I. Titolo e dati bibliografici | ||
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00. Schedatore/Schedatrice
Marcello, Elena E.
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01. Autore
Celano, Carlo
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02. Titolo
Infanta villana, L'
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03. Titolo completo
L’Infanta villana. |
04. Manoscritti
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05. Edizioni utilizzate
L’Infanta villana del Signor D. Ettorre Calcolona, Napoli, Michele Luigi Muzio, 1719. |
II. Tipo | ||
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06. Genere
Commedia (“opera regia”). |
06. Sottogenere
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07. Generi interni
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III. Personaggi e rapporti |
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08. Elenco dei personaggi
D. Alfonso; D. Fernando; D. Irene; Conte D. Marrico di Lara, sotto nome di Nugno da mietitore, cugino del Re; D. Eleonora, [...] sotto nome d’Olimpia da contadina; D. Garzia, sotto nome di Serrano da mietitore; D. Pietro, Re di Leone; Alaja; Lanzullo; D. Ciarleta; Sorbolo. |
09. Protagonisti
D. Marrico e D. Eleonora, coppia di eroi positivi, il cui amore è stato inizialmente ostacolato dal Re di Leone; D. Garzia e D. Irene, seconda coppia; sia D. Irene che D. Fernando fungono da antagonisti della coppia principale poiché le loro azioni promuovono il gioco degli equivoci creando ulteriori ostacoli al finale felice. |
10. Personaggi e maschere della commedia dell’arte o da essi derivati
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11. Valore allusivo dei nomi dei personaggi
Ciarleta, servitore chiacchierone; per Lanzullo, gioco di parole con la lancia spezzata (I.5). |
12. Rapporti fra i personaggi
D. Marrico: conte innamorato di Eleonora, cugino del re; Eleonora: innamorata di D. Marrico, sorella del re di Leone D. Pietro; D. Fernando: innamorato di Eleonora; D. Garzia: amico di D. Marrico, innamorato di Irene; D. Alfonso: vecchio padre di Fernando e Irene; D. Pietro: re di Leone, fratello di D. Eleonora; Alaja: cameriera sorda di D. Irene; Lanzullo: napoletanto, servitore di D. Marrico; Ciarleta: fattore di D. Alfonso; Sorbolo: servitore gobbo di D. Alfonso. |
13. Personaggi speculari
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14. Soliloqui e monologhi di particolare importanza
Ciarleta, napoletano lingua espressiva, I.8; Irene, antefatto sulle sue passate sventure e disuguaglianza sociale nei confronti di Nugno, di cui si è innamorata, II.1; Eleonora, crudeltà delle stelle e antefatto, II.9; Eleonora, gelosia, II.12; Nugno, disperazione, III.7; Lanzullo, nostalgia del paese e situazione (tono comico), III.15. |
15. Dialoghi e successioni di monologhi di particolare importanza
Eleonora, antefatto e disuguaglianza di ricchezze dell’innamorato, I.2; Eleonora e Alaja, bellezza e onore, I.4; Nugno e Serrano, amicizia e tiranna fortuna, I.12; Lanzullo e Alaja, intuizione sulle vere origini dei mietitori e tentativi di depistaggio, I.16; Irene e Alaja, indizi sulla falsa sembianza dei mietitori, II.2; Nugno e Serrano, amicizia e finzione/realtà, II.3; Eleonora e D. Fernando, dichiarazione d’amore, II.12; Eleonora e Ciarleta, bellezza, II.23; D. Irene e Serrano, disuguaglianza sociale, III.2; Nugno, Eleonora e Serrano, antefatto, III.28. |
16. Uso particolarmente rilevante degli a parte
Eleonora e Nugno, sospetti, II.5; Eleonora/Nugno, pericoli, III.11-12; Nugno, Eleonora e Fernando, sospetto di tradimento, II.13. |
