I. Titolo e dati bibliografici
00. Schedatore/Schedatrice
Marcello, Elena E.
01. Autore
Gigli, Girolamo
02. Titolo → Edizione
Pazzo guarisce l’altro, Un
03. Titolo completo

Un pazzo guarisce l’altro, opera serioridicola.

04. Manoscritti

Manoscritti della commedia apografi: Ricc. 3162, Firenze, Biblioteca Riccardiana; Manoscritto 3815, Bologna, Biblioteca Universitaria; Scenario manoscritto: [Gigli, G.] Comoedia Italica: Un pazzo guarisce l’altro, Österreich Nationalbibliothek (olim Biblioteca Palatina) di Vienna, ms. cod. 10124 HAN, ff. 1-22; [Gigli, G.] Comedia rubricata Un pazzo guarisce l’altro, Österreich Nationalbibliothek (olim Biblioteca Palatina) di Vienna, ms. 10181, ff. 52r-71v.

05. Edizioni utilizzate

Un pazzo guarisce l’altro, opera serioridicola dell’Economico intronato..., Siena, s. n., 1698; Opere nuove del Signor Girolamo Gigli Accademico Acceso..., Venezia, Martino Rossetti, 1704, pp. 251-358; Un pazzo guarisce l’altro, commedia..., Vienna, Giovanni Pietro Van Ghelen, 1723. Programmi di sala e scenari: Un pazzo guarisce l’altro, commedia serioridicola..., Siena, Stamperia del Pubblico, 1687; Scenario di Don Chisciotte della Mancia, Commedia da recitarsi..., Roma, Francesco de’ Lazari, figlio d’Ignatio, 1692; Scenario di Don Chisciotte della Mancia, Commedia da recitarsi..., Roma, Stamparia del Lazzari, 1698; Un pazzo guarisce l’altro, opera serioridicola del Signor Girolamo Gigli..., Roma, Gaetano Zenobi, 1712.

II. Tipo
06. Genere

Commedia.

06. Sottogenere

«Opera serioridicola».

07. Generi interni

Allusione alle «commedie de’ seminari» (I.7.8).

III. Personaggi e rapporti
08. Elenco dei personaggi

Don Alfonso Re di Andaluzia, D. Ramiro suo figlio sposo d’, Erminda Prencipessa di Valenza, D. Rodrigo Prencipe del sangue d’Alfonso, D. Garzia figlio di D. Rodrigo, D. Eleonora sposa di Garzia, D. Chisciotte della Mancia Caualiere Errante, Sancio Panza Suo Seruidore, Dottore Medico di D. Ramiro e Confidente di Rodrigo, Galafrone Suizzero Soldato della guardia.

09. Protagonisti

D. Ramiro - Erminda / D. Chisciotte - Sancio.

10. Personaggi e maschere della commedia dell’arte o da essi derivati

Dottore e, per certi versi, Galafrone.

11. Valore allusivo dei nomi dei personaggi

Letterarietà delle figure cervantine Don Chisciotte e Sancio Panza.

12. Rapporti fra i personaggi

D. Ramiro - Erminda, sposi; D. Garzia - Eleonora, innamorati; Don Chisciotte - Sancio, padrone e servo; D. Alfonso - D. Ramiro, padre e figlio / re e principe ereditario; D. Rodrigo - D. Garzia, padre e figlio/ traditore e generale delle guardie; Dottore, medico reale e alleato di Rodrigo; Galafrone, servo di Erminda.

13. Personaggi speculari

D. Ramiro - D. Chisciotte, follia seria e buffa.

14. Soliloqui e monologhi di particolare importanza

II.8, Galafrone, riepilogo di quanto accaduto a palazzo (monologo comico); II.15, Erminda, sfogo della dama; III.1, Dottore in fuga che riflette sui galantuomini e sulla propria debolezza morale (monologo comico).

15. Dialoghi e successioni di monologhi di particolare importanza

I.1, D. Chisciotte e Sancio, presentazione della selva donchisciottea e della follia del cavaliere; I.3, Re, D. Rodrigo, Dottore, presentazione della follia del principe e sua causa; I.4, D. Rodrigo e Dottore, preparazione della congiura e corruzione del Dottore; I.7, D. Chisciotte e Sancio, lettera sotto dettatura (eco, scena comica); I.10, Dottore e Ramiro, studi del dottore e influsso delle stelle, preparazione della scena successiva; I.11, Re, D. Rodrigo, D. Garzia, D. Ramiro e Dottore, ballo dei pianeti e calice di veleno che passa di mano in mano; II.1, D. Ramiro e Dottore, galleria delle donne illustri, i cui ritratti vengono sfondati dal principe pazzo e misogino; II.7, Dottore e Sancio, qui pro quo e preparazione della burla ai danni di D. Chisciotte (scena comica); II.18, D. Rodrigo, D. Chisciotte e Sancio, lettura della falsa lettera della Sibilla (scena comica); II.20, Re, Eleonora, D. Garzia, lettura della lettera di D. Rodrigo che svela la congiura e provoca l’arresto di D. Garzia; III.2, Dottore e D. Chisciotte, scena comica in cui il Dottore viene scambiato per uno stregone e porge al cavaliere il ritratto della Sibilla/ Erminda, preparazione degli equivoci successivi; III.4, D. Garzia e D. Eleonora, l’onestà del generale viene messa a prova; III.7, D. Chisciotte e Sancio, rimembranza del gioco della gatta cieca del Pastor fido, il cavaliere mancego viene bendato; III.11, D. Chisciotte e D. Ramiro, dialogo tra i due matti che prepara la soluzione del conflitto (scena comica); III.16, D. Ramiro, D. Chisciotte «con la gonnella, che fila», e Sancio, ultimo equivoco che provoca il rinsavimento di entrambi i pazzi (scena comica).

