I. Titolo e dati bibliografici | ||
---|---|---|
00. Schedatore/Schedatrice
Morgani, Silvia
|
01. Autore
Amenta, Nicola
|
|
02. Titolo
Gemelle, Le
|
03. Titolo completo
Le gemelle. |
04. Manoscritti
-
|
05. Edizioni utilizzate
Le gemelle, commedia di Niccolò Amenta, avvocato napoletano, dedicata all’Ill.ma e Eccellentiss.ma Signora Giulia D’Avalos, Duchessa d’Atripalda, in Vinegia, a spese di Michele Luigi Muzii mercante in Napoli, 1718. |
II. Tipo | ||
---|---|---|
06. Genere
Commedia. |
06. Sottogenere
-
|
07. Generi interni
-
|
III. Personaggi e rapporti |
---|
08. Elenco dei personaggi
Messer Lattanzio vecchio, marito di Adriana; M. Lazzaro vecchio, padre di Lelio; Fabio, detto Intrica, lor famiglio; M. Alberto vecchio, padre di Violante creduta Giacinta, e di Cassandra, gemelle; Servidore, che non parla; Flavio giovane; Giannino suo famiglio; Cap. Michelangiolo, Napoletano; Matteo suo famiglio; La Nina Cortigiana, sorella di Mario, detto Garbuglio; Nannino lor ragazzo. |
09. Protagonisti
Messer Lattanzio, Messer Lazzaro e Alberto Riccheri; Lelio, Giacinta e Cassandra. |
10. Personaggi e maschere della commedia dell’arte o da essi derivati
Il personaggio di Fabio, detto Intrica, ripropone lo stereotipo del servo astuto, una sorta di primo zanni, che con i suoi inganni e sotterfugi risolve la situazione in favore del suo padrone. |
11. Valore allusivo dei nomi dei personaggi
«Intrica», soprannome del servo Fabio, allude alla sua capacità di tessere intrighi, così come «Garbuglio», soprannome di Mario fratello di Nina, allude alla capacità del personaggio di ingarbugliare le situazioni («Intrica Meriti ancora il soprannome di Garbuglio? Garbuglio Non come tu quel d’Intrica. Intrica Certamente, perché non so intricare come tu ingarbugli», I.5). |
12. Rapporti fra i personaggi
Lattanzio e Adriana, marito e moglie; Giacinta serva di Lattanzio e Adriana, voluta in sposa dal Capitano Michelangelo; Lazzaro e Lelio, padre e figlio; Alberto Riccheri e Cassandra, padre e figlia; Giacinta e Cassandra, gemelle inconsapevoli; Giacinta e Lelio, innamorati; Cassandra e Flavio, innamorati; Nina e Mario (Garbuglio), fratelli; Matteo, servo del Capitano Michelangelo; Fabio (Intrica), servo di Lelio e Lazzaro; Giannino, servo di Flavio; Nannino, servo di Nina e Mario (Garbuglio). |
13. Personaggi speculari
Lazzaro e Lattanzio: i due anziani padri, rispettivamente di Lelio e Giacinta, che vogliono dare in matrimonio i loro figli a compagni diversi rispetto a quelli desiderati dai giovani; Lelio e Flavio: amanti delle due sorelle Cassandra e Giacinta, all’inizio confuse nella stessa persona; Giacinta e Cassandra: le due gemelle inconsapevoli che desiderano sposare, rispettivamente, Lelio e Flavio. |
14. Soliloqui e monologhi di particolare importanza
-
|
15. Dialoghi e successioni di monologhi di particolare importanza
Giacinta e Lelio, virtù di Giacinta, ingiustizia del matrimonio combinato, soluzioni per poter rispettare il loro amore sincero, I.4; Lazzaro e Lelio, diversi punti di vista sul matrimonio combinato, II.5; Lelio, monologo sulla sua sofferenza d’amore, III.6; Giacinta e Lelio, incomprensioni sui legami d’amore, IV.3. |
16. Uso particolarmente rilevante degli a parte
-
|
17. Personaggi che parlano solo in verso
-
|
18. Personaggi che parlano solo in prosa
Tutti. |
19. Personaggi che parlano a soggetto
-
|
20. Personaggi che alternano testo scritto e improvvisazione
-
|
21. Personaggi che parlano solo in italiano
Tutti tranne il Capitano Michelangelo. |
22. Personaggi che parlano solo in dialetto, in forme di italiano regionale o storpiato, o in una lingua straniera
Capitano Michelangelo (napoletano). |
23. Uso significativo e iterativo di figure retoriche o risorse simili
-
|
IV. Intreccio |
---|
24. Riassunto dell’argomento del testo
