I. Titolo e dati bibliografici
00. Schedatore/Schedatrice
Frare, Pierantonio
01. Autore
Becelli, Giulio Cesare
02. Titolo → Edizione
Agnesa di Faenza, L'
03. Titolo completo

L’Agnesa da Faenza. Commedia.

04. Manoscritti
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05. Edizioni utilizzate

L’Agnesa da Faenza. Commedia, Verona, Jacopo Vallarsi, 1743.

II. Tipo
06. Genere

Commedia.

06. Sottogenere
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07. Generi interni
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III. Personaggi e rapporti
08. Elenco dei personaggi

Giacomo da Pavia creduto padre dell’Agnesa; Crivello servo; la Trecca fantesca; Gianni di Severino amico di Crivello; Minghino di Mingole amico della Trecca; l’Agnesa; Guglielmo da Medicina; Barnaba da Faenza; Ser Carlo Carpione Cancellieri.

09. Protagonisti

Giacomo, Crivello, Trecca, Agnesa.

10. Personaggi e maschere della commedia dell’arte o da essi derivati

Il personaggio del servo Crivello potrebbe derivare, per il suo nome e per le sue azioni, dalla figura del secondo zanni, mentre Trecca eredita alcuni tratti della figura della servetta, tra cui la vivacità, la leggerezza e l’ardire.

11. Valore allusivo dei nomi dei personaggi

‘Crivello’, come è noto, significa ‘vaglio’, ‘setaccio’, forse per ironica antifrasi rispetto all’incapacità del servo di analizzare le situazioni e trarne i migliori effetti. O forse per analogia, in quanto nella tradizione popolare rurale di alcune regioni del nord Italia il setaccio è considerato stupido, poiché fa uscire il grano e trattiene la pula (da cui il detto lùc cme un sdazz). ‘Trecca’ si chiama la venditrice di frutta e verdura, che in senso figurato assume il significato di donna rozza, volgare e pettegola (dal verbo treccare: fig. ordire imbrogli, intrighi, che ben si attaglia al personaggio in questione). Minghino rimanda molto chiaramente alla faciloneria del personaggio, non senza un’ironica allusione alla sfera della sessualità. Il soprannome di Carlo, Carpione, richiama la spiccata tendenza del cancelliere a sfruttare qualunque occasione per estorcere denaro agli altri (V.6.64-65: «poiché il pesce di tal nome [Carpione], / dicono che si pasce d’oro e vive»).

12. Rapporti fra i personaggi

Giacomo-Agnesa: presunti padre e figlia; Giacomo-Crivello: padrone-servo; Giacomo-Trecca: padrone-servo; Crivello-Gianni: amici; Trecca-Minghino: amici; Minghino-Agnesa: innamorati; Minghino-Gianni: avversari in amore; Guglielmo-Minghino: amici; Barnaba-Gianni: padre e figlio; Barnaba-Agnesa: padre e figlia.

13. Personaggi speculari

Minghino e Gianni in quanto innamorati entrambi dell’Agnesa, il primo ricambiato, il secondo no; Crivello e la Trecca, versioni maschile e femminile della figura del servo, che nel corso della commedia compiono azioni tali da ostacolarsi reciprocamente nel perseguimento dell’unico fine di stornare da Agnesa qualunque pretendente tranne il loro protetto: Crivello tenta, infatti, di fare di Agnesa la sposa di Gianni, mentre Trecca la vuole sposa di Minghino (assecondando così anche il desiderio della giovane).

14. Soliloqui e monologhi di particolare importanza
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15. Dialoghi e successioni di monologhi di particolare importanza

I.4: Agnesa e Minghino (parodia della poesia d’amore); II.5: la Trecca, Gianni, Agnesa e III.5 la Trecca, Crivello (esempi di linguaggio gergale); V.1: Giacomo e ser Carlo (onestà vs cupidigia; verità vs paralogismi); V.5: ser Carlo e Guglielmo (verità dei fatti e dei sentimenti vs macchinazioni umane in ricerca dell’utile).

16. Uso particolarmente rilevante degli a parte
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17. Personaggi che parlano solo in verso

Tutti.

18. Personaggi che parlano solo in prosa
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19. Personaggi che parlano a soggetto
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20. Personaggi che alternano testo scritto e improvvisazione
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21. Personaggi che parlano solo in italiano

Tutti (Crivello cita un solo detto in latino storpiato: «chi non habe / non pote dare», V.7.35-36).

22. Personaggi che parlano solo in dialetto, in forme di italiano regionale o storpiato, o in una lingua straniera

Cfr. § 21.

