I. Titolo e dati bibliografici | ||
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00. Schedatore/Schedatrice
Vescovo, Piermario
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01. Autore
Mondini, Tomaso
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02. Titolo → Edizione
Pantalone mercante fallito
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03. Titolo completo
Pantalone mercante fallito. Comedia esemplare. |
04. Manoscritti
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05. Edizioni utilizzate
Tomaso Mondini, Pantalone mercante fallito, a cura di Maria Ghelfi, con un’introduzione di Piermario Vescovo, Venezia - Santiago de Compostela, lineadacqua, 2019 (www.usc.gal/goldoni). Simon Tomadoni (= Tomaso Mondini), Pantalone mercante fallito. Comedia esemplare, Venezia, Domenico Lovisa, 1693. |
II. Tipo | ||
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06. Genere
Commedia. |
06. Sottogenere
Commedia cittadina veneziana. |
07. Generi interni
Il testo contiene numerose canzonette popolari intonate dalle maschere: in I.8.21, Pantalone canta «Oh che basi in quel visetto»; in II.5.5, l’arietta «Quel bocchin e quelle tette»; e, in III.10, una lunga «canzon alla moda» accompagnata da musica, vale a dire, «za che son in colomera». Arlichino intona «Falalalalalela, quando giera putella» in I.10.8 e 10 e «Un prìndese voi far a sta cittàe» in I.11.20 (cfr. il commento ai rispettivi interventi in Maria Ghelfi, Commento, in Tomaso Mondini, Pantalone mercante fallito, a cura di Maria Ghelfi, con un’introduzione di Piermario Vescovo, Venezia - Santiago de Compostela, lineadacqua, 2019, pp. 81-120; www.usc.gal/goldoni). Anche gli interventi dell’Improvisante (II.13) sono accompagnati dalla musica. Maria Ghelfi ipotizza che in I.5.31-84 il dialogo fra Celio e Angela possa essere cantato, il che spiegherebbe la sua presenza in versi, situazione che si ripete in III.8.10-60 in un dialogo fra Celio, Pantalone e Arlichino (cfr. Ghelfi, Commento, cit.). Il testo contiene, inoltre, un’ottava de La Gerusalemme del Tassò cantà alla barcariola (cfr. § 50). |
III. Personaggi e rapporti |
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08. Elenco dei personaggi
Pantalone, Celio, Arlichino (Arlecchino), Dottore, Leandro, Lucindo, Beatrice, Bagolino, Angela, Spinetta, [Sartore], [Calegher], [Cortesani], [Sonatori (non parlano)], [Improvisante], [Zaffi (non parlano)], [Quel dalle carte], [Barone], [Diana]. NOTA: i personaggi indicati fra parentesi quadre non risultano nelle dramatis personae. |
09. Protagonisti
Pantalone, personaggio attorno cui ruota la totalità dell’azione. |
10. Personaggi e maschere della commedia dell’arte o da essi derivati
Pantalone, Arlichino, Dottore, Bagolino (zanni), Spinetta (servetta). |
11. Valore allusivo dei nomi dei personaggi
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12. Rapporti fra i personaggi
Pantalone, padre di Celio; Arlichino, servo di Celio; Pantalone, innamorato di Beatrice; Bagolino, servitore di Beatrice; Celio, innamorato di Angela; Spinetta, serva di Angela; Arlichino, innamorato di Spinetta; Leandro e Lucindo, complici di Beatrice. |
13. Personaggi speculari
Celio-Pantalone, diventano speculari per il loro atteggiamento rispetto ai problemi finanziari che li assalgono, che lasciano incautamente in secondo piano per rivolgere l’attenzione verso le donne di cui sono innamorati. Di conseguenza, anche Angela e Beatrice, che si fingono innamorate, rispettivamente, di Celio e di Pantalone, diventano speculari, poiché entrambe, con lo stesso atteggiamento, si approfittano economicamente della prodigalità degli uomini. |
