I. Titolo e dati bibliografici
00. Schedatore/Schedatrice
Pieri, Marzia
01. Autore
Martello, Pier Jacopo
02. Titolo → Edizione
Che bei pazzi
03. Titolo completo

Che bei pazzi.

04. Manoscritti
-
05. Edizioni utilizzate

Pier Jacopo Martello, Seguito del Teatro Italiano di Pier Jacopo Martello, vol. IV, in Opere, Bologna, Lelio Dalla Volpe, 1723, pp. 143-167; Id., Teatro, a cura di Hannibal S. Noce, vol. I, Bari, Laterza, 1980, pp. 225-332.

II. Tipo
06. Genere

Commedia (in 5 atti con prologo)

06. Sottogenere

Testo a chiave di satira poetica delle accademie letterarie bolognesi; il personaggio di Mirtilo Arcade adombra, in chiave metateatrale, lo stesso autore (con il suo pseudonimo accademico).

07. Generi interni

Canzoni di Lofa (II.7.500-513; II.8.539-542; II.9.561-571; III.8.334-345; III.9.387-392; IV.5.482-495 e 676-680; V.11.558-561). Adone, VII, 118-122 (IV.5.52-94).

III. Personaggi e rapporti
08. Elenco dei personaggi

Sostrata, vedova nobile cosmopolitana; Cornia, sua serva; Penulo, soldato; Messer Cecco, pazzo petrarchista; Cavalier Marino, pazzo marinista; Sannione, pazzo pedante; Lofa, pazzo musico; Mirtilo, arcade; Mimi.

09. Protagonisti

Sostrata e Penulo, gli amorosi che alla fine convolano a nozze, sono i protagonisti soltanto ufficiali di una commedia corale.

10. Personaggi e maschere della commedia dell’arte o da essi derivati

I personaggi/«interlocutori» sono ricalcati sul sistema delle parti dell’Arte: l’amorosa, il Capitano, quattro vecchi in maschera (Cavalier Marino, Messer Cecco, Sannione e Mirtilo), la servetta e il suo pretendente ‘zannesco’ (l’eunuco Lofa). La dedicatoria prevede l’utilizzo scenico di maschere e costumi caricaturali per i quattro vecchi e l’eunuco glabro e panciuto, e di un costume spagnolesco «pennacchiato tutto e nastrato» per il soldato; soltanto i due personaggi femminili «non compariranno deformi della persona».

11. Valore allusivo dei nomi dei personaggi

L’onomastica è genericamente letteraria: Sostrata è l’Hecyra (la suocera) di Terenzio (già ripresa da Machiavelli nella Mandragola); Penulo cita il plautino Poenulus; Sannione è il ruffiano degli Adelphoi di Menandro; Mirtilo è il nome arcadico del Martello; il Cavalier Marino è la presunta reincarnazione del poeta.

12. Rapporti fra i personaggi

Sostrata/Cornia, padrona/serva; gli altri sei personaggi sono rivali sentimentali in concorrenza reciproca per conquistare Sostrata.

13. Personaggi speculari

Vige una griglia comica oppositiva di ascendenza letteraria, che mette a confronto il miles Penulo (virile, tracotante e analfabeta) con gli altri aspiranti all’amore di Sostrata, tutti comicamente acculturati, pavidi e ridicoli (il mago, il marinista, il petrarchista e l’arcade, con il musico castrato al seguito).

14. Soliloqui e monologhi di particolare importanza

I.3.1-42 Penulo, strategie amorose per conquistare Sostrata; I.5.1-38 Penulo, autobiografia sincera del soldato vanaglorioso; II.1.1-92 Cavalier Marino, lamento del poeta dimenticato; III.1.1-44 Penulo, il soldato si vuol fare poeta; III.4.1-23 Cavalier Marino, la miseria del poeta; III.5.1-47 Cornia, il piano della serva; IV.3.1-69 Mirtilo, elogio delle vere poetesse; V.7.31-67 Cornia, la soluzione dell’intrigo; V.8.1-27 Sannione, invocazione alla luna e sortilegio; V.ultima.1-29 Cornia, l’ambigua conclusione della storia.

15. Dialoghi e successioni di monologhi di particolare importanza

I.1.1-110 Sostrata-Cornia, limiti dell’abnegazione vedovile ed exempla illustri (Artemisia e Vittoria Colonna); II.2.1-133 Mirtilo, Messer Cecco, Cavalier Marino, contrasto fra l’arcade, il petrarchista e il marinista; II.6.1-159 Sostrata, Cornia, la follia dei poeti; IV.2.1-168 Messer Cecco, Cavalier Marino, petrarchismo e poesia barocca; IV.3.1-187 Mirtilo, Cornia, messer Cecco, Cavalier Marino, petrarchismo e arcadismo, poetesse buone e cattive; IV. 5.1-167 Messer Cecco, Cavalier Marino, Mirtilo, Cornia, Sostrata, Penulo e Sannione, l’accademia poetica; V.2. 1-129 Sostrata, Cornia, Penulo, la dichiarazione d’amore e le nozze; V.6.1-98 Sostrata, Penulo, la verità e la soluzione dell’emergenza; V.12.1-79 Sannione, Cavalier Marino, Mirtilo, messer Cecco, Lofa, Cornia, Sostrata e Penulo, lo smascheramento degli impostori.

