che i termini «Fato, Deità e simili» presenti nel testo sono solamente espressioni poetiche e che quindi non hanno alcun riferimento alla religione.

50. Osservazioni

Di particolare rilevanza la presenza di un dialogo tra Anagilda e Garzia in cui si ragiona intorno al termine «inganno» e alla sua liceità in questioni politiche e di regno: se per il principe tutto è concesso in nome della vendetta («nell’Altar della Vendetta / Divien Nume anco il mortal»; II.3), per la sorella invece l’inganno e i tradimenti non sono ammessi.


Le numerose edizioni di questo libretto differiscono tra loro soprattutto per la manipolazione del testo, che subiva aggiunte e tagli —prassi applicata per tutti i libretti—, ma la differenza più rilevante nel caso di quest’opera è l’assenza, nella prima pubblicazione, dei due personaggi spalla, Nice e Delfo e conseguentemente delle loro scene. Si è scelto, in questo caso, di schedare l’edizione dell’anno seguente (1790) proprio perché si tratta di un testo pensato per la pubblicazione —infatti contiene l’avviso al Cortese lettoree perché in essa è presente questa coppia di personaggi che, con vari nomi, saranno presenti anche in alcune versioni settecentesche.