14. Soliloqui e monologhi di particolare importanza
Pantalone, sulla propria situazione economica e sull’amore per Beatrice, I.6; Dottore, sui problemi finanziari di Pantalone, II.1; Celio, sull’avversa fortuna del padre e sui propri amori, II.9; Pantalone, sui problemi finanziari e sull’amore, III.2.1; Pantalone incarcerato, sulla propria sfortuna, III.10. |
15. Dialoghi e successioni di monologhi di particolare importanza
Pantalone e Dottore, richiesta di soldi, I.1; Celio e Angela, dipartita degli amanti, I.5.31-84; Celio, Pantalone e Arlichino, lamenti per la rovina economica e per i disinganni amorosi, III.8.10-60. |
16. Uso particolarmente rilevante degli a parte
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17. Personaggi che parlano solo in verso
Improvisante. |
18. Personaggi che parlano solo in prosa
Pantalone, Celio, Arlichino, Dottore, Leandro, Lucindo, Beatrice, Bagolino, Angela, Spinetta, Sartore, Calegher, Cortesani, Improvisante, Quel dalle carte, Barone, Diana. NOTA: Celio, Angela, Arlichino e Pantalone alternano piccoli dialoghi in versi, forse anche intonati: I.5.31-84, III.8.10-60 (cfr. Ghelfi, Commento, cit.). |
19. Personaggi che parlano a soggetto
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20. Personaggi che alternano testo scritto e improvvisazione
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21. Personaggi che parlano solo in italiano
Celio, Leandro, Lucindo, Beatrice, Angela. NOTA: Spinetta alterna italiano e dialetto a seconda dell’interlocutore. |
22. Personaggi che parlano solo in dialetto, in forme di italiano regionale o storpiato, o in una lingua straniera
Pantalone (veneziano), Arlichino (bergamasco), Dottore (bolognese), Bagolino (bergamasco), Sartore (veneziano), Calegher (veneziano), Barone (veneziano), Cortesani (veneziano), Improvisante (veneziano), Quel dalle carte (veneziano), Diana (veneziano). NOTA: Spinetta alterna italiano e veneziano a seconda dell’interlocutore. |
23. Uso significativo e iterativo di figure retoriche o risorse simili
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IV. Intreccio |
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24. Riassunto dell’argomento del testo
Atto I. Pantalone, che si trova in una situazione economica problematica, chiede al Dottore la somma di cinquecento scudi, affermando che è necessaria per saldare un debito con la banca e che non impiegherà molto tempo a restituirgliela. Nonostante il Dottore tenti invano di eludere la richiesta, si vede alla fine costretto ad acconsentire, e i due partono insieme per ritirare i soldi. Nel frattempo, il figlio di Pantalone, Celio, senza rendersi conto che il consenso di Angela è motivato da interessi economici piuttosto che da un amore sincero, si reca a casa della fanciulla per corteggiarla, portando con sé un sarto e un calzolaio per fornirle nuovi abiti e calzature e incoraggiandola a non preoccuparsi dei costi, dopodiché si dirige alla bottega del padre. Contemporaneamente, torna Pantalone in scena, lamentandosi perché la somma fornita dal Dottore è inferiore a quanto precedentemente stipulato. Nonostante ciò, decide di non darvi troppa importanza, considerando prioritario l’amore che nutre per Beatrice, donna che, analogamente ad Angela nei confronti di Celio, sembra interessata più ai soldi che ai sentimenti amorosi del vecchio. Questa inclinazione