I. Titolo e dati bibliografici
00. Schedatore/Schedatrice
Ceccarelli, Marilena
01. Autore
Boccardi, Michelangelo
02. Titolo
Mintidaspe il vecchio
03. Titolo completo

Mintidaspe il vecchio. Arcipiuchesopraridicolosissima Tragicomedia di Merlino Beccatutto, Academico Incolto, e Poeta Grecheggiante giurato, In risposta alla moderna Tragedia di Catuffio Panchianio Autore di buon gusto.

04. Manoscritti
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05. Edizioni utilizzate

Mintidaspe il vecchio. Arcipiuchesopraridicolosissima Tragicomedia di Merlino Beccatutto, Academico Incolto, e Poeta Grecheggiante giurato, In risposta alla moderna Tragedia di Catuffio Panchianio Autore di buon gusto, Venezia, Angelo Geremia, 1724.

II. Tipo
06. Genere

Tragedia (parodica).

06. Sottogenere
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07. Generi interni
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III. Personaggi e rapporti
08. Elenco dei personaggi

Atlante, sostenitore della Terra secondo il mito greco; Frisesomoro, mago; Massacane, tiranno del Misissipi; Mintidaspe, re del Misissipi; Cirimilinda, regina del Misissipi; Nudrice (nutrice); Cacadasto e Gnaffe, figli di Mintidaspe e Cirimilinda; Barbacola, consigliere di Massacane; Smerdocheo, germano di Cirimilinda; Alcanto, cieco indovino.

09. Protagonisti

Cirimilinda e Mintidaspe, incarnanti i valori della tragedia greca classica; Massacane, loro antagonista e usurpatore del trono di Mintidaspe.

10. Personaggi e maschere della commedia dell’arte o da essi derivati
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11. Valore allusivo dei nomi dei personaggi

Il nome di Cirimilinda risillaba quello di Culicutidonia nel Rutzvanscad il giovane di Zaccaria Valaresso, tenendo presente che tutti i personaggi rappresentano uno speculare riflesso in chiave palinodica della tragicommedia valaressiana; inquadrato in questa ottica, il nome della città immaginaria in cui si svolge l’azione (Treuieiueauoeleschen) risulta impronunciabile al pari di quello della città della Nuova Zembla in cui è ambientata l’opera valaressiana (Tnfznprhzmk). Per contrasto, l’uno è per la quasi totalità formato da fonemi vocalici, l’altro da fonemi consonantici; i nomi di Massacane e Barbacola alludono alla natura vile del tiranno e all’inclinazione meschinamente servile del suo consigliere; quelli di Cacadasto e Smerdocheo rimandano al carattere pavido dei personaggi, che a differenza di Cirimilinda appaiono inizialmente disposti a piegarsi alla volontà del tiranno per avere salva la vita.

12. Rapporti fra i personaggi

Mintidaspe-Cirimilinda: marito e moglie; Cacadasto-Gnaffe: fratello e sorella; Smerdocheo-Cirimilinda: fratello e sorella.

13. Personaggi speculari
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14. Soliloqui e monologhi di particolare importanza

Atlante, sulle difficoltà di sostenere il mondo e le sue stranezze, con riferimento al caos provocato dalla querelle tra i riformatori del teatro moderno e i dichiarati settatori della tragedia greca classica, prol.3-15; Mintidaspe, ricordo del suo regno, I.3.1-15; Cirimilinda, disperazione e proclamazione giurata di vendetta al tiranno usurpatore, II.4.6-18.

15. Dialoghi e successioni di monologhi di particolare importanza

Cirimilinda, Gnaffe, Cacadasto, incitazione a vendicare la presunta – morte del re, II.3.1-20; Mintidaspe, Alcanto, ritrovata speranza e determinazione nell’affrontare il tiranno usurpatore, III.1.18-34; Cirimilinda, Massacane, Barbacola, condanna a morte della regina, descritta mentre va incontro al suo destino con onore e dignità, III.7.1-19; Mintidaspe, Cirimilinda, Massacane, Barbacola, agnizione dell’anziano re e uccisione del tiranno, III.8.1-21.