16. Uso particolarmente rilevante degli a parte

II.16, Erminda e D. Ramiro, la dama riconosce il marito naufrago ma questi la scambia per una sirena e fugge.

17. Personaggi che parlano solo in verso
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18. Personaggi che parlano solo in prosa

Tutti. Il verso viene usato ogni tanto da Don Chisciotte (quando, per esempio, canta la canzonetta, I.7.54; oppure quando vengono citati i versi di Tasso e Ariosto, vd. §23).

19. Personaggi che parlano a soggetto
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20. Personaggi che alternano testo scritto e improvvisazione
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21. Personaggi che parlano solo in italiano

D. Alfonso, D. Ramiro, D. Rodrigo, D. Garzia, Erminda, Eleonora, D. Chisciotte, Sancio.

22. Personaggi che parlano solo in dialetto, in forme di italiano regionale o storpiato, o in una lingua straniera

Dottore (bolognese), Galafrone (italiano storpiato dalla pronuncia tedesca).

23. Uso significativo e iterativo di figure retoriche o risorse simili

Citazioni di versi dell’Ariosto e del Tasso (Don Chisciotte: I.1.77; II.18.22; II.18.26; III.11.61; III.17.1; III.17.6; Dottore: I.3.5), allusione al Pastor Fido di Guarini (Don Chisciotte: III.7.21), a Cicerone (Dottore: I.3.7), Ovidio (Dottore: I.3.28) e Marziale (Dottore: I.10.19); formule dell’argomentazione (Dottore: I.4.7); latino (vd. Interventi del Dottore) e latino maccheronico di Sancio (I.7.20).

IV. Intreccio
24. Riassunto dell’argomento del testo

Nei dintorni boscosi di Siviglia Don Chisciotte, accompagnato da Sancio Panza, vuole portare a termine la più alta impresa: diventar matto per amore. Il tutto per rendere onore alla sua dama, una fantomatica Sibilla. Nel palazzo reale, intanto, l’erede al trono d’Andalusia Don Ramiro impazzisce a causa del disprezzo della sposa Erminda, che non ricambia i suoi sentimenti e vive nel ricordo del defunto primo marito. Della situazione ne approfitta il principe Don Rodrigo che, con l’aiuto del Dottore, vuol avvelenare Don Ramiro e assurgere così al trono. Purtroppo, però, i suoi piani vengono complicati dalle esuberanze del principe che fa assaggiare la pozione a Don Garzia, figlio di Don Rodrigo e comandante delle guardie reali, e poi la getta a terra. Dalla reggia si allontana di notte Erminda in compagnia del servitore Galafrone e successivamente il proprio Don Ramiro. Entrambi (prima, Erminda in abiti maschili e sotto un falso nome cavalleresco; poi, come si vedrà, don Ramiro) incrociano nella selva il cavaliere spagnolo. Questi ha dettato a Sancio una lettera per l’amata Sibilla e lo ha mandato a recapitarla. In città lo scudiero s’imbatte nel Dottore, il quale, dopo uno scambio di comici convenevoli, accetta di consegnare la lettera alla destinataria per burlarsi di Don Chisciotte e Sancio. Scriverà, infatti, una lettera di risposta, che gli viene sottratta da Don Rodrigo, impazzito di dolore per l’imminente morte del figlio avvelenato e desideroso di mettere a tacere l’unico testimone del complotto. Anche egli abbandona la reggia per rifugiarsi nei boschi, recapitando così, innavvertitamente, la falsa lettera a Don Chisciotte. La missiva ispira nel cavaliere altre idee pazzesche e, dai vari incontri con l’altro folle Don Ramiro, entrambi rinsaviscono, mentre Erminda comprende d’amare il marito.

25. Tema principale

Follia amorosa.

26. Temi secondari

Onore e tradimento (ma il trattamento è comico, vòlto cioè a creare ostacoli ed equivoci).

27. Comicità

Idiosincrasia di Don Chisciotte che si scontra con i personaggi che incontra nella selva, beffa ai danni di Don Chisciotte e di Sancio promossa dal Dottore.

28. Elementi polemici, satirici e parodici

Allusione polemica alle intenzioni degli accademici della Crusca che volevano eliminare l’H dall’alfabeto ed al libello di Pier Jacopo Martelli (II.7.35).