beneficia anche i complici della donna, Leandro e Lucindo, poiché traggono vantaggio da quanto Beatrice riesce a sottrarre al mercante. Così, Pantalone parte per cercare Beatrice e inizia a spendere le monete spensieratamente. Dopo aver scambiato parole di amore con la donna, stabiliscono di incontrarsi in piazza sotto le Procuratie Vecchie per una passeggiata, ma prima Pantalone parte per la bottega, dove si trova già Celio. Mentre il giovane è impegnato, con l’assistenza di Arlichino, a mettere in ordine il negozio, Angela e la sua serva, Spinetta, arrivano mascherate, suscitando l’ammirazione degli uomini, che non le riconoscono. Alla fine, si tolgono le maschere e Celio, rendendosi conto che una di loro è la donna oggetto del proprio amore, decide di invitarle a mangiare. Arriva allora Pantalone, il che provoca la fuga delle donne di nascosto, ma il mercante vede il cibo e ne chiede spiegazioni a Celio che, evadendo la domanda, afferma di avere il diritto di consumarlo. Poco dopo arrivano Beatrice e Bagolino, anche loro travestiti, ma Pantalone, riconoscendo la donna, dopo aver ordinato a Celio di partire, le regala un drappo. Il giovane, però, si rende conto dell’atteggiamento del padre, per cui gli rimprovera di spendere soldi senza beneficio, scatenando il litigio con cui si chiude l’atto. Atto II. All’ora stabilita, Pantalone aspetta Beatrice, che è in ritardo, in piazza. Una volta giunta, le propone di cenare in gondola e lei accetta, per cui lui parte a prendere l’imbarcazione e lei a prepararsi. Nel frattempo, Celio discute con Arlichino sulle finanze del padre, esprimendo preoccupazione per lo stile di vita di Pantalone, che, a suo giudizio, lo porterà alla rovina. Tuttavia, Celio non riconosce il parallelo atteggiamento che egli stesso ha nei confronti di Angela. Intanto, Pantalone e Beatrice vivono una scena ‘romantica’ in gondola, accompagnati da Bagolino e da suonatori. Passa in quel momento un battello con due cortesani e, dopo aver discusso su quale lato debbano attraversare con l’imbarcazione, litigano e Pantalone finisce in acqua. Celio, che era andato con Arlichino a recuperare il pagamento di certe stoffe vendute, torna in bottega e si trova coinvolto in una lite con i cortesani. Arlichino discute aggressivamente con loro, ma, quando esce Celio, questi riconosce gli uomini e, contemporaneamente, è riconosciuto da essi; il giovane dà loro qualche soldo, esortandoli a partire. Nel frattempo, Pantalone si riprende dalla caduta con Beatrice e le propone di andare il giorno successivo al ‘casino’ di Murano a fare merenda, invito che lei accetta. Tuttavia, chiede a Pantalone di portarle qualcosa da mangiare, poiché ha invitato amiche a pranzo (in realtà, saranno Leandro e Lucindo i beneficiari del cibo). Pantalone acconsente e si dirige alla bottega, dove trova Arlichino che tenta di fargli capire, senza successo, la grave situazione finanziaria in cui versa; il mercante, infatti, minimizza la questione per poter continuare il suo corteggiamento a Beatrice e parte per provvederla. Dopo cena, Pantalone, Beatrice e Bagolino partono per Murano. Nel frattempo, Celio lamenta le sciagure del padre, ma anziché affrontare la bancarotta assennatamente, decide di chiedere soldi in prestito agli amici per continuare a dimostrare il suo amore per Angela. Da parte sua, la giovane, che è a conoscenza della rovina finanziaria che affligge il giovane, prende la decisione di tradirlo. Parallelamente, Pantalone e Beatrice arrivano a Murano, dove