I. Titolo e dati bibliografici
00. Schedatore/Schedatrice
Cappelletti, Cristina
01. Autore
Becelli, Giulio Cesare
02. Titolo
Poeti comici, Li
03. Titolo completo

Li poeti comici. Commedia.

04. Manoscritti
-
05. Edizioni utilizzate

Li poeti comici. Commedia, in Reveredo [Rovereto], presso Francescantonio Marchesani, 1746.

II. Tipo
06. Genere

Commedia.

06. Sottogenere
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07. Generi interni

Il testo è una apologia delle commedie scritte sino al 1746 da Becelli; il Forestiero, che si reca in Parnaso per ottenere il privilegio di vedere rappresentate le sue commedie, è facilmente identificabile con il poeta stesso, che cerca di illustrare a

III. Personaggi e rapporti
08. Elenco dei personaggi

Forestiere; Il Molier [Molière]; moglie d’Aristofane; il Lazzarini [Domenico Lazzarini]; Aristofane; Talia, Musa; un critico; una rimatrice; Erato, musa.

09. Protagonisti

Il Forestiere.

10. Personaggi e maschere della commedia dell’arte o da essi derivati
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11. Valore allusivo dei nomi dei personaggi

Non vi sono nomi allusivi; troviamo invece personaggi che appartengono alla mitologia (le muse) e al mondo del teatro antico e moderno (cfr. §08).

12. Rapporti fra i personaggi

La musa Talia protegge il Forestiere, che è sostenuto e coadiuvato anche da Molier e Aristofane; il critico e la rimatrice sono gli antagonisti del protagonista e riescono ad ottenere la protezione della Musa Erato; il Lazzarini, che si mostra sin dal principio scettico nei confronti del Forestiere, finisce con l’aiutare il critico e la rimatrice, anche se mostra di interessarsi poco a tutta la vicenda.

13. Personaggi speculari

Talia ed Erato parteggiano l’una per il Forestiere-commediografo e l’altra per la rimatrice, per il semplice motivo che si occupano dei generi letterari di loro specifica pertinenza; in V.4 e V.5 utilizzano le medesime motivazioni prima per dimostrare di non patrocinare né l’uno né gli altri contendenti; poi per indicare che i rispettivi protetti hanno avuto la meglio nella contessa poetica.

14. Soliloqui e monologhi di particolare importanza

Forestiere, fortuna dei poeti comici in Parnaso e loro sfortuna tra i viventi, I.2, pp. 5-6.

15. Dialoghi e successioni di monologhi di particolare importanza

Forestiere e Molier, poca considerazione data sulla terra ai poeti comici, I.1, pp. 1-3; Forestiere e Aristofane, superiorità della commedia greca, II.2, pp. 16-18; Forestiere e Molier, necessità di riformare il teatro comico italiano (Maffei), III.4, pp. 31-32.

16. Uso particolarmente rilevante degli a parte
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17. Personaggi che parlano solo in verso

Tutti.

18. Personaggi che parlano solo in prosa
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19. Personaggi che parlano a soggetto
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20. Personaggi che alternano testo scritto e improvvisazione
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21. Personaggi che parlano solo in italiano

Tutti.

22. Personaggi che parlano solo in dialetto, in forme di italiano regionale o storpiato, o in una lingua straniera
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23. Uso significativo e iterativo di figure retoriche o risorse simili

La rimatrice parla imitando, con pedanteria, Petrarca; le sue prime battute, quando appare in scena (III.1), sono calchi o citazioni di versi petrarcheschi: «Io ne porto ferito il petto, e i panni» (p. 26), ripresa di Petr., Thriumph. i, 57 «ma squarciati ne porto il petto e’ panni»; «O invidia nemica di virtù» (p. 26), ripresa letterale di Petr., RVF, 172, 1; da RVF, 252, 14 deriva anche il verso «Qual chi per via dubbiosa teme, ed erra» (p. 27). Tutte le battute della rimatrice, in genere, sono connotate da una patina petrarchista.