16. Uso particolarmente rilevante degli a parte

Mintidaspe, Smerdocheo: Mintidaspe si impone di tacere, essendosi finto uno straniero errante: «(Qui m’è duopo tacer, finger conviene / per scoprirne gli arcani)», II.1.52-53.

17. Personaggi che parlano solo in verso

Tutti.

18. Personaggi che parlano solo in prosa
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19. Personaggi che parlano a soggetto
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20. Personaggi che alternano testo scritto e improvvisazione
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21. Personaggi che parlano solo in italiano

Tutti.

22. Personaggi che parlano solo in dialetto, in forme di italiano regionale o storpiato, o in una lingua straniera
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23. Uso significativo e iterativo di figure retoriche o risorse simili

L’intera vicenda dell’usurpazione dell’immaginario trono di Mintidaspe è una metafora del contrasto tra antichi e moderni che animava il dibattito critico sulla riforma del teatro tragico nella prima metà del ’700. In questo senso, i versi pronunciati da Atlante in prol.1-2, «Prima che venga il dì (diciamo meglio) / pria che nasca il sol», intendono essere una ripresa in chiave polemica dei versi incipitari del Rutzvanscad il giovane di Zaccaria Valaresso, che recitano: «Pria che sparisca il ciel… (meglio alle curte) / prima che venga il dì», a sua volta parodico rovesciamento dell’Ulisse il giovane di Domenico Lazzarini, dove si legge: «Pria che sparisca in cielo, / nunzia del nuovo giorno, / la mattutina stella». Episodi a carattere metateatrale sono il racconto di Smerdocheo sulle circostanze della presunta uccisione del re Mintidaspe, avvelenato per evitare una sanguinosa morte sulla scena (II.1.57-58); l’uscita di scena di Smerdocheo per non annoiare il pubblico (II.2.1-7); l’uccisione di Massacane sulla scena per ripristinare gli usi della tragedia classica (III.8.1-2 e 64-70); la richiesta avanzata da Barbacola di avere salva la vita per non funestare la scena (III.9.18-21); l’asserzione finale di Cacadasto sul carattere comico della messinscena, il cui scopo primario è parodiare l’opera valaressiana (ult.41-46).

IV. Intreccio
24. Riassunto dell’argomento del testo

Atto I: Cirimilinda confessa alla nutrice la sua disperazione perché è giunto il giorno delle nozze giurate con Massacane: il tiranno usurpatore del regno minaccia infatti di uccidere la regina e i suoi figli nel caso in cui quest’ultima rifiutasse di sposarlo. Sopraggiunge in città il vecchio Mintidaspe, antico re del Misissipi, da tutti creduto morto per mano di Massacane.

Atto II: Mintidaspe, fingendosi uno straniero errante, è a colloquio con Smerdocheo, che ripercorre – rivelandone per la prima volta i dettagli all’uditorio – i fatti dell’intera vicenda: il re Mintidaspe aveva sposato Cirimilinda per amore, nonostante la fanciulla non provenisse da una nobile stirpe. Suo zio Massacane aveva giurato di vendicare l’oltraggio, usurpando il regno di Mintidaspe dopo averlo avvelenato. Ora Cirimilinda si vede costretta a scegliere tra le nozze col tiranno usurpatore e la salvezza della propria vita, ma si dichiara disposta ad andare incontro finanche alla morte pur di vendicare Mintidaspe, che crede morto ormai da tre lustri.

Atto III: Malgrado l’età avanzata, Mintidaspe è deciso a riscattare il regno, complice il favorevole responso dell’oracolo. Massacane è sul punto di ordinare l’esecuzione di Cirimilinda, quando interviene Mintidaspe che disvela la sua identità agli occhi increduli di sua moglie e dei loro figli, dopo aver ucciso, sulla scena, Massacane.

