I. Titolo e dati bibliografici | ||
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00. Schedatore/Schedatrice
Contini, Milena
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01. Autore
Canzachi, Giovanni Camillo
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02. Titolo → Edizione
Adulatore, L'
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03. Titolo completo
L'adulatore. Commedia di Giovanni Camillo Canzachi |
04. Manoscritti
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05. Edizioni utilizzate
Canzachi, Giovanni Camillo, L’Adulatore, Venezia, Betinelli, 1740 (unica edizione). |
II. Tipo | ||
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06. Genere
Commedia. |
06. Sottogenere
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07. Generi interni
Giulivo compone alcuni versi (I.8.79-85; I.8.89; II.15.71). |
III. Personaggi e rapporti |
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08. Elenco dei personaggi
Annippio; Camilla; Giglietta; Frullo; Arnolfa; Eugenia; Amanzio; Giulivo; Gioiello; Lucindo; Tonfo. |
09. Protagonisti
Annippio e Amanzio. |
10. Personaggi e maschere della commedia dell’arte o da essi derivati
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11. Valore allusivo dei nomi dei personaggi
Annippio Sbadacchia è vecchio e sbadato; Giulivo è sciocco e svampito; Tonfo talvolta è pesante nonché stucchevole; il nome del servo Frullo allude rumore delle ali degli uccelli: egli non ha mai requie, perché si affanna continuamente (e inutilmente) nel tentativo di conquistare l’amore di Giglietta. |
12. Rapporti fra i personaggi
Annippio e Camilla, marito e moglie; Amanzio, adulatore; Eugenia, sorella di Camilla, innamorata di Lucindo (senza conoscerne l’identità); Lucindo, figlio di Annippio creduto morto, innamorato di Eugenia (senza conoscerne l’identità); Arnolfa, zia di Camilla ed Eugenia; Giulivo, poeta vanaglorioso; Frullo, servo di Annippio innamorato non corrisposto di Giglietta; Giglietta (serva di Annippio e Camilla) e Giulivo (servo di Giulivo), servi innamorati; Tonfo, servo di Lucindo. |
13. Personaggi speculari
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14. Soliloqui e monologhi di particolare importanza
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15. Dialoghi e successioni di monologhi di particolare importanza
Dialogo tra Annippio e Amanzio (II.8.1-44) in cui Annippio racconta la tragica morte del figlio (che si rivelerà falsa) e Amanzio propone ad Annippio di fargli un donativo per sposare Eugenia; dialogo tra Tonfo e Lucindo (II.11.1-46) in cui viene spiegato come mai il figlio non è tornato da Annippio per cinque anni e viene descritto come hanno fatto a conoscersi Lucindo ed Eugenia; dialogo tra Camilla, Annippio, Amanzio e Gioiello (III.6.30-41) in cui Camilla spiega che Annippio aveva fatto una segreta donazione di tutti i suoi averi a lei, che quindi può gestire l’intero patrimonio autonomamente; dialogo tra Camilla, Lucindo, Gioiello, Arnolfa ed Eugenia (III.15.11-15) in cui Camilla svela di non essersi mai fidata delle parole di Amanzio e di aver capito fin da subito la sua disonestà; scena finale (III.17.6-9), nella quale Camilla smaschera di fronte a tutti le sordide macchinazioni di Amanzio. |
16. Uso particolarmente rilevante degli a parte
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17. Personaggi che parlano solo in verso
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18. Personaggi che parlano solo in prosa
Tutti, a parte Giulivo che compone qualche verso (I.8.79-85; I.8.89; II.15.71). |
19. Personaggi che parlano a soggetto
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20. Personaggi che alternano testo scritto e improvvisazione
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21. Personaggi che parlano solo in italiano
Tutti a parte Annippio. |
22. Personaggi che parlano solo in dialetto, in forme di italiano regionale o storpiato, o in una lingua straniera
Annippio (bolognese). |
23. Uso significativo e iterativo di figure retoriche o risorse simili
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IV. Intreccio |
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24. Riassunto dell’argomento del testo
Annippio Sbadacchia è un ricco mercante bolognese che sposa in seconde nozze la giovane Camilla, nobile indigente. Amanzio, parassita e adulatore, trama per mettere zizzania tra i coniugi, instillando in Annippio il germe della gelosia. Camilla riceve in casa Giulivo, vanaglorioso poeta; Amanzio lo fa apparire agli occhi di Annippio come un rivale. Il fine delle macchinazioni di Amanzio è il danaro: vuole, infatti, convincere il vecchio a corrispondergli un donativo in modo che possa sposare Eugenia, sorella di Camilla, con la scusa che, una volta diventati parenti, avrebbe preso le redini della casa costringendo Camilla a ubbidire al marito. Eugenia, però, è innamorata di un misterioso giovane che si scoprirà essere Lucindo, figlio di Annippio creduto morto in mare. Arnolfa, zia di Camilla ed Eugenia, si affanna in ogni modo nel tentativo di ristabilire la perduta serenità familiare. Annippio fa un donativo ad Amanzio che non risulta valido, perché il vecchio aveva fatto una segreta donazione alla moglie, che poteva gestire l’intero patrimonio. Amanzio ripiega su Camilla che sembra cedere alle sue lusinghe, ma alla fine smaschera l’adulatore. Eugenia e Lucindo si sposano, Annippio e Camilla si riappacificano e Amanzio conclude la commedia dichiarando il proprio pentimento. In parallelo si svolgono le scaramucce dei servi: Giglietta, serva di Camilla, ama riamata Gioiello, servo di Giulivo, ma il loro rapporto è minacciato da Frullo, bilioso e violento servo di Annippio. |
25. Tema principale
L'adulazione (le adulazioni di Amanzio, che cerca di mettere zizzania tra Annippio e Camilla per ottenere una rendita e sposare Eugenia). |
26. Temi secondari
L’amore tra Eugenia e Lucindo; la sofferenza di Annippio per la presunta perdita del figlio; l’amore tra Gioiello e Giglietta, osteggiato da Frullo. |
27. Comicità
L’ilarità si scatena nelle scene in cui Giulivo viene preso in giro alle sue spalle o in faccia con allusioni e doppi sensi che lui puntualmente non coglie. L’esempio più divertente è I.7.26-63 in cui Gioiello spiega ad Amanzio le stranezze del proprio padrone Giulivo, senza perdere occasione di ridicolizzarlo e insultarlo apertamente («È più idiota di un contadino»; «è il massimo fra gli ignoranti di questo secolo»; «Egli è stravagante, fastidioso in ogni sorte di cose»; «quando si mette la perucca farebbe venire la bile alla stessa flemma»; «Non troverete un matto più bello, e più compito, se lo cercate per tutte le quattro parti del mondo»). |
28. Elementi polemici, satirici e parodici
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V. Luogo e tempo |
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29. Luogo generale
Bologna. |
30. Cambiamenti di luogo
I.1-I.4: casa di Annippio; I.5-I.7: strada (davanti a casa di Giulivo); II.1-II.7: casa di Annippio; II.8-II.12: strada (davanti a casa di Annippio); II.13-III.17: casa di Annippio. |
31. Durata totale dell’azione
Una giornata.