IV. Intreccio
24. Riassunto dell’argomento del testo

Un Forestiere (che è decisamente lo stesso autore, dal momento che viene presentato come un veronese, allievo a Padova del Lazzarini, autore del poema bernesco il Gonella) viene condotto in Parnaso dalla Musa Talia, per ottenere da Apollo il privilegio di vedere rappresentate le proprie commedie, quattro delle quali già pubblicate, altre quattro manoscritte, e una che intende stendere ispirandosi all’avventura che sta vivendo. Sul monte sacro ad Apollo incontra Molier, come pure Aristofane, che subito simpatizzano per lui. L’unico a mostrarsi scettico è Domenico Lazzarini, il quale non trova giusto che il nuovo arrivato desideri un privilegio, quello di vedere rappresentate le proprie opere, negato ad autori ben più illustri e meritevoli di lui, primo fra tutti lo stesso Lazzarini. Talia annuncia come cosa fatta la concessione del privilegio, ma l’arrivo di altri due viventi, una rimatrice e un critico, mette in dubbio la buona fede del Forestiero. Grazie all’aiuto del Lazzarini, infatti, i due riescono ad ottenere udienza dalla Musa Erato, e a convincerla che il loro antagonista ha scritto commedie sconvenienti, nelle quali vengono ingiustamente vilipesi letterati, medici, librai e avvocati. Apollo, indeciso se aiutare o punire il Forestiere, invita le Muse (escluse Talia ed Erato) a dare udienza ai contendenti e a giudicare chi di loro abbia ragione. Alle proteste della rimatrice risponde con efficacia il Forestiere; al critico, invece, tiene testa Aristofane, ma il giudizio finale è piuttosto incerto: Apollo decreta infatti che le commedie del Forestiere verranno messe in scena, ma solo quando «La giù nel Mondo avrà discrezione, / E intendimento più ch’oggi non è» (V.5, p. 56). Talia ritiene che il suo protetto abbia trionfato, avendo strappato ad Apollo la promessa che un giorno le commedie saranno rappresentate; Erato sostiene invece che i suoi pupilli hanno ottenuto il successo, dal momento che nel mondo non vi sarà mai discrezione e intendimento. Con un finale che in sostanza non scioglie la questione, i contendenti vengono allontanati dal Parnaso.

25. Tema principale

La necessità di dare nuovo lustro alla commedia italiana e di trovare un pubblico in grado di apprezzare testi che riprendano la tradizione classica, greca in particolare, ma anche quella italiana cinquecentesca.

26. Temi secondari

Critica contro le poetesse (ma vale anche per i poeti) pedanti, che imitano Petrarca senza originalità e che affollano di brutti versi le raccolte d’occasione, e contro i critici invidiosi.

27. Comicità

Il Parnaso è rappresentato come se fosse un’accademietta letteraria di provincia, dove ci sono fazioni opposte e dove i pochi frequentatori vanno poco d’accordo fra loro. Le muse Talia ed Erato sembrano due capricciose nobildonne, pronte a prendere le parti dell’uno o dell’altro contendente, ma altrettanto preste a fingere disinteresse, pur di non mostrare di aver patrocinato il perdente.

28. Elementi polemici, satirici e parodici

Satira contro i poeti, e le poetesse, che imitano Petrarca con pedanteria (nella figura della rimatrice); satira contro i critici maldicenti, che non sanno scrivere poesie, ma parlano male delle opere altrui (critico); nella figura di Lazzarini si vede una qualche puntata polemica contro l’antico maestro del Becelli: egli infatti si oppone al desiderio del Forestiere di vedere messe in scena le proprie commedie, per il solo fatto che un suo testo comico, la Sanese, non venne mai rappresentata.

V. Luogo e tempo
29. Luogo generale

Il Parnaso, in particolare il Bosco Parrasio, dove si trovano i poeti comici.

30. Cambiamenti di luogo

Alla fine di IV.2 (p. 40), Aristofane e il Forestiere si spostano dal bosco Parrasio, dove si trovano i poeti comici (non vi sono esplicite indicazioni di cambi di scena, rispetto a quella iniziale), e si avviano verso la fonte Aganippe, presso la quale le Muse, su una «verde sponda, o parapetto» (V.1, p. 41) si trovano per dare il loro giudizio. In V.4 non è segnalato un cambio di scena, ma Talia ed Erato, si intuisce, si sono allontanate dal luogo dove le altre Muse stanno decidendo l’esito della contesa poetica; il fatto che si siano discostate dalla fonte Aganippe, dove si svolge il confronto tra il Forestiere, coadiuvato da Aristofane, e i suoi detrattori, è sottolineata anche in V.5, dove Molier giunge (dal luogo in cui si è svolto il giudizio) per rendere nota la sentenza alle altre due muse.