17. Personaggi che parlano solo in verso
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18. Personaggi che parlano solo in prosa
Tutti. |
19. Personaggi che parlano a soggetto
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20. Personaggi che alternano testo scritto e improvvisazione
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21. Personaggi che parlano solo in italiano
Tutti tranne Lanzullo. |
22. Personaggi che parlano solo in dialetto, in forme di italiano regionale o storpiato, o in una lingua straniera
Lanzullo (napoletano). |
23. Uso significativo e iterativo di figure retoriche o risorse simili
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IV. Intreccio |
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24. Riassunto dell’argomento del testo
Atto primo. D. Alfonso ordina al figlio Fernando di prepararsi a partire quella stessa notte. Irrompe in scena Eleonora, travestita da contadina (Olimpia) e armata di pugnale. La giovane spiega di essere fuggita per un amore ostacolato dalla famiglia a causa di una disuguaglianza di beni, e non di natali, e di aver appena ucciso un uomo che le voleva usare violenza. D. Alfonso le offre un posto di cameriera nel suo castello, affidandola ad Alaja, mentre l’arrivo di Sorbolo avvia una battuta di caccia, alla quale parteciperà anche D. Irene. Nelle vicinanze, Lanzullo si lamenta del luogo in cui si trova con il padrone, D. Marrico, e l’amico di lui, entrambi travestiti da mietitori sotto il nome di Nugno e Serrano. Nugno accorre a un grido di donna e salva D. Irene da un cinghiale. Sopravviene anche D. Alfonso, il quale ricompensa i nuovi venuti offrendo loro un posto come mietitori. Se il vecchio signore è sorpreso dalla gentilezza dei falsi mietitori, Garzia/Serrano è invece colpito da D. Irene, la quale, però, non ha occhi che per Marrico/Nugno, mentre quest’ultimo riconosce sotto false sembianze D. Eleonora/Olimpia. L’atto si chiude con varie scene comiche tra servi. Atto secondo. Nella solitudine della campagna, D. Irene si interroga sui propri sentimenti verso il mietitore e poi ascolta di nascosto la conversazione tra Nugno e Serrano per poi palesarsi. Li sorprende Eleonora/Olimpia che se ne va via irritata. Intanto D. Alfonso viene a sapere dell’arrivo di un ospite importante e istruisce i servitori. Nel bosco Eleonora sfoga la propria pena per il tradimento dell’amato, quando D. Fernando le professa il suo amore. Nugno, che ha ascoltato di nascosto, discute con la giovane. Lanzullo, che cerca nel bosco il padrone, svela inavvertitamente a Sorbolo, Alaja e D. Irene che è un Conte. Nei pressi dal casino, invece, l’Infanta sfoga la gelosia. D. Alfonso intanto informa il figlio dell’arrivo di un illustre ospite che gli permetterà di abbandonare la rozzezza della vita campagnola, cosa che D. Fernando adesso vorrebbe evitare per corteggiare Eleonora. Quest’ultima si è addormentata nel bosco, dove incontra il fratello, D. Pietro, Re di Leone. Sospettando sia proprio lui l’ospite atteso da D. Alfonso, la donna continua a nascondere la propria identità. Atto terzo. D. Irene interroga Serrano su Nugno, al quale continua a pensare, lasciando pensieroso il giovane. Mentre al casino fervono i preparativi per accogliere l’ospite, nel bosco Nugno ascolta in disparte lo sfogo dell’amata per poi assistere a un nuovo incontro con D. Fernando. Quest’ultimo, dopo l’ennesimo rifiuto della giovane, si accinge a prenderla con la forza, ma l’intervento di Nugno glielo impedisce. Saputo dell’arrivo del Re di Leone, i