il vecchio spende i pochi soldi rimastigli fino a quando, dopo un confronto con Leandro e Lucindo, è buttato in acqua. Atto III. Il Dottore, consapevole dell’incauta gestione finanziaria di Pantalone, chiede i cinquecento scudi prima a Celio e poi a suo padre, ma loro se ne liberano, motivo per cui il Dottore minaccia di denunciarli. Tuttavia, Pantalone, che sembra non rendersi conto della gravità della situazione in cui si trova, si mostra indifferente al fallimento della bottega. Va da Beatrice e le suggerisce di andare a giocare i trenta zecchini che ha precedentemente chiesto in prestito. Nonostante la diffidenza iniziale della donna, alla fine i due si dirigono al Ridotto, dove incontrano Celio, Angela e Spinetta, che, in maschera, giocano contro il mercante, riuscendo a fargli perdere i pochi soldi che gli restavano. Beatrice si lamenta e rimprovera Pantalone, respingendolo, ma lui promette di portarle i trenta zecchini e lei gli concede un’altra opportunità. Il mercante, dopo aver accompagnato a casa Beatrice, cerca di pensare a qualcuno che lo possa aiutare, senza tuttavia riuscire a individuare nessuno, per cui, vinto, si rassegna finalmente alla sua sorte. In bottega incontra il Dottore, che chiede ancora i cinquecento scudi. Pantalone ammette di non averli, chiede pazienza e, anzi, gliene chiede altri seicento. Scoppia una lite e Pantalone finisce per fuggire da Beatrice. Nel frattempo, Celio è chiamato da Spinetta per recarsi da Angela, che desidera parlargli. Sia Beatrice che Angela, però, stanno orchestrando uno stratagemma per far imprigionare gli uomini, tradendoli. Celio e Arlichino riescono a fuggire, mentre Pantalone viene incarcerato. Alla fine, però, Celio gli annuncia che lo zio Tirondello (fratello di Pantalone) è morto, lasciando a loro tutti i suoi averi, il che dà la possibilità al giovane di saldare i conti con il Dottore, situazione che permetterà all’anziano di tornare libero. |
25. Tema principale
Caduta in rovina di Pantalone, mercante eccessivamente irriflessivo e prodigo. |
26. Temi secondari
Amore, amicizia, avidità. |
27. Comicità
I.1: dialogo tradizionale di Pantalone che vuole avanzare la sua richiesta e il Dottore che non glielo permette. La messa in scena genera un momento di massima comicità. |
28. Elementi polemici, satirici e parodici
Tutta la commedia gira attorno alla satira della figura del mercante prodigo. |
V. Luogo e tempo |
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29. Luogo generale
Venezia. |
30. Cambiamenti di luogo
I.1: strada; I.2-5: casa di Angela; I.6-9: strada; I.10-13: bottega; II.1-12: strada; II.13: casino di Murano; III.1-3: strada; III.4: Ridotto; III.5-9: strada; III.10-13: prigione. |
31. Durata totale dell’azione
Almeno due giorni, ma più verosimilmente qualche settimana (cfr. § 35).
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32. Soluzione di continuità temporale fra gli atti o fra le scene
Fra II.9 e II.10 si avverte un piccolo salto temporale che copre il periodo in cui Lucindo e Leandro mangiano con Beatrice prima dell’arrivo di Pantalone per portarla a Murano. Fra III.8 e III.9 si avverte un probabile salto di, almeno, qualche giorno, perfino qualche settimana, da quanto lasciano desumere le battute di Celio e Pantalone e la descrizione degli abiti di Celio. Anche prima della scena finale (III.13) sembra che passi, almeno, il tempo sufficiente perché Celio riceva la notizia della morte dello zio e gestisca i soldi in modo da saldare i debiti del padre.