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32. Soluzione di continuità temporale fra gli atti o fra le scene
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33. Indicazioni esplicite sul momento temporale presenti nelle battute o nelle didascalie
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VI. Rispetto della regola delle tre unità | |
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34. Tempo
Sì
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35. Circostanze temporali
L’azione di svolge dalla mattina al pomeriggio dopo pranzo. Vi sono alcuni riferimenti diretti al trascorrere del tempo: Amanzio invita Gioiello a pranzare con lui alla tavola di Camilla (I.6.11: «Al contrario. Voglio che andiamo assieme a pranzare questa mattina dalla Signora Camilla»); Giulivo dà il braccio a Camilla, diretto verso la sala da pranzo (II.16.28: «Io non potrò essere sempre presente a impetrarvi grazia dalla Signora Camilla; perciò regolatevi meglio per un’altra volta. Madama andiamo a pranso»); Camilla fa programmi per la serata che deve ancora venire (II.15.51: «Così, oggi si esce da questa casa. Subito doppo pranso vi sarà un’accademia; e questa sera doppo recitate le solite poesie si proseguirà la nostra conversazione al gioco»). |
36. Luogo
Sì
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37. Circostanze spaziali
L’unità di luogo è rispettata se intendiamo che tutta l’azione si svolge in una stessa città, anche se in diversi posti: in casa di Annippio (I.1-I.4; II.1-II.7; II.13-III.17); in strada, davanti a casa di Giulivo (I.5-I.7); in strada, davanti a casa di Annippio (II.8-II.12). |
38. Azione
No
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39. Circostanze particolari dello sviluppo dell’argomento
È presente la trama secondaria del triangolo amoroso tra i servi. |
VII. Elementi materiali, performativi e didascalici |
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40. Uso di oggetti particolari
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41. Uso di effetti sonori e musicali
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42. Uso di effetti speciali
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43. Scena con ampia presenza di personaggi
Nell’ultima scena della commedia (III.17) sono presenti tutti i personaggi, a parte i tre servi (Camilla, Eugenia, Lucindo, Amanzio, Arnolfa, Annippio e Giulivo). |
44. Didascalie di particolare importanza
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VIII. Prima recita |
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45. Prima recita
Vienna, teatro della corte dell’imperatore Carlo VI, prima del 1740. |
46. Altre recite nel Settecento
Venezia, teatro di san Luca, 1740. |
IX. Il testo in Goldoni |
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47. Riferimenti, diretti o indiretti, al testo o al suo autore presenti negli scritti o nelle opere di Goldoni
Il Canzachi fu l’«introduttore dello spiritoso carattere di Francese Italianato che fu poi da altri Comici, imitato e seguito», ovvero Monsieur l’Appetit, protagonista di numerose sue commedie. Questo personaggio è citato dal Goldoni nel Prologo apologetico alla commedia intitolata "La vedova scaltra" (risposta alle critiche mosse da Chiari ne La scuola delle vedove), dove viene lodato l’eccezionale talento di «quel comico italiano» nell’amalgamare francese e italiano; il Goldoni, infatti, nel Prologo dichiara di aver scelto di far parlare in italiano gli stranieri della Vedova scaltra «perché sarebbe necessario trovar tre Personaggi, che sapessero così ben affettar la lingua oltramontana, mista coll’italiana, come sapeva egregiamente fare quel Comico italiano che chiamar si faceva Mons. Della Petite» (Goldoni, Carlo, Tutte le opere, a cura di Giuseppe Ortolani, Milano, Mondadori, 1950-1956, II, p. 410). |
48. Aspetti del testo particolarmente rilevanti in rapporto con il teatro goldoniano.
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X. Altri eventuali dati d’importanza presenti nei paratesti proemiali e altre osservazioni d’interesse |
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49. Dati dei paratesti
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50. Osservazioni
La spontaneità del dialetto bolognese usato da Annippio è uno degli aspetti più pregevoli e al contempo problematici della commedia: l’agilità e l’originalità del dialetto, infatti, rendono talvolta difficoltosa la puntuale interpretazione delle battute e, soprattutto, la resa delle stesse in italiano moderno. Non ci troviamo di fronte a un bolognese stereotipato e caricaturale, ma a una lingua vivace e realizzata su misura per il personaggio, interpretato dal Canzachi stesso. |