due innamorati meditano di partire. Anche D. Irene parla d’amore con Nugno, ma la conversazione viene interrotta, con uno stratagemma, da D. Eleonora. Durante la caccia, Nugno accorre alle grida di soccorso del re e lo salva dal pericolo ferendosi. Don Fernando intanto cerca Eleonora e la trova nel bosco – assieme a Nugno e Serrano e Lanzullo i quattro sono in procinto di partire – e duella con Nugno. Raggiunti dal re e D. Alfonso, ognuno rivela la propria identità e si prospetta il matrimonio di Nugno/D. Marrico con l’Infanta e di Serrano/D. Garzia con D. Irene. |
25. Tema principale
Amore. |
26. Temi secondari
Disuguaglianza in amore, amicizia, tradimento. |
27. Comicità
I.4, Alaja, difetto fisico (sordità); I.5, Lanzullo, sull’asperità del luogo e ricordo della natia Napoli; I.6, Ciarleta e Lanzullo, napoletano, con il consueto scontro culturale in una scenetta che, a detta di Serrano, “Veramente fu ridicola” (I.7); I.9, Ciarleta e Alaja, bisticci e insulti; I.12, Lanzullo e Alfonso, difficoltà della situazione e povertà; I.14, Alaja e i falsi mietitori, vecchiaia; I.2, Alaja e Ciarleta, furbizia/volpi; I.16, Lanzullo e Alaja, sospetti sull’origine cortigiana e difetto fisico (sordità); I.17, Sorbolo e Lanzullo, battibecchi e busse; II.8, Ciarleta a D. Alonso, preparativi per il pranzo; II.9, Sorbolo, Lanzullo e Ciarleta, insulti e beffe; II.10, Alaja, Sorbolo, Lanzullo e Ciarleta, conclusione della beffa; II.17, Alaja e Sorbolo, bestia o satiro; II.27, Lanzullo e Sorbolo, beffa; III.5, D. Alfonso e Ciarleta, logorrea; III.6 Sorbolo e Ciarleta, riso; III.16, Lanzullo e Sorbolo, beffa; III.26, Lanzullo, Ciarleta e Alaja, dialetto/italiano e difetto fisico (sordità). |
28. Elementi polemici, satirici e parodici
Storpiamenti dei riferimenti letterari o mitologici, passim. |
V. Luogo e tempo |
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29. Luogo generale
Serra d’Avila (vedute: “Campagna con un Casino & un Castello di lontano. Bosco folto di piante. La scena si finge nella Serra d’Avila”). Nella commedia si fa frequentemente riferimento alla/e montagna/e. |
30. Cambiamenti di luogo
I.1-4, esterno - fuori dal Casino (I.didascalia: Campagna con un Casino & un castello di lontano; I.3, D. Alfonso, “Nel Castel della Serra, ch’è mio, cinquanta leghe lontano dalla corte”); I.5-7, esterno - zona di caccia (bosco?) nei dintorni del Casino; I.8-18, esterno, fuori dal Casino (I.8.didascalia: “D. Ciarleta solo dal casino”; I.9, Alaja, “trovandoci in questa casa boschereccia”; I.14, Alaja, “Olimpia, vattene in casa”; I.16, Alaja [a Lanzullo], “Dentro questo Casino t’aspettano”); II.1-22, esterno - campagna (II.1, Alaja, “soletta in questo piano”; II.1, Irene, “per questo piano io ne vo passeggiando”; II.6, D. Alfonso, “questa povera casa”; II.8, Don Alfonso, “poi ordina la mia casa del campo”, “ci rivedremo al campo”; II.10, Alaja, “Sorbolo accompagnami nella casa del campo”; II.10, Sorbolo, “Vanne, che t’aspetterò nella via di sopra”; II.18, D. Irene e Alaja, “quei forastieri sono in casa o pure son qui? [...] Son qui, però io non l’ho veduti”); II.22-27, esterno - campagna vicino al casino (II.22.didascalia: “Campagna con casino”); II.28-29, bosco (II.28.didascalia: “Bosco”); III.1-6: esterno - campagna vicino al casino (III.1.didascalia: “Campagna con casino”); III.7-23, esterno - Bosco (III.7.didascalia: “Bosco”; III.10, “Fermatevi coi destrieri presso quel fonte”; III.11, “Olimpia, torna con ogni fretta in casa”; III.14, D. Alfonso. “si vuol degnare d’onorar la mia casa?” Re. “Sì, andiamo, e per la strada