Atto I. Lattanzio vuole dare in sposa al Capitano Michelangelo, la serva Giacinta, amata come una figlia, ma la moglie Adriana vorrebbe maritarla con il giovane Lelio, bello e virtuoso, figlio di Lazzaro. Giacinta e Lelio si sono innamorati a Pisa, ma Lelio è stato promesso alla figlia del genovese Alberto Riccheri. Intrica escogita un piano: in casa di Lazzaro andrà un finto Messer Alberto portando con sé Giacinta, che fingerà di essere la sposa promessa a Lelio. Si rivolge a Garbuglio per realizzare il piano. Il Capitano vorrebbe affrettare le nozze con Giacinta, ma Adriana non cede perché pensa che il capitano abbia come amante Nina. Atto II. Arriva a Livorno Flavio, innamorato di Cassandra, disperato perché lei andrà in sposa a Lelio. Iniziano una serie di equivoci poiché Cassandra e Giacinta vengono confuse sia dai genitori, sia dai rispettivi amanti: Lelio e Flavio pensano che le loro amate non li vogliano più sposare. Intanto Intrica e Garbuglio hanno dovuto avvisare Lazzaro che Lelio voleva imbrogliarlo sull’identità di Messer Alberto e della figlia perché a Livorno sono arrivati prima del tempo i veri Alberto e Cassandra. Lazzaro non vuol più concedere in sposa Cassandra a Lelio, che la scambia per Giacinta e si dispera del fallimento del piano. Incontro segreto di Lattanzio con Nina di cui è innamorato, scoperti da Adriana. |
25. Tema principale
La sofferenza d’amore causata da matrimoni combinati per interesse e gli inganni che ne conseguono per rispettare i sentimenti reali dei giovani amanti. |
26. Temi secondari
La gelosia. |
27. Comicità
La sbruffoneria del Capitano Michelangelo; le schermaglie di gelosia tra Lattanzio e Adriana. |
28. Elementi polemici, satirici e parodici
-
|
V. Luogo e tempo |
---|
29. Luogo generale
Livorno. |
30. Cambiamenti di luogo
Le scene si svolgono tutte esternamente, prevalentemente in strada, tra le case di Lattanzio, Lazzaro e Nina. Giacinta e Adriana si affacciano dalla finestra di casa di Messer Lattanzio. |
31. Durata totale dell’azione
Una giornata.
|
32. Soluzione di continuità temporale fra gli atti o fra le scene
-
|
33. Indicazioni esplicite sul momento temporale presenti nelle battute o nelle didascalie
Giacinta a Lelio: «Non m’hai tu detto stamattina di volere uscir del Mondo, non che di Livorno?» (IV.3). |
VI. Rispetto della regola delle tre unità | |
---|---|
34. Tempo
Sì
|
35. Circostanze temporali
La commedia si sviluppa tutta nell’arco di una giornata. |
36. Luogo
Sì
|
37. Circostanze spaziali
La commedia si svolge interamente a Livorno con richiami indiretti alla città di Genova. |
38. Azione
Sì
|
39. Circostanze particolari dello sviluppo dell’argomento
L’azione è costruita durante tutta la commedia attorno all’inganno generato dalla somiglianza delle due ragazze inconsapevolmente gemelle, circostanza che provoca gelosie, fraintendimenti e stratagemmi che riportino ordine nei sentimenti e nelle relazioni tra le coppie dei protagonisti. |
VII. Elementi materiali, performativi e didascalici |
---|
40. Uso di oggetti particolari
Anello: oggetto usato in varie situazioni sceniche della commedia: Intrica dà a Garbuglio un anello, di proprietà di Lelio, per ripagarlo del suo lavoro in favore dell’inganno ordito ai danni di Messer Lazzaro (II.8); Nina decide di portare avanti una finta relazione con Lattanzio per sottrargli il suo anello nuziale, che Lattanzio si vede costretto a lasciarle poiché Nina, per non insospettire il fratello Mario sulla loro relazione, dice di averlo lasciato in pegno a Lattanzio poiché impossibilitata a pagarlo per la richiesta di alcune stoffe che gli aveva fatto poco prima, ma Mario ne chiede la restituzione (III.9-10); Garbuglio, d’accordo con la sorella, allude al fatto che sta per portare avanti il piano che gli gioverà un altro anello, quello promessogli in ricompensa da Intrica (III.11); Nina inganna Lazzaro riferendogli che l’anello che indossa glielo ha dato poco prima Lelio per dichiararle le sue intenzioni di sposarla (III.20); Nina lascia intendere a Lattanzio che l’anello che lui le ha lasciato lo ha prestato a Lazzaro per permettere al figlio di compromettersi a nozze con la sua amata e che quindi sarebbe stato Lazzaro a restituirgli l’anello, creando incomprensioni e litigi trai due vecchi (IV.9-10); Garbuglio alla fine riesce a ottenere come ricompensa del suo lavoro entrambi gli anelli, quello di Lazzaro e quello di Lattanzio in segno di soddisfazione di entrambe le famiglie (V.14). |