23. Uso significativo e iterativo di figure retoriche o risorse simili

Gianni-Crivello: metafora continuata Agnesa-mensa imbandita (I.2.98-117); Crivello: metafora continuata Crivello-avvoltoio/Trecca-carogna (I.2.124-127); Trecca: metafora Trecca-Crivello: Volpe-Corvo (I.2.32-37); Barnaba: origine del soprannome Carpione (V.6.59-65); ser Carlo: metafora continuata prigioni-pesci (V.7.1-4).

IV. Intreccio
24. Riassunto dell’argomento del testo

Atto I: L’ex soldato Giacomo da Pavia, che vive in Faenza in un periodo in cui ciclicamente si incrudelisce la lotta fra guelfi e ghibellini (siamo circa nel 1254, alcuni anni dopo il saccheggio della città ad opera di Federico II), proprio a motivo della situazione politica è preoccupato della sorte della giovane Agnesa, che tutti credono sua figlia e che lui ha cresciuto e custodito come tale, ma che in realtà gli era stata affidata a Fano, ancor fanciulla, da un altro militare in punto di morte. Lo zelo paterno e il desiderio di maritare Agnesa ad un gentiluomo lo conduce a rivelare tale verità a Crivello, suo servo, e a raccomandargli di fare in modo che la ragazza non parli con nessuno dalla finestra, né si guardi troppo intorno quando esce di casa. Attenzioni, queste, che si aggiungono all’ordinaria custodia da parte della fantesca Trecca, che vorrebbe assecondare la confidenza fra Agnesa e il giovane Minghino. Proprio nel tentativo di interrompere un dialogo fra i due giovani, Crivello si guadagna una serie di bastonate da parte di Minghino.


Atto II: Senza che Giacomo lo sappia e con il pretesto di meglio custodire Agnesa, entrambi i servi assumono il ruolo di mezzani: la Trecca cerca di favorire gli incontri della ragazza con Minghino, innamorato corrisposto, mentre Crivello tenta di porgli ostacoli, non tanto in ottemperanza agli ordini del padrone, quanto per lasciare luogo all’amico Gianni, languente d’amore ma non corrisposto.


Atto III: L’annuncio da parte di Giacomo di una cena che lo tratterrà fuori casa anche per la notte offre agli innamorati e ai loro mezzani il destro per la macchinazione di un piano decisivo per conquistare fisicamente Agnesa, che sembra rifiutare l’invito della Trecca a rivelare al padre il proprio amore per Minghino. In attesa di poter dare ai loro protetti il segno convenuto i due servi si impegnano in pretestuose faccende per non destare sospetti, fungendo da impedimento l’uno all’altro.


Atto IV: Nel buio della notte, ignari uno dell’altro, Gianni e Minghino attendono in strada i segni convenuti con i servi. Dopo alcune ore finalmente Gianni riesce a entrare in casa di Agnesa con l’aiuto di Crivello: come chiarirà il successivo racconto della ragazza, egli la raggiunge, la prende per un braccio e cerca di trascinarla a forza fuori, mentre essa piange, urla e chiede aiuto. Le grida raggiungono Minghino, che ancora attende in strada il segnale della serva, e che subito accorre e si scontra in un duello con Gianni, duello cui si aggiungono i colpi affondati dai due servi. Gianni sembra avere la meglio, quando arriva un manipolo di guardie guidato da Ser Carlo detto Carpione che arresta tutti e tutti conduce in prigione dopo un interrogatorio, risparmiando solo Agnesa.


Atto V: Mentre servi e pretendenti sono condotti in prigione Carpione si reca personalmente da Giacomo per informarlo dei fatti, nella speranza che questo gli frutti una buona mancia. Giacomo torna subito a casa e, arrabbiato, rivela ad Agnesa di non essere suo padre. Dopo una serie di equivoci apprende la verità sui fatti avvenuti in quella notte, si rappacifica con Agnesa e persino con Barnaba, padre di Gianni, e con Guglielmo, amico di Minghino, sopraggiunti a chiedergli perdono per il comportamento dei giovani. Il dialogo fra Giacomo, Barnaba e Guglielmo conduce a ricostruire alcuni fatti del passato e a scoprire finalmente che Agnesa è in realtà figlia di Barnaba e sorella di Gianni. Un segno dietro l’orecchio di cui Barnaba ha memoria lo conferma. Nello stupore e nell’allegrezza di tutti, tranne che di Carpione, che è costretto a liberare i prigionieri e a far saltare il processo perché offesi e offensori si sono felicemente accordati (e lui non è riuscito a guadagnare nulla da tutta la vicenda), Guglielmo Giacomo e Barnaba combinano il matrimonio fra Agnesa e Minghino.

25. Tema principale

La forza dell’amore autentico che vince sulle macchinazioni umane.