25. Tema principale

Difesa del modello greco di tragedia, resa attraverso il tema metaforico dell’usurpazione, e contestuale critica delle tragedie moderne che si discostano dall’archetipo classico parodiandone gli elementi costitutivi.

26. Temi secondari
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27. Comicità

Il principale argomento atto a provocare ilarità è la messa in ridicolo dei poeti moderni riformatori della tragedia classica.

28. Elementi polemici, satirici e parodici

L’opera è da inquadrare alla luce del dibattito polemico sulla riforma del teatro tragico nella prima metà ’700, essendo una dichiarata parodia del Runtzvanscad il giovane di Zaccaria Valaresso, cui si fa esplicito riferimento nel nome di Catuffio Panchianio che compare nel titolo. La critica del Boccardi è rivolta principalmente contro l’aperto rifiuto valaressiano del modello di tragedia greca: così, se nell’immaginaria Nuova Zembla del Runtzvanscad regnava il gusto antico grecheggiante di cui erano evidenziate le anacronistiche implicazioni diegetiche in un contesto moderno – nel Misissipi usurpato regna il gusto moderno francesizzante identificato come fonte di imbarbarimento dei modi poetici (Cori di zingare, II.6.5-8); in linea con lo spirito polemico soggiacente al progetto autoriale di riutilizzo parossistico delle tecniche di cui si serve l’autore del Runtzvanscad, Mintidaspe sopravvive all’avvelenamento perché era stata evitata la sua morte sanguinosa sulla scena, invisa agli autori moderni (II.1.57-58); a Massacane, al contrario, non è riservato lo stesso trattamento nell’intenzione di ripristinare gli usi poetici classici (III.8.1-2 e 64-70). Significativamente, le dichiarazioni di aperta polemica o parodia sono affidate ai cori, ai quali in tal modo torna ad essere attribuita una funzione cardine nello sviluppo dell’azione (Coro di popolo e di poeti moderni, I.51-18; Coro di popoli, III.8.16-30).

V. Luogo e tempo
29. Luogo generale

Treuieiueauoeleschen, capitale dello stato immaginario del Misissipi. Risulta impossibile determinare precisamente il luogo dell’azione, ma è lecito ipotizzare uno scenario simile a quello della tragedia greca, data la disposizione dello spazio circostante alla reggia, che permette la presenza del coro di popoli contestualmente a quella di personaggi nobili e sacerdoti.

30. Cambiamenti di luogo
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31. Durata totale dell’azione
Un giorno (vedi §35).
32. Soluzione di continuità temporale fra gli atti o fra le scene
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33. Indicazioni esplicite sul momento temporale presenti nelle battute o nelle didascalie

Atlante, prol.1-2: «Prima che venga il dì (diciamo meglio) / Pria che nasca il Sol»; Nudrice, I.3-4: «Non ancora / s’udì il Gallo cantar».

VI. Rispetto della regola delle tre unità
34. Tempo
35. Circostanze temporali

L’azione si svolge, a partire dalle prime luci dell’alba (vedi §33), nell’arco di una giornata: nello specifico nel giorno delle nozze imposte a Cirimilinda da Massacane.

36. Luogo
37. Circostanze spaziali

Tutta l’azione si svolge a Treuieieieauoelefchem, città immaginaria del Misissipi (vedi §29).

38. Azione
39. Circostanze particolari dello sviluppo dell’argomento

Tutta l’azione si sviluppa attorno alla dolorosa decisione di Cirimilinda di accettare le nozze col tiranno usurpatore Massacane e avere salva la sua vita e quella dei suoi figli, o rifiutarle e andare incontro al suo destino di morte restando fedele al proprio re e marito, oltreché ai propri principi.

VII. Elementi materiali, performativi e didascalici
40. Uso di oggetti particolari

Nel prologo si fa riferimento a un oggetto di grandi dimensioni rappresentante il mondo sorretto sulle spalle da Atlante. Al colpo di verga del mago Frisesomoro il globo si spacca lasciando uscire dei personaggi, prol.36-39.