41. Uso di effetti sonori e musicali
-
|
42. Uso di effetti speciali
-
|
43. Scena con ampia presenza di personaggi
Scena finale della commedia in cui c’è l’agnizione di Giacinta come Violante, figlia perduta di Messer Alberto, e la dichiarazione delle nozze tra i quattro giovani innamorati secondo la loro volontà, finalmente in accordo con quella dei genitori. Dieci personaggi in scena: Intrica, Lazzaro, Lattanzio, Alberto, Giacinta, Lelio, Flavio, Garbuglio, Capitano Michelangelo, Matteo. |
44. Didascalie di particolare importanza
-
|
VIII. Prima recita |
---|
45. Prima recita
Non è stato possibile reperire informazioni in merito. |
46. Altre recite nel Settecento
Non si hanno notizie delle recite ma esistono edizioni a stampa successive a quella veneziana del 1718: - Le gemelle commedia di Niccolò Amenta avvocato napoletano, in Napoli, nella stampa di Mich. Luigi, e Anton Muzio, si vende nella sua libraria sotto l’infermaria di S. Maria la Nova, 1722. - Delle commedie di Niccolò Amenta auuocato napoletano, tomo terzo, in Napoli, nella stamperia Muziana, 1753. |
IX. Il testo in Goldoni |
---|
47. Riferimenti, diretti o indiretti, al testo o al suo autore presenti negli scritti o nelle opere di Goldoni
-
|
48. Aspetti del testo particolarmente rilevanti in rapporto con il teatro goldoniano.
-
|
X. Altri eventuali dati d’importanza presenti nei paratesti proemiali e altre osservazioni d’interesse |
---|
49. Dati dei paratesti
Al testo della commedia è premessa «La Favola, e Momo, dialogo. Per chi vuol leggere», un dialogo allegorico in cui la Favola difende la poetica dell’autore contro le critiche che gli muovevano i suoi contemporanei, portate avanti dalla voce di Momo. Il dialogo insiste su alcuni temi principali che riguardano le idee poetiche e linguistiche dell’Amenta: difesa della lingua fiorentina, in particolar modo di quella del «Mercatovecchio», perché più elegante e pura rispetto all’ampollosa e ridondante lingua secentesca che Amenta criticava; richiamo alle critiche mossegli dal Gigli (che criticava «il fiorentinismo letterario e pedantesco» delle sue commedie, definendo l’Amenta desideroso di «d’imbrodolarsi nella chiavica del Mercato Vecchio fiorentino»); dichiarazione dei suoi modelli di poetica, identificati nel Fiorenzuola, Gelli, Cecchi, Lasca, Ambra e Salviati (con allusione probabilmente a Machiavelli); difesa del principio di imitazione e risposta alle critiche mosse all’autore sulla copia pedissequa delle sue commedie rispetto ai modelli: viene citato il caso della Somiglianza che deriva dalla commedia Gli Ingannati degli Intronati di Siena, La Carlotta derivata dall’Interesse di Niccolò Secchi di Brescia e tutte le commedie precedenti dell’Amenta (La Gostanza, La Forca, La Giustina, La Camilla); accenno alle lodi per l’Amenta di Barnaba Feletronio, a discapito dei modelli latini autori di commedie; discussione su soluzioni teatrali volte a rendere la verosimiglianza e l’effetto comico delle scene; condanna del D’Isa, autore spagnoleggiante che Amenta non approvava ma che continuava ad essere rappresentato al suo tempo; strenua difesa del principio di imitazione, che aveva ispirato molte altre opere teatrali del suo tempo oltre a quelle dell’autore. (Bibliografia: Amenta, Niccolò, voce del DBI di Alberto Asor Rosa, vol. 2, 1960; Amenta, Niccolò, voce della Biografia degli italiani illustri nelle scienze, lettere ed arti del secolo XVII e dei contemporanei, compilata da letterati italiani di ogni provincia e pubblicata per cura del professore Emilio de Tipaldo, vol. 8, Venezia, Alvisopoli, 1841.) |
50. Osservazioni
Il testo di Amenta è citato esplicitamente da Goldoni ne L'autore a chi legge de I due gemelli veneziani. Nella commedia è presente, nei panni del Capitano Michelangelo, il consueto personaggio napoletano spaccone e dai risvolti comici e umoristici che caratterizza molte commedie dell’Amenta. |