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33. Indicazioni esplicite sul momento temporale presenti nelle battute o nelle didascalie
Pantalone, I.1.23-25: «sarà disisett’ore in çirca»; Dottor, I.1.24: «[…] a’ i ho mettù orden d’esser in Palaz a disiset’ore, e son za […]»; Pantalone, I.1.25: «Eh, no le xe gnancora, no, sior; v’ho ditto in çirca, ghe mancherà mez’ora bona»; Beatrice, I.8.7: « […] Sapete che son tre giorni che son priva della vista desiderata di voi, mio caro?»; Beatrice, I.9.12: «[…] Siate in Piazza alle ventidue ore e lasciatevi vedere sotto le Procuratie Vecchie»; Pantalone, II.3.1: «[…] vòi menarla stasera un puoco a tórzio in gondoletta»; Pantalone, II.3.12: «[…] Orsù, sentì, siora Beatrice, sta sera vorrave che ve degnessi de vegnir con mi a far colazion in gondola, anderemo un puoco a passar l’ore malinconiose»; Pantalone, II.3.16 «[…] ’l scuro xe puoco al largo»; Pantalone, II.3.20: «[…] oh, si questa fusse la notte dalle manàtole»; Celio, II.4.13: «Orsù, andiamo in Ruga, che corre l’ordine di portarmi i soldi là a tre ore»; Arlichino, II.6.2: «El vedrem domattina, via»; II.6.8, Arlichino, «Siù commandador de notte vu?»; Cortesano, II.6.16: «Da quel servitoreto che ve son, che culù a istanzia vostra renasse sta notte»; Pantalone, II.16: «Bondì, sier Bagolin»; Lucindo, II.9.8: «Sì, sì, andiamo che l’ora è vicina»; Beatrice, II.8.18: «[…] la memoria che continuamente mi tormenta del strano accidente ieri sera occorsovi […]»; Celio, II.9: «Oh, che caro signor padre! Ho saputo che ieri sera è stato gettato in acqua […]»; Dottore, III.1.21: «El tabach el me pias e ’l togh, ma che vegna stasera a casa?»; Pantalone, III.2.5: «Bagolin, bondì»; Spinetta, III.6.23: «Signor Celio, buongiorno a vostra signoria»; Celio, III.11.27: «[…] buongiorno a vostra signoria»; Pantalone, III.11.28: «Bondì, bondì». |
VI. Rispetto della regola delle tre unità | |
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34. Tempo
No
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35. Circostanze temporali
L’azione si protrae per almeno tre giorni, dato che, come vediamo, passano almeno due notti in scena. Si avverte una chiara condensazione, soprattutto nel secondo atto, in cui non sembra che ci siano salti temporali. Come indica Ghelfi, forse il momento più notevole è II.11-12, scene che coprono il tempo di trasferimento in gondola da Venezia a Murano di Pantalone e Beatrice (cfr. Ghelfi, Commento, cit.). Inoltre, nello stesso atto, la battuta del Dottore in II.5.12 («E mi tant volt’ i’ ho da d’mandar a vu per la restituzion?») fa pensare allo svolgimento dell’azione in più giorni, dato che, si ricordi, Pantalone gli chiede i soldi all’inizio dell’atto primo.Nell’atto terzo, invece, diventa inverosimile uno sviluppo dell’azione in poche ore, soprattutto nelle scene finali (III.9-13): si avverte il passaggio di una notevole quantità di tempo fra l’arresto di Pantalone e le scene che lo vedono in prigione, in cui Celio, il figlio, viene presentato «mal vestito» (III.11), si presuppone a causa della precarietà della sua situazione. |
36. Luogo
Sì
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37. Circostanze spaziali
L’azione, sebbene spostata fra varie localizzazioni, non esce mai da Venezia. Acquisisce un particolare rilievo la precisione nella definizione di luoghi concreti della realtà veneziana (I.5.8, Calegher: «Clarissimo sior sì, son stà in Ruga a torla»; I.9.12, Beatrice: «[…] Siate in Piazza alle ventidue ore e lasciatevi vedere sotto le Procuratie Vecchie»; II.2.7, Dottore: «[…] A’ ’l busogna che vada a far un servizi che m’ prem a fort, e po sarò in Piazza alla Çecca»; II.4.13, Celio: «Orsù, andiamo in Ruga, che corre l’ordine di portarmi i soldi là a tre ore»; II.5.7, Pantalone: «[…] me son imbattùo a Rialto, sotto i porteghi della Drapparìa, dal Lovisa stampador e librèr»; II.7.8, Pantalone: «[…] sentì, siora Beatrice, vogio doppo disinar, si se’ contenta, che andremo a Muran in casin a marenda fuora d’i strepiti e d’i susurri»; III.1.16, Celio: «Ma mi dia licenza, che devo portarmi per certo affare alla Piazza»). |
38. Azione
Sì
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39. Circostanze particolari dello sviluppo dell’argomento