vogliamo con la caccia alquanto diportarci”; III.17, “Lanzullo. E la Nfanta lo sa? Serrano. Sta del tutto informata. Lanzullo E addove sta aspettando? Serrano. Nella casa del campo”; III.23, “Eleonora. Vo’ bagnar questo lino in quello vicino fonte”; II.22, “D. Alfonso. [...] si degni, o signore, di ritirarsi nella mia povera casa a riposarsi alquanto. Re. È molto da qui distante? D. Alfonso. Poco meno che un miglio”); III.24-27, esterno - campagna vicino al casino (III.24.didascalia, “Campagna con casino”; III.25, “Alaja dal casino”); III.28-37, esterno - bosco (III.28.didascalia: “Bosco”; III.29, “Nugno. Ritiratevi in quell’antro, ch’io vuo’ osservar chi sia”; III.24, “Re. Ritiriamoci nella casa di Alfonso”). |
31. Durata totale dell’azione
Un giorno.
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32. Soluzione di continuità temporale fra gli atti o fra le scene
Fra I e II passano alcune ore; fra II e II, altrettanto (pomeriggio dello stesso giorno).
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33. Indicazioni esplicite sul momento temporale presenti nelle battute o nelle didascalie
I.1, “D. Alfonso: “e vuo’ che la partenza sia per questa notte [...] ma di già va stabilito, sia per questa notte, come dissi, la partenza”; I.4, “D. Alfonso: Così va stabilito, a provederti basterà quest’oggi, per questa notte ha tu da partire”; I.5, Nugno al servitore Lanzullo: “È di mezzogiorno e non vedi ciò che t’ingrabuglia il piede?”; I.12, D. Alfonso: “Figlioli, per domani ne’ campi miei si principierà la messe”; I.12, D. Alfonso: “Non andò egli a prevenire ciò che per la sua partenza faceva di bisogno? D. Irene “Non so che gli mancava, che però venne secretamente a trovarmi e con grand’instanza m’impose ch’io avessi dovuto supplicarla, com’efficacemente fo’, a concedergli un altro giorno di dilazione. D. Alfonso: “Per amor tuo, figlia, se gli concede”; I.14, D.Eleonora: “Signora Camerieria può rendere con la sua bontà escusata una povera ignorante se non sa le strettissime leggi del servire in questa casa, nella quale cotanto strapazzata da poche ore v’è giunta”; II.2, D. Irene: “Non disgustarmi in questo, e tanto più che per dimattina si porteranno alle messe”; II.25, D. Alonso: “Come, oh Fernando, non ha sin’adesso provveduto ciò che per la tua partenza fa di bisogno?”; III.13, Re: “per domani aspetto in questi confini il Conte di Castiglia”; III.17, Serrano: “E quante cose in un giorno”. |
VI. Rispetto della regola delle tre unità | |
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34. Tempo
Sì
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35. Circostanze temporali
I riferimenti a partenze o arrivi previsti per il giorno dopo (“domani”) assieme alle, spesso, approssimative menzioni temporali fanno pensare che l’azione si snodi nell’arco di una giornata. |
36. Luogo
Sì
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37. Circostanze spaziali
Pur essendoci cambiamenti di scena, l’azione è praticamente in uno spazio esterno. Il luogo generale è unico – la serra di Avila –, mentre l’azione si sviluppa in prossimità del casino di caccia di D. Alfonso (esterno del casino, giardino e bosco, che è anche zona di caccia). |
38. Azione
Sì
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39. Circostanze particolari dello sviluppo dell’argomento
Se non si considera l’intrigo amoroso secondario, abbastanza debole per quel che concerne l’azione, di D. Garzia e D. Irene. |
VII. Elementi materiali, performativi e didascalici |
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40. Uso di oggetti particolari