16. Uso particolarmente rilevante degli a parte
-
17. Personaggi che parlano solo in verso

Tutti parlano in martelliani e altri versi lirici.

18. Personaggi che parlano solo in prosa
-
19. Personaggi che parlano a soggetto
-
20. Personaggi che alternano testo scritto e improvvisazione
-
21. Personaggi che parlano solo in italiano

Tutti.

22. Personaggi che parlano solo in dialetto, in forme di italiano regionale o storpiato, o in una lingua straniera
-
23. Uso significativo e iterativo di figure retoriche o risorse simili

Largo uso di artifici retorici, metafore, similitudini e stilemi lirici di repertorio da parte di Messer Cecco, Cavalier Marino, Sannione, Mirtilo e Lofa.

IV. Intreccio
24. Riassunto dell’argomento del testo

La vedova Sostrata è decisa a piangere in eterno il defunto Panfilo, emulando l’abnegazione vedovile di Artemisia e di Vittoria Colonna; e vorrebbe, come loro, celebrare nobilmente lo sposo, pur senza sapere niente di poesia. La corteggiano con insistenza il soldato vanaglorioso Penulo e quattro spasimanti ospiti del vicino manicomio perché affetti da svariate forme di delirio poetico: l’arcade Mirtilo (alias Martello), il petrarchista Messer Cecco, il pedante Sannione, e un poeta barocco che si crede (o è?) lo stesso Cavalier Marino redivivo; l’eunuco Lofa, escluso dai giochi d’amore, commenta in musica gli avvenimenti. Per i primi quattro atti l’intreccio, piuttosto statico, si risolve in una serie di schermaglie che alludono in codice alle coeve dispute accademiche in materia di poesia. Sostrata chiede a tutti componimenti in lode di Panfilo, e Penulo, che non sa neanche leggere, li compra dal Marino spacciandoli per suoi. La serva Cornia cerca di agevolare l’evidente inclinazione della padrona per il vigoroso e bel soldato, manovrando con abilità per piegarne le ipocrite resistenze. Si organizza un’accademia poetica in onore di Panfilo in cui ognuno si esibisce nel suo stile in una gara di bravura, ma Penulo (che ha comprato da Marino la sua poesia che non è capace di declamare) la interrompe fingendo un malore; per rianimarlo Sostrata, che si sta innamorando, fa castrare il cadavere profumato di Panfilo. Deciso a forzare la situazione, il soldato si presenta la notte successiva alla vedova, recando un messaggio del defunto, comparsogli in sogno, che esorta la moglie alle nuove nozze con lui (che lo potrà degnamente onorare in poesia) e Sostrata —salvando la faccia con questa autorizzazione dall’ aldilà— è ben lieta di sposarlo seduta stante. Mentre, nel quinto atto, i due consumano nel sepolcro la loro notte di nozze, Cornia si accorge però che è stato trafugato il cadavere di un delinquente (squartato ed esposto) a cui Penulo avrebbe dovuto fare la guardia; per evitarne l’arresto e la rovina non c’è che da fare a pezzi, in sostituzione, la salma di Panfilo; la vedova casta e spirituale e il guerriero coraggioso e sapiente gettano repentinamente la maschera, confessandosi a vicenda tutte le proprie bugie e debolezze. Al mattino (l’azione dura ventiquattr’ore da un’alba all’altra) i pretendenti, riuniti per riprendere l’accademia di poesia interrotta, rinnegano la loro infatuazione e aggrediscono sdegnati la coppia, ma la serva furba, come in tutte le commedie, evita il peggio, e risolve la situazione mandando a chiamare i custodi dell’ospedale, che li rinchiudono nuovamente in manicomio.

25. Tema principale

Gli eccessi delle scuole di poesia; le ipocrisie e le ambizioni della vita sociale sociale.

26. Temi secondari
-
27. Comicità

Il comico nasce dal contrasto costante fra l’aulicità del linguaggio esibito dai personaggi e la sordidezza elementare delle pulsioni che li guidano.

28. Elementi polemici, satirici e parodici

Messa alla berlina dei conflitti accademici di materia poetica.

V. Luogo e tempo
29. Luogo generale

L’ospedale dei pazzi nei dintorni boschivi della città di Cosmopoli.

30. Cambiamenti di luogo

L’azione si svolge in uno spazio naturalistico esterno all’ospedale dei pazzi sullo sfondo della città di Cosmopoli, tranne le scene I.1 e 2 ambientate all’interno della tomba di Panfilo. Le scene V.1-7 sono notturne.

31. Durata totale dell’azione
Dall’alba all’ alba successiva.
32. Soluzione di continuità temporale fra gli atti o fra le scene
-
33. Indicazioni esplicite sul momento temporale presenti nelle battute o nelle didascalie

V.1.1-15 Penulo, insonne nel cuore della notte, si reca da Sostrata;V.4.11-18 Cornia deve trovare una soluzione prima del nuovo giorno; V.11.1-5 Lofa canta l’imminenza dell’alba.