26. Temi secondari

Dialettica onestà/inganno; generosità/cupidigia sullo sfondo di un vago «ben far» cui spesso i personaggi si appellano ma che non è mai messo a tema; dissacrazione dei topoi della poesia amorosa dei secoli precedenti; infedeltà dei servi.

27. Comicità

Espressioni e atteggiamenti dei servi (Crivello I.5; Trecca I.5.5-6; entrambi V.7); allusioni sessuali (V.4.49-54); delusione di ser Carlo per i mancati guadagni (V.5.1-11); impietosa descrizione di ser Carlo (V.6.59-65).

28. Elementi polemici, satirici e parodici

Sia nel dialogo fra Agnesa e Minghino (I.4), sia nelle parole di Crivello e Gianni (II.3,4) si coglie la parodia della poesia amorosa dei secoli XIII-XVI, con evidente anacronismo rispetto al periodo in cui è ambientata la vicenda (sec. XIII). Elementi polemici e satirici nelle accuse di Guglielmo a ser Carlo sul mestiere del cancelliere (V.1.35-50); uso parodizzante di espressioni evangeliche (I.2.112-114 e 130-136; V.1.69-70).

V. Luogo e tempo
29. Luogo generale

Faenza, esterno della casa di Giacomo.

30. Cambiamenti di luogo
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31. Durata totale dell’azione
Una giornata.
32. Soluzione di continuità temporale fra gli atti o fra le scene
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33. Indicazioni esplicite sul momento temporale presenti nelle battute o nelle didascalie

Giacomo: «poiché sera è quasi» (II.7.36); Giacomo: «istasera / Cenerò fuor di casa e dormirò, / sì che non mi vedrete fino a giorno. / Tu, Trecca, all’ore ventitré farai /Che sien tutte serrate le finestre» (III.1.43-47); Trecca: «né credo tornerà più innzi sera/Anzi ista notte se ne cena e dorme / Fuori di casa» (III.2.4-6); Minghino: «E pur appena son due della notte» (IV.1.13); Crivello: «Fratel mio, saranno ore più di due / Ch’io attendo per aprirti» (IV.2.4-5); Crivello: «Tu ti verrai a un’ora e mezzo / Dela notte». (IV.3.83-84); Agnesa: «mio padre questa notte è stato / Fuori di casa a cena» (IV.6.40-41); Guglielmo: «Per mezzo mio la scorsa notte prima / Nella prigion la pace fu conchiusa / Tra Minghin qui presente e Gianni ancora» (V.6.28-30).

VI. Rispetto della regola delle tre unità
34. Tempo
35. Circostanze temporali

L’azione si compie nell’arco di circa ventiquattro ore, dalla tarda mattinata del primo giorno alla mattina di quello successivo, come si evince dalle parole di Agnesa « A me basta, [...] / se mi date il buon giorno» (I.4.5-6) e di Guglielmo: «Per mezzo mio la scorsa notte prima / Nella prigion la pace fu conchiusa» (V.6.28-29).

36. Luogo
37. Circostanze spaziali

L’azione si svolge a Faenza davanti alla casa di Giacomo.

38. Azione
39. Circostanze particolari dello sviluppo dell’argomento

L’azione si concentra intorno alla duplice e speculare lotta fra i due pretendenti di Agnesa, Gianni e Minghino, e i due servi, loro mezzani, Crivello e la Trecca, lotta che vede il proprio apice nel tentativo del rapimento notturno della ragazza, con conseguente intervento dei «birri». La circostanza offre il destro al riconoscimento della vera identità di Agnesa, che può essere finalmente data in sposa a Minghino con il pretesto di salvarla dal disonore.

VII. Elementi materiali, performativi e didascalici
40. Uso di oggetti particolari

Pugnale (IV.1); ferro, spada (IV.4 e 5); scopa (IV.5).

41. Uso di effetti sonori e musicali
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42. Uso di effetti speciali
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43. Scena con ampia presenza di personaggi

IV.6: sono presenti Agnesa, Gianni, Minghino, Crivello, la Trecca e ser Carlo Carpione con i suoi birri. L’arrivo dei birri pone fine al duello che aveva coinvolto i due giovani pretendenti di Agnesa aiutati dai due servi e apre la scena dell’interrogatorio di tutti i personaggi da parte di ser Carlo.

44. Didascalie di particolare importanza
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VIII. Prima recita
45. Prima recita

Mai rappresentata.

46. Altre recite nel Settecento
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IX. Il testo in Goldoni
47. Riferimenti, diretti o indiretti, al testo o al suo autore presenti negli scritti o nelle opere di Goldoni
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48. Aspetti del testo particolarmente rilevanti in rapporto con il teatro goldoniano.
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X. Altri eventuali dati d’importanza presenti nei paratesti proemiali e altre osservazioni d’interesse
49. Dati dei paratesti
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50. Osservazioni
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