V. Luogo e tempo
29. Luogo generale

Siviglia e dintorni (serra e fiume Guadalquivir).

30. Cambiamenti di luogo

I.1-2: selva; I.3-4: sala regia; I.5-6: appartamenti di Don Ramiro; I.7-8: selva; I.9: appartamenti di Don Rodrigo; I.10-11: appartamenti di Don Ramiro; II.1: galleria del palazzo; II.2: stanze di Don Rodrigo; II.3: selva; II.4-5: sala del palazzo; II.6-7: città, strada; II.8: galleria del palazzo; II.9-13, galleria - appartamenti di Don Ramiro; II.14: giardino con fiume; II.15-16: selva e fiume; II.17-18: bosco; II.19-20: sala regia; III.1-2: bosco; III.3-4: appartamenti di Don Garzia; III.5-7: selva; III.8-9: campagna aperta; III.10-11: bosco; III.12-14: sala regia(?); III.15-21: altra boschereccia.

31. Durata totale dell’azione
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32. Soluzione di continuità temporale fra gli atti o fra le scene
Fra I.6 e I.8 trascorrono alcune ore, giacché la principessa è fuggita da palazzo e Galafrone, ormai nella selva, afferma che Siviglia è lontana «due leghe e otto millia» (I.8.16); fra il primo ed il secondo atto deve essere passato un giorno, giacché Don Garzia allude alla fuga della Principessa favorita dalla notte (II.4.3-4); fra II.2 e II.5 sono trascorse alcune ore, come avverte Don Garzia a proposito del padre che «da poche ore in qua ha perduto, come Don Ramiro, il lume della ragione... Voleva poco fa uccidersi» (II.4.7 e 10).
33. Indicazioni esplicite sul momento temporale presenti nelle battute o nelle didascalie

«Re. Quest’ultimo accidente l’ha indotta, benché con poco consiglio, a fuggirsi dalla reggia. Garzia. Altrimenti, però, che col favor della notte, non poteva troppo allontanarsi senza essere scoperta» (II.4.3-4); «da poche ore in qua ha perduto, come Don Ramiro, il lume della ragione... Voleva poco fa uccidersi» (II.4.7 e 10).

VI. Rispetto della regola delle tre unità
34. Tempo
Non determinabile
35. Circostanze temporali

Le scarse indicazioni temporali portano a supporre uno sviluppo in uno/due giorni.

36. Luogo
37. Circostanze spaziali

Lo spazio è circoscritto alla città di Siviglia e dintorni; pur giocando tra interni ed esterni è abbastanza unitario.

38. Azione
39. Circostanze particolari dello sviluppo dell’argomento

Esistenza di un’azione secondaria promossa da D. Rodrigo (congiura e tentativo di avvelenare il principe ereditario) che investe la seconda coppia (D. Garzia - Eleonora).

VII. Elementi materiali, performativi e didascalici
40. Uso di oggetti particolari

Una penna (I.7); la lettera alla/della Sibilla (I.7; II.6-7 e 18);

41. Uso di effetti sonori e musicali

Canzonetta (I.7.54). Sancio abbandona la scena dicendo: «Vostra Signoria canti pure, ma bisognerebbe che l’accompagnasse un istrumento a due mani» (I.7.53). Sorge il sospetto che il canto fosse davvero accompagnato da uno strumento. Imitazione dell’eco (Sancio ripete le ultime parole della lettera che D. Chisciotte sta dettando, I.7).

42. Uso di effetti speciali
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43. Scena con ampia presenza di personaggi

III.ultima, finale (tutti).

44. Didascalie di particolare importanza
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VIII. Prima recita
45. Prima recita

Siena, collegio Tolomei, carnevale 1687.

46. Altre recite nel Settecento

Roma, nel Seminario Romano per il carnevale del 1692, del 1698 e del 1712; Bologna, presso il Collegio B. Luigi per il Carnevale del 1713; alla corte viennese nel 1723.

IX. Il testo in Goldoni
47. Riferimenti, diretti o indiretti, al testo o al suo autore presenti negli scritti o nelle opere di Goldoni
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48. Aspetti del testo particolarmente rilevanti in rapporto con il teatro goldoniano.
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X. Altri eventuali dati d’importanza presenti nei paratesti proemiali e altre osservazioni d’interesse
49. Dati dei paratesti

Programma di sala del 1687, Prologo: Amore, Modestia e Poesia introducono il motivo della pazzia d’amore; Primo intermedio: «s’introduce un Giangiurgolo innamorato di se stesso, che si specchia al fonte, di dove poi escono i ranocchi a ballare. [...] Di poi ballano da pescatori», che rimanda al mito di Narciso; Secondo intermedio: «Dopo l’atto secondo s’introduce Alcina che disincanta alcuni cavalieri cangiati in piante, che fanno un abbattimento», rimanda al mito tassesco di Alcina; canto e ballo finale: «cantano due poeti un’introduzione», poi «si fa un ballo di cesure, spondei e dattili, componendo versi latini, e ballano con uno, due e tre piedi rispettivamente».

50. Osservazioni
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