VI. Rispetto della regola delle tre unità
34. Tempo
35. Circostanze temporali

L’azione si svolge in 24 ore dall’alba all’alba successiva.

36. Luogo
37. Circostanze spaziali

L’azione si svolge nelle campagne intorno all’ospedale dei pazzi di Cosmopoli, dove si trova la tomba di Panfilo.

38. Azione
39. Circostanze particolari dello sviluppo dell’argomento

Storia di una rapida e paradossale capitolazione sentimentale, sullo sfondo di svariate ‘pazzie’ poetiche e amorose.

VII. Elementi materiali, performativi e didascalici
40. Uso di oggetti particolari

I.2.11-24 Penulo reca dei polli arrosto caldi, come incongruo omaggio amoroso, nella tomba di Panfilo; II.2.1-13 Mirtilo offre a Sostrata un caprone come omaggio pastorale (in mancanza di un più leggiadro capretto); II.2.69-71 Messer Cecco porta in omaggio una gatta (già prediletta da Petrarca nella sua casa sui colli Euganei); II.6.164-165 il castrato Lofa reca al collo uno spinettino con cui accompagna il suo canto; IV.1.1-5 Penulo non sa leggere e, alle prese con il foglietto di un madrigale che è incapace di maneggiare, cerca invano di nasconderlo al Cavalier Marino; IV.5.173 Sostrata dà a Cornia un paio di forbici e segrete istruzioni, e lei va e torna, recando il prepuzio reciso del defunto Panfilo come rimedio profumato per far rinvenire il soldato svenuto; V.1.16-20 Penulo regala a Sostrata un «petrarchino in carta pecora/stampato, e di zegrin coperto».

41. Uso di effetti sonori e musicali

Lofa canta accompagnato dallo spinettino in II.7.1-22; II.8.1-9; II.9.8-11; III.8.8-15; III.9.1-12; IV.5.21-36 e 212-216; V.11.1-5.

42. Uso di effetti speciali
-
43. Scena con ampia presenza di personaggi

IV.5 l’accademia poetica fra tutti i personaggi; V.12 e 13 lo smascheramento e la messa alla berlina di Sostrata e Penulo, quindi l’arrivo dei guardiani dell’ospedale che fustigano i poeti sconfitti e li riportano dentro.

44. Didascalie di particolare importanza
-
VIII. Prima recita
45. Prima recita

Non ci sono notizie e documenti, ma il componimento è adatto ad un allestimento privato o accademico e l’autore ne prevede la recita, fornendo molti precisi dettagli per la sua realizzazione.

46. Altre recite nel Settecento
-
IX. Il testo in Goldoni
47. Riferimenti, diretti o indiretti, al testo o al suo autore presenti negli scritti o nelle opere di Goldoni

Goldoni in più luoghi della sua opera manifesta deferenza e ammirazione per Pier Jacopo Martello, a cui dedica un encomio poetico, Nell’Accademia degli Ardenti eretta in onore del Santissimo Cuor di Gesù, letto a Bologna nel 1752; gli è certamente debitore in merito alla totalità metrica e letteraria a cui ambisce il progetto delle Nove Muse del 1759 e, in vari casi, ne riprende titoli e soggetti (Statira, Nerone, Alessandro il grande e Bei pazzi, presumibile fonte indiretta della tragedia Artemisia).

48. Aspetti del testo particolarmente rilevanti in rapporto con il teatro goldoniano.

Il continuo riferimento grottesco al lutto vedovile di Artemisia auto-reclusa nella tomba di Mausolo può aver offerto al Goldoni il suggerimento per la sua tragedia Artemisia, concepita all’interno del progetto delle Nove Muse che elabora durante un soggiorno bolognese in cui ha molti rapporti con i circoli letterari e teatrali cittadini.

X. Altri eventuali dati d’importanza presenti nei paratesti proemiali e altre osservazioni d’interesse
49. Dati dei paratesti

La dedicatoria All’Eccellenza di Giovanbatista Recanati, Nobile Veneto fra gli Arcadi Teleste Ciparissiano l’Autore contiene un’ ampia riflessione critica sul genere della commedia, sulla natura poetica e stilistica del ridicolo, e sui rapporti fra commedia letteraria e commedia delle maschere. Quest’ultima è giudicata irresistibile e inarrivabile quanto a dinamismo scenico ed efficacia comica; il componimento Che bei pazzi si dichiara preliminarmente riservato ad un pubblico ristretto e acculturato di collegio, di salotto o di accademia: nel solco ariostesco (dopo la recente e fallimentare recita della Scolastica al teatro san Luca di Venezia da parte di Luigi Riccoboni nel 1716) Martello si cimenta in un esperimento volenteroso di teatro di società in versi e in lingua, che prende di mira alcuni vizi contemporanei con tocchi di garbata satira misogina; la lettera contiene anche preziose indicazioni circa un possibile allestimento che affidi ai costumi e all’uso delle maschere la sottolineatura caricaturale e aristofanesca della sua drammaturgia.

50. Osservazioni
-