Tutta l’azione gira attorno alla rovina di Pantalone e alle conseguenze della sua prodigalità. |
VII. Elementi materiali, performativi e didascalici |
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40. Uso di oggetti particolari
Hanno particolare importanza in scena gli oggetti legati al corteggiamento di Beatrice e di Angela da parte di Pantalone e di Celio, vale a dire, il cibo (biscotti e prosecco) che compaiono in I.11.17 e il drappo che, in I.13.20, Pantalone regala a Beatrice. I personaggi adoperano anche un pugnale (Pantalone) e uno stilo (Celio) per difendersi dai cortesani rispettivamente in II.5.20 e II.6.10 e un fanalino da notte (Celio e Arlichino) in II.6. |
41. Uso di effetti sonori e musicali
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42. Uso di effetti speciali
Pantalone cade in acqua in due occasioni in scena: I.5.21 e II.13. |
43. Scena con ampia presenza di personaggi
Sono abituali le scene con cinque personaggi, circostanza di solito derivata dall’esigenza di presentare le donne accompagnate (Beatrice appare sempre con Bagolino, e Angela, con Spinetta). Perciò, I.4 e I.-5 sono accomunate da cinque personaggi in scena (Spinetta, Celio, Arllichino. Angela e Sartore nella prima e gli stessi con il Calegher al posto del Sartore nella seconda); in I.13 compaiono Beatrice, Bagolino, Arlichino, Celio, Pantalone; in II.10, Pantalone, Bagolino, Beatrice, Leandro Lucindo e in III.4 compaiono Celio, Arlichino, Beatrice, Angela, Spinetta. Inoltre, si ritrovano sei personaggi in scena in III.3 (Celio, Angela, Spinetta, Pantalone, Beatrice, Bagolino), nel momento in cui Celio, in maschera, gioca contro il padre nel Ridotto. La scena con più personaggi però è III.8 (Celio, Arlichino, Angela, Spinetta, Pantalone, Beatrice, Zaffi), vale a dire, il momento del tradimento di Celio, di Arlichino e di Pantalone in cui arrestano quest’ultimo. |
44. Didascalie di particolare importanza
In I.5.21 e in II.13.46 sono fondamentali le indicazioni che segnano le cadute in acqua di Pantalone, Inoltre, in III.3.16, una lunga battuta di Pantalone che copre il gioco di carte con Celio, le didascalie stanno a indicare le risposte gestuali del giovane che, siccome è in maschera e non vuole farsi riconoscere, non parla. Infine, in III.8, nel momento in cui gli uomini vengono traditi e Pantalone imprigionato, le didascalie diventano fondamentali per capire l’azione che si svolge in scena. |
VIII. Prima recita |
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45. Prima recita
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46. Altre recite nel Settecento
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IX. Il testo in Goldoni |
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47. Riferimenti, diretti o indiretti, al testo o al suo autore presenti negli scritti o nelle opere di Goldoni
Il mercante fallito di Goldoni, andato in scena al San Samuele nella stagione 1740-1741 e poi riformulato ne La bancarotta, è frutto del rifacimento della commedia di Mondini. |
48. Aspetti del testo particolarmente rilevanti in rapporto con il teatro goldoniano.
È particolarmente importante, per il suo influsso sulla produzione goldoniana, lo sviluppo del personaggio di Pantalone e la costruzione dell’ambientazione cittadina. |
X. Altri eventuali dati d’importanza presenti nei paratesti proemiali e altre osservazioni d’interesse |
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49. Dati dei paratesti
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50. Osservazioni
In I.11.20 Arlichino canta un brindisi diretto, in realtà, ai cittadini veneziani, per cui oltrepassa il piano finzionale. Inoltre, in II.5.7, Pantalone pronuncia la terza ottava del canto sedicesimo della traduzione in veneziano della Gerusalemme liberata che Mondini pubblica dal Lovisa nel 1693 indicando previamente, a scopo propagandistico: «[…] me son imbattùo a Rialto, sotto i porteghi della Drapparìa, dal Lovisa stampador e librèr e go visto un libro che dise: El Goffredo del Tasso cantà alla barcariola, e l’è tutto ’l Tasso cantào alla veneziana, che a dire ’l vero me dà in genio». |