31. Durata totale dell’azione
Non viene indicata, ma non si può pensare che si tratti di più di una giornata.
32. Soluzione di continuità temporale fra gli atti o fra le scene
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33. Indicazioni esplicite sul momento temporale presenti nelle battute o nelle didascalie

Il protagonista incontra in Parnaso l’ombra di Domenico Lazzarini, e quindi siamo sicuramente dopo il 1734; si ha l’impressione che la commedia, anche se non viene esplicitato, sia ambientata negli anni in cui essa viene scritta e stampata. L’unico riferimento temporale interno lo troviamo in IV.1 (p. 35): Lazzarini riferisce che una rimatrice e un critico sono saliti in Parnaso per accusare il Forestiere da poco meno di mezz’ora («non è una mezz’ora»), sottolineando la rapidità con cui si svolge tutta l’intera pièce.

VI. Rispetto della regola delle tre unità
34. Tempo
35. Circostanze temporali

Anche se non vengono forniti dati temporali precisi, tutto si svolge in un arco di tempo piuttosto breve, che non lascia presupporre il trascorrere di 24 ore.

36. Luogo
37. Circostanze spaziali

Tutta l’azione si svolge in Parnaso.

38. Azione
39. Circostanze particolari dello sviluppo dell’argomento

L’azione si compone di due eventi principali, strettamente correlati tra loro: l’arrivo in Parnaso del Forestiere, che vuole ottenere da Apollo il privilegio di vedere messe in scena le sue commedie e il confronto dialettico tra il Forestiere e la rimatrice e il critico, andati in Parnaso per chiedere ad Apollo di punire lo stesso Forestiere, che con le sue commedie ha offeso letterati, medici, e avvocati. L’oggetto del contendere, però, in entrambe i momenti, è il medesimo: le commedie del Forestiere che devono essere giudicate da Apollo, il quale dovrebbe decretarne la fortuna o la rovina, loro e del loro autore.

VII. Elementi materiali, performativi e didascalici
40. Uso di oggetti particolari
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41. Uso di effetti sonori e musicali
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42. Uso di effetti speciali
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43. Scena con ampia presenza di personaggi

In scena non sono mai presenti più di tre personaggi. In V.2 e V.3 oltre alle due coppie di contendenti, rimatriche/Forestiere e critico/Aristofano, dovrebbero essere in scena le «nove Muse in trono», che però sono personaggi muti (Talia ed Erato, che sono a tutti gli effetti personaggi della commedia, in queste due scene non hanno battute).

44. Didascalie di particolare importanza

Non vengono mai utilizzate didascalie.

VIII. Prima recita
45. Prima recita

Non risultano messe in scena di questa o di altre commedie del Becelli.

46. Altre recite nel Settecento
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IX. Il testo in Goldoni
47. Riferimenti, diretti o indiretti, al testo o al suo autore presenti negli scritti o nelle opere di Goldoni

Giuseppe Ortolani commenta III.8.2 del Torquato Tasso rimandando alla commedia L’Ariostista e il Tassista di Becelli per le dispute, anche recenti, tra i sostenitori della Gerusalemme liberata e quelli dell’Orlando furioso (vol. v dell’edizione mondadoriana di Tutte le opere di Carlo Goldoni, p. 1383).

48. Aspetti del testo particolarmente rilevanti in rapporto con il teatro goldoniano.

La scelta di sostituire il libro di poetica comica con un testo teatrale; Li poeti comici rappresenta per Becelli quello che per Goldoni sarà Il teatro comico.

X. Altri eventuali dati d’importanza presenti nei paratesti proemiali e altre osservazioni d’interesse
49. Dati dei paratesti

Dedica A S. E. Verità Zenobrio capitano, e vicepodestà di Vicenza; dalla dedica si desume l’occasione: l’inizio del governo a Vicenza del dedicatario, che dagli atti ufficiali, però, risulta essere Zenobio e non Zenobrio, come a testo. Becelli dichiara nella dedicatoria che egli si cela dietro il personaggio del Forestiere («il qual’è un’altra metà di me stesso»); e inoltre dichiara di voler fare nella presente commedia «una necessaria apologia all’altre sue commedie».

50. Osservazioni

V.2, pp. 44-47: la rimatrice censura, esaminandole una per una, le commedie del Forestiere-Becelli, che controbatte alle critiche, esponendo le vere ragioni che l’hanno portato a comporre tali opere.