Stile/pugnale, Leonora, I.2; lettera, D. Alfonso, I.6; carta, Sorbolo, II.27; palo, III.9, Nugno; III.30, D. Fernando, spada; III.30, pugnale, Nugno; III.32, ferro/spada, Re. |
41. Uso di effetti sonori e musicali
I.7, “si sente una voce di donna da dentro”; II.17, “sento un calpestio di cavalli”; II.29, “si sentono cornetti da caccia e una voce che dica”; III.12, voce, Eleonora. |
42. Uso di effetti speciali
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43. Scena con ampia presenza di personaggi
Scena conclusiva. |
44. Didascalie di particolare importanza
I.2, “Vien fuori D. Eleonora da contadina con uno stile insanguinato in mano e si butta ai piedi di D. Alfonso [...] Eleonora s’alza quasi cadente”; I.10, “Nugno, che porta appoggiata D. Irene, e Serrano”; I.16, “parla alquanto alterata [...] lo dice più forte”; II.5, “D. Eleonora parte in furia, e Nugno e Serrano restano attoniti”; I.6, “Don Alfinso solo leggendo una lettera [...] siegue a leggere”; II.9, “Lanzullo si inginocchia [...] Sorbolo fa come li togliesse un animaletto da sopra [...] Sorbolo fa lo stesso nella gola [...] Fa lo stesso in una delle ciglia [...] Sorbolo addita su la faccia [...] Sorbolo li stringe la faccia con due dita [...] Mostra di buttarlo in terra e calpestarlo”; II, 27, “Sorbolo cava una carta dalla scarsella e mostra di leggere, e leggendo fa spropositamente alcuni circoli in aria e Lanzullo dice [...] Sorbolo finge d’ascoltare [...] Qui Sorbolo se l’attraversa da dietro accoccolato in terra [...] sen fugge”; III.6, “D. Eleonora con un paniere di frutta e detto [Nugno] in disparte [...] in uscire viene D. Fernando dall’altro lato”; III.9, “Vien fuori Nugno con un palo alla mano”; III.10, “Rostano [sic] D. Eleonora e Nugno guardando quando D. Alfonso e D. Fernando s’allontanano”; III.11, “D. Irene osserva la sua [di Nugno] partenza & osservata dice”; III.16, “lo prende per un piede e lo tira di faccia in terra [...] Lanzullo cavalchi su la gobba di Sorbolo e lo batta nelle natiche”; III.21, “Re, Nugno con una mano insanguinata”; III.30, “D. Fernando cava la spada e tiri un colpo, e Nugno cavato un pugnale gagliardamente il ripari in modo che cada la spada dalle mani di D. Fernando [...] si stringono e Nugno butta il pugnale”; III.22, “conoscendo Nugno denuda un ferro [...] Il re rimane sospeso”; III.34, “Nentre [sic] D. Alfonso parla col RE, Nugno e Serrano parlano segretamente e poi Nugno dice”; III.36, “va per inginocchiarsi & il Re l’alza”. |
VIII. Prima recita |
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45. Prima recita
Napoli, ignota. |
46. Altre recite nel Settecento
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IX. Il testo in Goldoni |
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47. Riferimenti, diretti o indiretti, al testo o al suo autore presenti negli scritti o nelle opere di Goldoni
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48. Aspetti del testo particolarmente rilevanti in rapporto con il teatro goldoniano.
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X. Altri eventuali dati d’importanza presenti nei paratesti proemiali e altre osservazioni d’interesse |
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49. Dati dei paratesti
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50. Osservazioni
La fonte d’ispirazione è la commedia spagnola La cortesana en la sierra y fortunas de don Manrique de Lara, scritta in collaborazione da Juan de Matos Fragoso (I jornada), Juan Bautista Diamante (II jornada) y Juan Vélez de Guevara (III jornada). |