41. Uso di effetti sonori e musicali
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42. Uso di effetti speciali

La prima didascalia del prologo allude all’uscita dal sottosuolo del mago Frisesomoro, accompagnato da nubi di fuoco e spiriti volanti, prol.16-18; la seconda a un colpo sferrato dal mago stesso al globo sorretto da Atlante, dal quale comincia a uscire una moltitudine di poeti, antichi e moderni, prol.36-39.

43. Scena con ampia presenza di personaggi

Vedi §42; nell’ultima scena sono presenti Mintidaspe, Cirimilinda, Gnaffe, Cacadasto e Smerdocheo che ribadiscono il carattere primariamente comico della messinscena, diretta a parodiare l’opera valaressiana (allusa ma non esplicitata), ult.41-46.

44. Didascalie di particolare importanza

prol.36-39: «Batte il globo con la verga, e si spacca per mezzo, e veggonsi uscire gran quantità di Poeti antichi, e moderni che tra loro contrastano»; la didascalia risulta di particolare importanza per inquadrare le premesse speculative dell’opera, nata in aperta polemica con i succitati poeti moderni, riformatori della tragedia classica.

VIII. Prima recita
45. Prima recita

Non è stato possibile reperire informazioni in merito.

46. Altre recite nel Settecento
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IX. Il testo in Goldoni
47. Riferimenti, diretti o indiretti, al testo o al suo autore presenti negli scritti o nelle opere di Goldoni
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48. Aspetti del testo particolarmente rilevanti in rapporto con il teatro goldoniano.
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X. Altri eventuali dati d’importanza presenti nei paratesti proemiali e altre osservazioni d’interesse
49. Dati dei paratesti

Tanto la premessa (Disertazione in difesa della Tragedie Greche d’un Academico Incolto Grecheggiante giurato) quanto la postfazione autoriale (Protesta dell’Autore) sono esplicite dichiarazioni d’intenti, a favore del modello greco di tragedia classica, che ben documentano il clima del dibattito primo settecentesco sulla riforma del teatro classico. È interessante notare come la Protesta dell’autore, limitando l’attacco al Valaresso al livello della polemica teatrale, sottolinei al contempo la dimostrazione di stima e profondo rispetto personale verso l’autore del Runtzvanscad. Nel passo in questione, che non appare soggetto a una lettura in chiave ironica, si legge: «Si protesta l’Autore di tutta la riverenza al meritissimo Personale dell’Autore della Tragedia del Runtzvanscad il Giovine, dichiarandosi di non prenderla in altro oggetto, che di puntiglio academico in difesa delle Tragedie Greche, e non per altro fine, venerandone l’alto merito di chi la compose».

50. Osservazioni

La vicenda di Mitindaspe ricorda da vicino quella di Ulisse, protagonista della tragedia di Domenico Lazzarini dalla quale originò il dibattito critico (vedi §23).

Il motivo dell’usurpazione elevato a espediente metaforico per l’introduzione della polemica autoriale è usato dal Boccardi anche nella commedia Bacco usurpatore di Parnaso. Nello specifico, sono riscontrabili dei punti di contatto tra il soliloquio di Cirimilinda (II.4.6-18) e quello di Melpomene nella commedia (I.3.1.24-31), che invocano vendetta giurata contro gli usurpatori; similmente connotato anche l’utilizzo degli espedienti metateatrali, nella misura in cui i personaggi - grottescamente caratterizzati -, di Barbacola (III.9.18-21) e di Merlin Cocai e Arlichino nella commedia (II.7.20-27), ottengono salva la vita in nome delle norme diegetiche della tragedia moderna. Nel Bacco usurpatore di Parnaso prevale tuttavia, sulla rappresentazione edificante dei personaggi incarnanti i valori della tragedia classica, la messa in ridicolo dei sedicenti poeti moderni.

Si segnala in ultimo l’estensione particolarmente ridotta del testo.